Copertina 5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:37 min.
Etichetta:Coroner Records

Tracklist

  1. HUMAN CONCEPTION
  2. SMILE TO THE VICTORY
  3. RUN AWAY
  4. SET ME FREE
  5. THE LIGHT OF THE ANSWERS
  6. ACROSS THE SEA OF DESPERATION
  7. NOTHING
  8. HOT THE HELL ARE YOU GONNA PAY YOUR DUES
  9. NOW RISE THE FUCK UP!
  10. FORGETTING
  11. ΛX

Line up

  • Lorenzo Diego Carrera: vocals
  • Erik Castello: vocals
  • Emanuele Ciancio: guitars, keyboards
  • Eric D.Scianna: guitars
  • Mauro Lacertosa: bass, keyboards
  • Marco Pochettino: drums

Voto medio utenti

N.C.S.
Non Ci Siamo.
Cito testualmente il buon cuménda Guido Nicheli (pace all'anima sua) per iniziare la recensione di questo "And Everything Slips Away" dei conterranei Living Corpse, lasciandovi intendere fin da subito qual'è la mia opinione riguardo questo lavoro.

Lavoro che è il secondo della discografia dei Living Corpse, dopo il discreto esordio con "Metaphysical Collapse" targato 2009, che presentava però una line-up completamente differente, fatta esclusione per i due membri fondatori della band Mauro Lacertosa e Emanuele Ciancio. Ma soprattutto un genere diverso, ovvero un melodic death metal impregnato di Svezia, con immancabili stacchi in breakdown, strofa in scream e ritornelli melodici, come evidenziato peraltro da Coroner nella sua recensione.
E ora cos'abbiamo? Stacchi in breakdown, strofe in scream e ritornello melodici. Ma come, non erano cambiati? Beh si, perchè ora in aggiunta a tutto ciò abbiamo inserti di elettronica come se piovesse (a volte al limite della dance) e addirittura due voci, che personalmente non gradisco, anche se globalmente svolgono un lavoro migliore di quanto fatto dal precedente vocalist. Il tutto shakerato in salsa hardcore, coi bpm aumentati di botto ma in maniera abbastanza scriteriata.
Il risultato è un coacervo di luoghi comuni musicali, suonati peraltro discretamente, ma che non lasciano in bocca nulla di buono. Così come per il vecchio disco, così è per questo nuovo (cito ancora Coroner): "il melodeath dei Living Corpse è sostanzialmente indistinguibile dal marasma di gruppi che si cimentano nel genere, così come il songwriting si attiene in maniera scrupolosa al copione che l'ascoltatore si aspetta.". Cambiate "melodeath" con "metalcore" ma il concetto rimane esattamente lo stesso.

Cambiano i generi, cambiano parzialmente gli interpreti ma i Living Corpse continuano, personalmente, a non convincere, sedendosi sugli allori di qualcosa di già esistente ma limitandosi a suonarlo bene, metodicamente, senza però innovare e provare a proporre qualcosa di diverso e personale. E tenendo conto che questo è il secondo tentativo..non me ne vogliano, errare è umano, ma perseverare è diabolico.

Quoth the Raven, Nevermore..

Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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