Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:48 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. TRANSCEND
  2. VALVES
  3. JUNKIES ON THE STORM
  4. I'VE BEEN YOU
  5. PATTERN PLATFORM
  6. MNEMESIS
  7. THERE'S NO TOMORROW
  8. HAVEN AT THE END OF THE WORLD
  9. OCEAN OF VOID
  10. BLUE DESERT IN A BLACK HOLE
  11. EMPTY PLANET (BONUS TRACK)

Line up

  • Guillaume Bideau: vocals
  • Mircea Gabriel Eftemie: guitars & keyboards
  • Victor-Ray Salomonsen Ronander: guitars
  • Simone Bertozzi: bass
  • Brian Larsen: drums

Voto medio utenti

Quinto disco per i danesi Mnemic, band folgorata sulla via del cyber metal del debutto “Mechanical Spin Phenomena”e progressivamente evolutasi verso lidi più melodici e progressivi.
In questa evoluzione, passata per dischi mediocri come il penultimo “Sons Of The System”, la band ha ripetutamente tentato di comprimere le melodie ariose e progressive entro le strutture quadrate della ritmica cibernetica con risultati non sempre all’altezza delle aspettative.
Il qui presente “Mnemesis” rappresenta l’ennesimo tentativo e il concetto di “nemesi” sotteso al gioco di parole del titolo si presta per l’occasione. Chiarisco subito il mio pensiero.
Dopo il duo iniziale rappresentato da “Trascend” e “Valves”, dove il tentativo di cui sopra è ripresentato in tutto la sua drammaticità, la band finalmente capisce che quando si picchia si picchia e basta, senza fronzoli e con cattiveria, quando si suona melodici si privilegia l’aspetto emozionale e atmosferico, senza stupidi patterns quadrati, a rappresentare poi che cosa? Che sanno suonare e comporre strutture articolate? Minchiate!
La nemesi del titolo, secondo la mia modesta opinione, sta proprio in questo, e cioè che la band finalmente decide di puntare sull’una o sull’altra componente, solo di rado addivenendo alla commistione. E qui voglio fare un ulteriore passaggio polemico.
Gli Mnemic non sono i Fear Factory e non lo saranno mai, quindi tanto vale concentrarsi sulla melodia, anche perché quando decidono di suonare cibernetici fanno quasi tenerezza, incapaci di avere anche solo un’oncia della cattiveria e della brutalità di dischi come “Demanufacture”.
Ed ecco che già dalla terza traccia, “Junkies On The Storm” è possibile apprezzare un buon connubio di aggressività e melodia, dove la prima non va a scapito della seconda.
I’ve Been You” ci dice quasi che gli Mnemic, se volessero, potrebbero tramutarsi in una buona rock band, se solo abbandonassero il Ross Robinson dei poveri, alias quel Tue Madsen che è stato capace di rovinare decine di bands facendole suonare tutte uguali, col suo suono artefatto e finto assolutamente inadatto a chi vuole suonare swedish death metal melodico.
L’accoppiata composta dalla title track e dalla successiva “There’s No Tomorrow” è micidiale nel ricreare un chiaroscuro tra potenza e melodia, tra brutalità ed emozioni. “There’s No Tomorrow” è da brividi, e potrebbe indicare la via futura della band. Il miglior pezzo di questo disco, con una melodia aperta, ariosa, fredda e calda insieme, continuamente in progressione, assolutamente stupenda!
Sul finire troviamo anche l’ottima “Blue Desert In A Black Hole”, dall’inizio brutale e dagli inserti melodici molto notturni ed evocativi.
In definitiva questo “Mnemesis” è un buon disco, seppure con i difetti richiamati. Gli Mnemic devono decidere cosa fare da grandi e, soprattutto, fare scelte radicali.


Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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