Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:60 min.
Etichetta:Crash Music
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. MORTAL COIL
  2. DESIRE BRINGS
  3. ORPHEUS
  4. INNOCENT
  5. FLAMES OF ANGER
  6. WAITING IN SHADOWS
  7. SUGARCOATED
  8. WHEEL OF LIFE
  9. BRIDGE OF UNCERTAINTY
  10. MALEVOLENT SKY
  11. FORGOTTEN NAMES

Line up

  • Scott Huffman: vocals
  • Rich Knight: guitars
  • Rob Such: bass
  • Mike Nevaril: drums

Voto medio utenti

In una scena Power inflazionata da dischi che si rifanno ai due “Keeper of the Seven Keys”, ogni tanto è piacevole incontrare una proposta di una certa originalità, che prenda le distanze dalle sonorità più orecchiabili e allegre tanto care agli Helloween. E' questo il caso dei Twelfth Gate, gruppo di Chicago formatosi nel 2000 dalle ceneri di due gruppi di un certo spessore della zona, Syris e Venery. I quattro ragazzi americani ci propongono un Power Metal tipicamente Made in Usa, fortemente influenzato dal Thrash dei Nevermore di Warrel Dane e dai primi Fates Warning di John Arch, anche per le buone capacità strumentali dei componenti del gruppo. Il cantato del singer Scott Huffman (versatile nel modulare la voce e abile nel proporre linee vocali mai banali), ben si adatta alle atmosfere lugubri e opprimenti evocate dai riff granitici dalla chitarra di Rich Knight, mentre la batteria di Mike Nevaril e il basso di Rob Such formano una sezione ritmica potente e di sicuro impatto. La produzione è al passo coi tempi mentre la qualità del songwriting non mi ha soddisfatto in pieno, rivelandosi un po' troppo monotona, specialmente nelle ultime canzoni del disco. L'apertura è affidata al duo “Mortal Coil” - “Desire Brings”, due episodi thrasheggianti piuttosto articolati che hanno in comune un velo di malinconia e di pessimismo, dovuto anche ai tetri testi di Huffman. Segue “Orpheus”, ispirata all'omonima figura della mitologia greca e alla sua sfortunata vicenda: dopo un inizio calmo e cadenzato, la chitarra di Rich Knight sale in cattedra dando vita a una composizione di stampo maideniano di buon livello. Tra i migliori episodi del disco è doveroso citare l'oscura “Flames of Anger, la dinamica “Waiting in Shadows” e la tellurica “Malevolent Sky”. Una piena sufficienza dunque per i Twelfth Gate, soprattutto se si considera che è il loro primo disco: se volete un disco Power un po' diverso dal solito, “The Summoning” merita la vostra attenzione.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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