Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:54 min.
Etichetta:Nadir Music

Tracklist

  1. THE MAN AMONG TWO WORLDS
  2. VAINGLORY
  3. SAILING LIKE THE GODS OF THE SEA
  4. SOLILOQUY OF THE SENTENCED
  5. IN SIGN OF BRENNO
  6. VICTIMULA'S STONE
  7. SOLSTICE OF BURNING SOULS
  8. L'ERESIARCA
  9. THE OAK AND THE CROSS
  10. UNDER FLAG OF SEPRIUM

Line up

  • Stefano Silvestrini: vocals
  • Leonardo “Unto” Filace: guitars
  • Adriano Colombo: guitars
  • Santino Talarico: bass
  • Matteo Tommasini: drums

Voto medio utenti

Ascoltando l'album d'esordio degli AEternal Seprium mi chiedo come mai in occasione della recensione al precedente demo "The Divine Breath of Our Land" (2010), mi fossi lasciato sfuggire un facile accostamento ai Domine, richiamati apertamente da più brani come, ad esempio, "Vainglory" o "Sailing Like the Gods of the Sea".
Per il resto non posso che ribadire l'opinione espressa a suo tempo, con le influenze della N.W.O.B.H.M. evidenti già nelle primissime battute dell'opener "The Man Among two Worlds" ed un pathos epico recuperato da Warlord, Manilla Road e Cloven Hoof, ben raffigurato da quella "In Sign of Brenno" che già aveva fatto un figurone sul succitato demo.

Peccato per una registrazione solo così così che penalizza la pienezza della resa sonora e per alcune difficoltà, rilevabili negli arrangiamenti e sopratutto nei cori, che mettono il dito nelle piaghe di questa formazione lombarda, che a livello lirico ha nuovamente optato per raccontare vicende storiche della nostra nazione, anche con diversi inserti in italiano ed una canzone, "L'Eresiarca", cantata completamente nella nostra lingua madre, un'opzione, questa, che ho sempre sostenuto, e che gli AEternal Seprium sanno adottare con accortezza e senza correre il rischio di apparire pacchiani.
La prova dei singoli musicisti mostra ben pochi appigli a critiche anche se stavolta Stefano Silvestrini, in alcuni passaggi (ad esempio, nel corso di "Sailing Like the Gods of Sea" o "Victimula's Stone"), lascia intravedere qualche incertezza ed ingenuità.

Certo, si poteva arrivare all'esordio sulla lunga distanza con una prova maggiormente convincente, ma canzoni come la drammatica "Soliloquy of the Sentenced" (con un azzeccato guitar solo) o l'eccezionale accoppiata conclusiva "The Oak and the Cross" e "Under Flag of Seprium", spalancano le porte a maggiori fortune e successi.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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