Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2012
Durata:67 min.
Etichetta:Bakerteam Records

Tracklist

  1. (AWAKENING)
  2. ENDLESS PROPHECY
  3. (THE TOURNAMENT)
  4. SIDERION
  5. (THE GRAND MARCH)
  6. SON OF A THOUSAND NIGHTS
  7. THE FOURTH VANGUARD
  8. (DARK HORIZON)
  9. MAJESTY
  10. (THE HAVOC)
  11. OATH TO BETRAY
  12. LED BY LIGHT
  13. (SACRED FOUNT)
  14. MOONTEAR SANCTUARY
  15. (VERERATH)
  16. CLOSE TO THE END

Line up

  • Dan Visconti: Drums
  • Federico Meranda: Keyboards
  • Francesco Cavalieri: Vocals
  • Claudio Falconcini: Guitars
  • Alessio Consani: Bass

Voto medio utenti

In un’epoca ormai remota, immerso in un angolo sconosciuto delle terre del nord doveva esserci un regno un tempo incantato sul quale giunsero inesorabili delle forze oscure, annunciate da antiche profezie; è giunto il momento di impugnare la spada e di combattere.
Questa è la storia di Loathdruin che ci raccontano i Wind Rose nel loro debut album.
Gli accenti fiabeschi di “Awakening”, preludio di quest’opera, ci introducono in un mondo fatto di sinfonie dai toni medievali sostenuti da strutture progressive e symphonic che li impreziosiscono portandoli su frequenze vigorose e contemporanee, mentre tastiere e synth quanto mai centrati fanno da tappeto rosso su cui scorre un power metal quasi cinematico -volendo ormai fare nostro anche questo termine- sulla scia dell’opera di Turilli & Co. che si arricchisce di eco scandinave e che portano con se anche elementi tipici del power mitteleuropeo. Sedici brani, ma considerate che oltre all’incipit vi sono altri sei intro separate: contribuiscono ad aggiungere quel tocco epico in più e, pur essendo graditi e in ogni caso utili a stemperare un disco che a dire la verità dura davvero tanto, spezzano troppo il ritmo l’album aggiungendo altra mole… poi, volete mettere pagare sedici brani al prezzo di dieci? (o forse è al contrario?)
Ottima l’interpretazione di Francesco Cavalieri capace di spaziare su diverse tonalità e di reggere la sfida lanciata dalle chitarre anch’esse multiformi che spaziano da arpeggi acustici a riff importanti riuscendo anche a inserire brevi elementi à la guitar hero come in “Oath to Betray” ma non solo. Persuasivi già da subito con “Endless Prophecy” introdotto da uno scampanio e curatissima nei dettagli, esprimono maggiormente il loro know how in “Siderion” dove le diverse influenze stilistiche riescono a convivere al meglio.
Ovviamente non poteva mancare anche una ballad e arriva così la malinconica e sognante “Sons of a Thousand Nights” distorta leggermente da una chitarra neoclassica nella seconda parte.
Finale bardesco con “Moontear Sanctuary” e “Close to the End”.
Shadows Over Lothadruin si rivela un album fatto davvero bene nonché un acquisto consigliatissimo, realizzato senza azzardi e con un buon grado di consapevolezza che non presenta alcuna nota stonata se non, come detto prima, il fatto di essere un po’ lungo.
Artwork e produzione poi, la ciliegina sulla torta.

E bravi i Wind Rose!

Recensione a cura di Salvatore Sanzio

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