Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:86 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SKY OVERTURE
  2. ARANJUEZ
  3. LET IT ROLL
  4. ROCK BOTTOM
  5. SUNSHINE OF YOUR LOVE
  6. WHITE ROOM
  7. ALL ALONG THE WATCHTOWER
  8. LITTLE WING
  9. TRAIL IN THE WIND
  10. MIDNIGHT TRAIN
  11. THE KING RETURNS
  12. SPOONFUL
  13. DOCTOR DOCTOR
  14. FIREWORKS JAM

Line up

  • Uli Jon Roth: guitar
  • Jack Bruce: bass, vocals
  • Clive Bunker: drums
  • Michael Schenker: guitar
  • Phil Mogg: vocals
  • Pete Way: bass
  • Don Airey: keyboards
  • Barry Sparks: bass

Voto medio utenti

Maniaci della sei corde, congiurati dell'accordatura, adepti della scala pentatonica, gioite perché è di nuovo il vostro momento! Torna uno dei più famosi guitar-hero mondiali a deliziarci con un doppio live registrato a Castle Donington. Si tratta del quasi cinquantenne Uli Jon Roth, di fama Scorpions, che negli ultimi tempi avevamo visto alle prese con esuberanti (ed un po'stucchevoli) incursioni nella musica classica, zeppe di ultratecnica ma indicate praticamente ai soli esperti dello strumento. Ho avuto modo, anni fa, di assistere ad un'esibizione del G3 (Satriani, Schenker, Roth) all'interno di un festival torinese. La prestazione dei tre chitarristi superò abbondantemente le due ore e confesso di averne trascorso più di metà al fornito bar del Palastampa, saturato dai virtuosismi di codesti eccellenti esecutori, man mano imitato da buona parte del pubblico presente. Lo dico per chiarire, se ve ne fosse bisogno, di non essere affatto un fan del rock autocelebrativo e di chi lo mette in pratica. Questa volta però sono rimasto sorpreso. Al buon Roth è venuta la brillante idea di invitare alcuni amici sul palco, e parlo dell'onnipresente Schenker, ma anche di Clive Bunker (ex-Jethro Tull), di Phil Mogg e Pete Way (Ufo) e soprattutto di Jack Bruce. Mr. Cream!! La formazione senza la quale non sarei qui a scribacchiare queste note e molte delle bands odierne nemmeno esisterebbero!! La presenza del canuto Jack consente un omaggio al mitico supergruppo che ha segnato la storia del rock ed anche all'intero periodo musicale che ha marcato il passaggio dal vecchio delta-blues degli uomini di colore al rockblues bianco, ed in seguito all'hard rock e a tutto ciò che ne è derivato. Il tributo al favoloso trio britannico si condensa in tre lunghe e stupende versioni di "Sunshine of your love" (fin troppo diluita), "Spoonful"(un vero e proprio sogno ultrablues!) e l'indimenticabile "White room" riproposta in maniera semplicemente eccellente. Resto sempre dell'opinione che "Slowhand" Clapton possieda una sensibilità insuperabile in questo contesto, ma riconosco che Roth riesce a segnare dei punti per coloro che insistono a sostenere si possa coniugare una tecnica funambolica ed esasperata con adeguate vibrazioni di passione e coinvolgimento, ovviamente a patto di disporre di canzoni straordinarie. Ed è ciò che avviene in questo live. Ulteriore conferma della mia semplice considerazione, due tracce del colosso Jimi Hendrix: "Little wing" e "All along the watchtower" (sappiamo tutti...scritta da Bob Dylan ma resa universale dal mancino coloured). Anche in esse, pur avendo sentito versioni ancora migliori (vedi S.R.Vaughan), il pensiero vola lieve ai tempi di Da Nang ed alla "Stars and Stripes" data alle fiamme, segno che dal cd fuoriescono "good vibrations". Dopo tanto immenso rockblues c'è posto anche per ottimo hard rock, grazie al duo Mogg / Way che si unisce a Schenker per rispolverare qualche cavallo di battaglia degli Ufo: "Let it roll", la travolgente "Doctor doctor" ed un irresistibile "Rock bottom" con grande partecipazione del pubblico. Una mitragliata di classici che oscurano l'ingannevole apertura classicheggiante "Sky overture / Aranjuez" e la debordante jam finale nelle quali Roth non riesce a frenare il narcisismo che fa parte del suo patrimonio genetico. Ciò che mi ha convinto del doppio album è la presenza dello "spirito" rock che fu elemento primario della musica settantiana. Il godimento della jam, l'eccitazione del lasciarsi andare senza porsi limiti, il far esplodere la fantasia e l'improvvisazione, senza dimenticare una maestria tecnica davvero palese. Ovvio che con brani di tale calibro tutto diventa più facile. Questa volta non consiglierò il lavoro soltanto ai fanatici del barocchismo strumentale, bensì anche a coloro che bramano rivivere per un attimo le sensazioni dell'epoca magica del rock.

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