Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:53 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. THE LOSER
  2. I AM THE MONSTER
  3. MIDNIGHT SKIES, WINTER SIGHS
  4. A SONG FOR THE PEOPLE
  5. WE, ANIMALS
  6. THROUGH WOLF'S EYES
  7. WALKING DEAD
  8. FORGET-ME-NOT
  9. POOR LITTLE BARONESS
  10. THE TIME OF YOUR LIFE
  11. CHRONICLE OF A FROZEN ERA
  12. OPHALE

Line up

  • Damnagoras: vocals
  • Aydan: guitars
  • Rafahel: guitars
  • Jakob: bass
  • Lethien: violin
  • Symohn: drums

Voto medio utenti

11 anni e 7 dischi, 7 modi differenti di intendere il metal ma sempre la stessa, grande, inesauribile passione. Potrei racchiudere così la storia discografica degli Elvenking, gruppo italiano ormai tra i capisaldi del metal italiano, ma sarebbe decisamente un affronto nei confronti di questo nuovo capitolo della loro avventura, "Era".

E il titolo, "Era", ben identifica quello che il disco rappresenta: gli Elvenking si sono davvero addentrati in una nuova era a livello musicale, con un paio di cambi di line-up ma le stesse inconfondibili sonorità che li hanno accompagnati durante questi anni, dai primi vagiti ispirati ai mostri sacri Skyclad fino all'ultimo, bellissimo e pressoché perfetto "Red Silent Tides", a parere di chi scrive la vera perla della loro discografia.
La cosa che colpisce di questo disco è però la varietà di suoni presenti, tutti riconducibili al passato, quasi come se con "Era" gli Elvenking vogliano chiudere un cerchio e iniziare a disegnarne uno nuovo di zecca, usando però la stessa penna che ha tratteggiato il primo.
Cosa intendo? Semplice semplice: su "Era" abbiamo un pò della cattiveria e della durezza di "The Scythe", abbiamo il lato folk di "Heathenreel" e "Wyrd", abbiamo l'acustica melodia di "Two Tragedy Poets"..insomma, abbiamo tutto quello che i friulani ci hanno proposto in questi anni racchiuso in un unico disco, come un "best of" ideologico, un contenitore in cui ogni ascoltatore, anche il meno avvezzo alla band, può trovare tutto degli Elvenking, dalla prima all'ultima nota.
Il tutto ingigantito e reso ancor più solido da una produzione impeccabile e da un songwriting ormai nel pieno della maturità, senza sbavature, in cui tutto suona monolitico e al posto giusto.
I nuovi innesti di cui sopra si comportano in maniera eccellente, in particolare il nuovo drummer Symhon che dimostra grande abilità e familiarità col suono degli Elvenking, amalgamandosi alla perfezione e non suonano mai come corpo estraneo, possibilità non da escludere trattandosi di un giovane nuovo innesto.
E come se la qualità globale del disco non fosse già sufficientemente alta, Damna e compagni hanno deciso di invitare ospiti di assoluto valore: Jon Oliva presta la sua splendida voce su due tracce, l'iniziale "I Am Monster" e la sognante ballad "Forget-me-not", che sembra uscita direttamente da un disco dei Savatage, grazie all'apporto del panciuto singer americano; Teemu Mäntysaari dei Wintersun ci regala un assolo su "Walking Dead"; Maurizio Cardullo degli italiani Folkstone presta più volte i suoi fiati nelle sezioni più folkeggianti, tra le altre, di "The Loser" o "A Song for the People", canzone nella quale troviamo anche il preziosissimo apporto della bella Netta Dahlberg, già sentita anche sull'ultimo disco degli Amorphis; in ultima istanza vanno citati anche Alessandro Conti, Giordana Gisamano e Marco Sandron, che con le loro voci arricchiscono i numerosi cori presenti nel disco.
Ma la cosa che più risalta su "Era" è la voce decisamente sopra le righe di Damna, che non si fa intimidire per nulla dalle numerose ospitate e offre una prestazione grandiosa, sicuramente la migliore in assoluto della sua carriera, sia nelle parti più tranquille che in quelle più tirate, come ad esempio evidenziato alla grande in "The Time of Your Life".
La canzone che vince la palma di migliore del disco è però la successiva "Chronicle of a Frozen Era", summa della summa di quanto di buono gli Elvenking ci hanno proposto in questi anni, perfetto esempio di metal moderno, capace di racchiudere in 6 minuti generi e sonorità diversi ma uniti da un sottilissimo filo comune, come solo i sarti più abili riescono a fare.

Insomma, come vado dicendo da anni gli Elvenking non sbagliano mai un colpo. Che si tratti di power, folk, heavy o chiamatelocomevolete, i friulani hanno sfornato dal 2001 ad oggi un disco più bello dell'altro, ognuno con le sue sfumature più o meno marcate ma tutti con un'anima unica e solida. "Era" è tutto e un pò, è l'inizio e la fine, l'Alpha e l'Omega della carriera degli Elvenking. Una carriera che da qui in avanti deve riservare solo crescenti soddisfazioni.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 ott 2012 alle 10:07

Che periodo per il metal nostrano..tra vision divine...vexillum..ed elvenking siamo veramente al top!!

Inserito il 26 set 2012 alle 11:50

mi associo anche io. bellissimo disco, gran gruppo. sul mio personalissimo data-base ho dato 4 stelle ma lo sto riascoltando e mi sa che alzo 5 stelle che è il massimo.

Inserito il 22 set 2012 alle 15:55

devo prenderlo al più presto... sono curioso!!!

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