L'ultimo lavoro degli Amberian Dawn è stato accusato, per la somiglianza delle copertine, di essersi troppo apertamente ispirato al settimo album dei Nightwish Imaginaerum. Effetivamente il lasso di tempo intercorso tra il rilascio di un'opera e l'altra è stato talmente breve da giustificare, almeno in parte, le reazioni sdegnate del pubblico. Tuttavia le differenze tra i due prodotti sono più che le somiglianze. Se, infatti, in Imaginaerum il tema centrale è il sognante ritorno all'infanzia attraverso il suono di un carillon, in Circus Black prevalgono atmosfere sinistre e decadenti al punto che sembra veramente di assistere a un gigantesco carnevale dell'oltretomba, come nel magnifico brano Charnel's ball. Gli Amberian Dawn compiono un notevole passo avanti rispetto alla precedente produzione, il cui difetto era di dedicare una grande cura alla forma dei singoli brani, rilascindo "highly polished albums", per citare la biografia ufficiale del gruppo, ma privi di anima. Il gruppo finlandese inizia ad abbandonare le fiabe, le leggende, i miti nordici, che erano stati il nucleo tematico centrale dei precedenti lavori ( e la cui influenza è ancora percepibile in brani come il delicato Crimson flower). Il circo degli Amberian Dawn è popolato da presenze inquietanti, spettri, clown deformi che prendono forma in atmosfere ambigue e perturbanti. Il cantato esplora tonalità basse e oscure, rinunciando in parte al fascino della voce da soprano di Heidi. Ne emerge un album fedele alla propria oscurità, caratterizzato de brani brevi e fulminanti. Ancora poca attenzione viene dedicata alla revisione dei testi, ma il risultato rimane comunque positivo.
Sono basito in quanto non avrei mai immaginato che a qualcuno potesse piacere un album derivativo come questo che si limita a ripercorrere pedessiquamente le orme lasciate dai Nightwish senza un briciolo di personalità. Io credo che se gli Amberian Dawn continueranno a seguire il tracciato di questi ultimi senza distogliere lo sguardo dalle orme più che in una buca rischieranno di finire in un burrone.