Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:60 min.
Etichetta:Ritual Productions

Tracklist

  1. WIZARDS OF KRULL
  2. THE STARLIT GROTTO
  3. ASLEEP

Line up

  • Dave Terry: bass, vocals
  • Mike Smith: drums
  • Mike Vest guitars, effects
  • Ben Freeth: sitar & shahi Baaja

Voto medio utenti

Torniamo a parlare dei britannici Bong, una delle formazioni più estreme ed originali dello scenario doom/drone internazionale, dei quali abbiamo da poco recensito l’album “Beyond ancient space“. Sebbene si tratti di band assolutamente underground e fuori da ogni discorso commerciale, la sua produzione discografica risulta insolitamente nutrita, giacchè comprende molti split-cd, registrazioni live, monumentali antologie ed ovviamente alcuni full-lenght come il presente “Bong”.
Tre brani lunghissimi, estenuanti, dall’incedere strisciante ed immersi in atmosfere di pura follìa narcolettica. I Bong non si ascoltano, si assorbono come droga mentale. In questo lavoro viene abbondantemente adoperato il sitar, strumento che nelle mani di tali anarchici musicali diventa ossessione e tormento da sballo psichedelico. L’intensità cresce un poco alla volta, ingolfando l’ascoltatore come un abominevole incrocio tra il trip stuporoso degli Sleep, il misticismo malato degli Om, i toni malvagi dei Buried at Sea e l’ostilità ipnotica dei Sunn O))).
“Wizards of Krull” è una lentissima marcia funerea, gravida di sonorità profonde e raggelanti, accompagnata da una chitarra Sabbathiana e da un coro monastico in sottofondo; mentre “The starlit grotto” supera i venticinque minuti di durata ed è addirittura più oscura e monocromatica, fino all’intervento di un altro canto rituale tra odori di zolfo ed incenso. Chiude l’altrettanto depravata “Asleep”, angosciante e monolitica all’eccesso, che riprende con altre distorsioni drone ed una chitarra allucinata le tematiche dei pezzi precedenti.
Immergersi nei tracimanti trip ipnotici dei Bong è un’esperienza che vale comunque la pena provare, anche se la maggioranza credo li troverà incomprensibili e di una noia mortale. Però la formazione inglese porta avanti con la massima convinzione una proposta diversa e concettualmente personale, per cui li reputo interessanti seppur difficilmente accessibili.

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