Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:50 min.
Etichetta:Emanes Metal Records

Tracklist

  1. STRUCK BY THE FIRST STONE
  2. BRUTAL ASSAULT
  3. SHROUD OF BLASPHEMY
  4. INTO THE BLACKEST HATE
  5. TORMENTED CONTRADICTION
  6. ABYSMAL FEAR
  7. NOCTURNAL WITHIN (FOREVER DARK)
  8. BURNT OFFERINGS
  9. SCREWS TO THE SKULL
  10. CHAMBE OF LOST SOULS

Line up

  • Tony Sardo: vocals, bass
  • Phil Sardo: guitars, vocals
  • Tom Pilasiewicz: drums

Voto medio utenti

C’è un termine onomatopeico che possa esprimere uno sbadiglio? Al momento non mi sovviene, ma sarebbe molto molto utile per concentrare, in una sola parola, le mie impressioni relative ad “Abysmal fear”, secondo album dei Thrustor. Sbucati fuori dal nulla, almeno per me, vengo a scoprire che sono la band dei fratelli Phil e Tony Sardo, ex Sardo, appunto, ed ex Sceptre, due band a me ancora più sconosciute. Spulciando sul loro sito vedo che i fratellini amano definire la loro musica ‘pure aggressive metal’. Beh, al di là dei commenti (è decisamente un po’ pretenziosa come definizione), io per semplificare le cose vi dico che ci troviamo di fronte ad un classico esempio di power/thrash metal di stampo americano al 100%, con una notevole dose di modernità che però tiene decisamente, e fortunatamente, le distanze dal nu metal. Insomma, i nostri sono sicuramente più figli illegittimi dei Nevermore (con le dovute proporzioni) che della marmaglia di band moderne che evito perfino di nominare… E quindi dov’è il problema? È semplice… “Abysmal fear” è di una noia mostruosa! Tutti i brani sono assestati su mid tempo cadenzati, ai quali di tanto in tanto si alternano delle sparate addirittura in blast beat, con un riffing che se a primo acchito ti colpisce, dopo un po’ ti ammorba, e soprattutto con una voce che definire monocorde è farle un complimento. E non bastano le svisate dello stesso Tony al basso, né le prestazioni sopra le righe di tutti e tre i componenti per alzare il livello di attenzione. I brani annoiano, e arrivare alla fine del cd è veramente un’impresa più che ardua. Lo stile vocale di Tony è soporifero, per lo più basato sul talk-singing, e assolutamente non modulato, quindi alla fine risulterà più letale di una nenia. Da individui che stanno sulla scena da così tanto tempo era lecito aspettarsi decisamente molto di più. Se quindi durante i primi due brani si può esprimere un giudizio tutto sommato positivo, anche se comunque non si grida al miracolo, col passare del tempo questa prima impressione si tramuta in qualcosa di decisamente negativo, finendo con l’abbassare violentemente il giudizio finale sul disco. E non basta neanche lo strumentale “Screws to the skull” a far cambiare idea, nonostante l’assenza della noiosa voce di Tony, le funamboliche scale di Phil e il livello tecnico tendenzialmente alto. “Abysmal fear” non convince affatto, anzi… Mi spiace per i fratelli Sardo ma non ci siamo proprio. Album destinato a… non so a chi in realtà… è talmente noioso che mi sentirei meschino a consigliarlo a qualcuno…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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