Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:32 min.
Etichetta:Rogues Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ZIQQURAT
  2. FRACTAL ANATOMY
  3. INSANITY
  4. RED EYE
  5. SCARECROW’S GASP
  6. SEX IN SACRISTY
  7. MEREDEMORTE
  8. WAKE UP, GET UP, GET OFF
  9. ITALIAN POLITICS

Line up

  • Carlo Garof: drums, live electronics
  • Antonio Bertoni: electric bass, synth, vocals
  • Jacopo Bertacco: guitar, vocals

Voto medio utenti

Ah, quanto è difficile la sublime arte della contaminazione “ragionata”. E quanto è arduo essere “originali”, in un universo sonoro in cui tutto sembra già stato sperimentato.
In fondo, poi, perché “sbattersi” tanto, visto che la discografia attuale e il sempre più risicato pubblico di rockofili accolgono con una certa benevolenza la manifestazione dei classici “corsi e ricorsi” storici applicata alla musica?
Eppure c’è ancora chi ci “prova” con determinazione e già per questo denota coraggio e merita rispetto.
Tra questi “ardimentosi” e un po’ “folli”, si schierano sicuramente i Tongs, trio milanese che nel suo secondo full-length “Fractal” si appropria della filosofia ibridativa di Tool, Mastodon, Primus, Zu, Faith No More e (primi) Motorpsycho, tentando una sintesi di elementi musicali piuttosto diversi tra loro che possa essere al tempo stesso imprevedibile e godibile.
Il dosaggio delle antinomie espressive (pesantezza / vaporosità, schizofrenia / armonia, chiaro /scuro, semplicità / complessità …) viene attuato con una certa perizia e questa peculiarità, affiancata ad una buona tecnica compositiva e una notevole varietà d’idee, costituiscono le eccellenze dei nostri, mentre una maggiore compattezza nelle strutture armoniche e “mentali”, rappresenta, invece, la principale opportunità di miglioramento emersa da un dischetto comunque abbastanza convincente.
Piacciono e sorprendono (due aspetti che soprattutto in questi contesti stilistici devono “avanzare” appaiati) parecchio, infatti, le pulsazioni schizoidi e gli increspamenti esotici di “Ziqqurat”, le tensioni palpabili e il gorgo quasi sludge in cui sprofonda “Insanity”, la strisciante e rumorosa perversione di “Red eye” o ancora di più le scorie di heavy-blues malato e fratturato che infestano “Scarecrow’s gasp” e “Sex in sacristy” oppure la materia cosmico-apocalittica che fuoriesce da “Wake up, get up, get off”, un brano che riesce a combinare Jane’s Addiction, Melvins e Hawkwind.
Doveroso, infine, un breve commento sull’enigmatico epilogo “Italian politics”, in pratica la ricetta della pizza margherita declamata da una voce intimidatoria e istrionica (appartenente a Pierpaolo Capovilla de Il Teatro Degli Orrori) su clangori industriali … che si tratti di una sinistra metafora del concetto di “mani in pasta” o di qualcosa di ancor più provocatorio, i Tongs non devono certamente avere una bella opinione della classe dirigente italiana (e chi può dargli torto?).
C’è ancora qualcosa da mettere a punto nell’iridescente visione artistica di questa promettente e sediziosa coalizione nostrana, arrivando magari a contenere un briciolo il raptus creativo in favore di una superiore lucidità e coerenza, ma l’attenzione sul suo lavoro dovrà necessariamente continuare ad essere vigile, perché l’audacia e la ricerca di nuovi stimoli, quando supportate da dosi significative di talento, non possono proprio essere trascurate.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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