Copertina 5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:45 min.
Etichetta: Inner Wound Recordings
Distribuzione:Music Buy Mail

Tracklist

  1. SOMETHING TO SAY
  2. FORBIDDEN KIND
  3. SCREAM
  4. I DON'T KNOW HOW
  5. HEATED NIGHTS
  6. CREEPER
  7. DON'TCHA WALK AWAY
  8. ROSELINE'S SONG
  9. FEELING
  10. UN MONDE PERDU (EUROPE BONUS)
  11. IT DOESN'T MATTER
  12. ALONE (BONUS TRACK)

Line up

  • Julie: Vocals
  • Jeff Westlake: Guitar
  • Joe Migz: Drums
  • Chris Sammons: Bass

Voto medio utenti

E riecco gli Hydrogyn, band originaria del Kentucky capitanata dall’avvenente Julie Westlake: questo loro ultimo lavoro si intitola Private Session. Il loro è un hard rock melodico, molto melodico, che riesce in alcuni frangenti a presentare anche qualche leggera sfumatura metal. Chi già li conosce, sarà già a conoscenza del fatto che tutto ruota intorno alla figura di Julie, figura ahimè impiegata in modo non troppo “femminista”. Che Julie sia una gran bella donna non si discute (peccato non possiate vedere il poster contenuto nel materiale promozionale!), ma puntare soltanto sulla presenza (scenica) può aiutare nei live o al massimo nei video e non so quanto possa essere utile in una produzione di studio o di fronte a un’utenza realmente interessata alla loro musica.
In realtà Julie ha anche una bella voce che a tratti si presenta decisa e autorevole e potrebbe puntare tranquillamente anche su differenti interpretazioni che penso si inserirebbero anche meglio con l’ambiente musicale, con risultati di gran lunga differenti nonostante l’album dal punto di vista musicale non presenti nulla di clamoroso e -se devo dirla tutta- neanche di nuovo visto che molti passaggi hanno un non so che (leggete riff, melodie e anche solos) di già sentito. Fin troppo melodici, riescono a realizzare un album piatto che dubito avrà il successo sperato, almeno dalle nostre parti. E la cosa non va giù è che non sono dei novellini, la qualità c’è, sarà che a loro quello che fanno piace. Contenti loro…
Qualche picco di decenza lo si intravede spesso durante l’ascolto ma il grosso della realizzazione è eccessivamente orientato su una produzione mainstream (ma non ho idea di quale possa essere il target!) e nella migliore delle ipotesi sarà facilmente preda di qualche produttore di telefilm per adolescenti come musica da background.

Ecco, magari un pubblico molto giovane li troverà interessanti per la facilità di ascolto e per le loro melodie, ma per gli altri non garantisco lo stesso risultato.
Recensione a cura di Salvatore Sanzio

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