Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:52 min.
Etichetta:Inside Out
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. GASOLINE
  2. HOLDING ON
  3. HAPPINESS
  4. ABSINTH MINDED
  5. LOOK AT US
  6. REALITY
  7. STREAM
  8. WON'T BE COMING BACK
  9. IN TIME

Line up

  • Petronella Nettermalm: vocals, cello
  • Peter Nylander: guitars
  • Stefan Dimle: bass
  • Johan Wallén: keyboards
  • Ricard Huxflux Nettermalm: drums

Voto medio utenti

L'album di debutto dei Paatos (quintetto svedese formato da membri di Landberk e Ägg) è quanto di più lontano dal metal ci possa essere... Le nove tracce in esso contenute propongono musica d'atmosfera, elegante e raffinata, che inizialmente riesce a sedurre l'ascoltatore con una certa facilità ma che a lungo andare si rivela un po' deludente e non propriamente all'altezza delle aspettative. "Kallocain" si apre infatti con una triade di brani molto interessanti, a partire dal coinvolgente "Gasoline", un pezzo piuttosto dinamico a metà strada tra progressive e trip-hop, passando poi per il soave "Holding on" e finendo con "Happiness", che può essere descritto come la versione rock di una canzone dei Cocteau Twins! Se l'intero cd fosse costituito da un'alternanza di episodi simili a quelli appena nominati non avrei alcuna esitazione nel considerarlo un lavoro di livello molto alto, purtroppo però l'impressione che uno ricava dall'ascolto delle prime tre tracce non viene confermata dalle successive (o perlomeno dalla maggior parte di esse). Direi infatti che da "Absinth minded" in poi la qualità media delle composizioni tende ad abbassarsi: non si può certo parlare di musica "brutta", ma allo stesso tempo non si può neanche dire che essa riesce a trasmettere le stesse emozioni che era possibile provare sentendo la parte iniziale del disco. Brani come "In time", "Reality" o "Look at us" sono troppo monotoni e scontati e costituiscono una sorta di "sorpresa" in negativo, che oltretutto è resa ancor meno piacevole dalla consapevolezza che la band è in grado di fare molto di più! Si potrebbe quindi parlare di un album riuscito solo a metà, con il quale i Paatos non riescono a colpire nel segno pur dimostrando di essere un gruppo con discrete idee e potenzialità. Speriamo solo che le loro successive release siano più all'insegna della sperimentazione e dell'innovazione (due termini che, tanto per fare un esempio, potrebbero tranquillamente essere usati per definire la già citata "Gasoline"), perché credo che esse siano le dimensioni più congeniali a questi svedesi, e di conseguenza anche quelle che permettono loro di dare il meglio...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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