Drudkh - Вічний Оберт Колеса (Eternal Turn of the Wheel)

Copertina 9

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:37 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. ETERNAL CIRCLE
  2. BREATH OF COLD BLACK SOIL
  3. WHEN GODS LEAVE THEIR EMERALD HALLS
  4. FAREWELL TO AUTUMN'S SORROWFUL BIRDS
  5. NIGHT WOVEN OF SNOW, WINDS AND GREY-HAIRED STARS

Line up

  • Krechet: Bass, Keyboards
  • Vlad: Drums, Keyboards
  • Roman Saenko: Guitars, Bass
  • Thurios: Vocals, Keyboards

Voto medio utenti

"Eternal Turn of the Wheel", l'eterno girare della ruota.
Un senso di ciclicità che ci offre una sfumatura di infinito che ben si adatta al ritorno degli ucraini Drudkh.
Un senso di infinito che pervade profondamente la loro musica, rendendola unica nel panorama estremo europeo e mondiale.
A ben guardare, inoltre, la ciclicità è perfetta per descrivere quello che è un evidente ritorno alle origini del proprio suono da parte del gruppo. Non è un caso che l'album prenda il titolo da uno dei pezzi del loro esordio, quel "Forgotten Legends" che aveva svelato al mondo il talento di musicisti fuori dagli schemi, e non è un caso che la ruota abbia girato per andare indietro, per tornare da dove aveva iniziato il suo vortice incessante, come non è un caso che questo album termini esattamente la dove inizia.

I Drudkh riscoprono il passato dunque e scelgono una via diversa da quella che avevano accennato con il precedente lavoro: "Eternal Turn of the Wheel" abbandona l'influenza Katatonia e si permea, nuovamente, della natura che da sempre è il perno attorno al quale gira la musica dei nostri.
Una natura alla quale i Drudkh sono strettamente legati e dalla quale traggono ispirazione per cesellare cinque brani di strepitoso black metal in cui atmosfera e disperazione si amalgamano in un urlo che il vento incessante diffonde tutt'intorno.
La musica che ascoltiamo lacera l'anima per la sua dolorosa profondità espressiva e poco importa se i brani viaggino a velocità elevate o se si adagino su melodie più quiete ed evocative, in ogni caso è l'emozione, purissima, a prorompere in modo incontenibile dalle note del disco.

Il cantato feroce e desolante di Thurios aiuta a perdersi tra le fitte foreste di cui le gelide chitarre di Roman Saenko sono l'eco e l'anima più oscura e nelle quali è facile immaginare di vagare mentre si ascolta un suono come questo.
Un suono evocativo e profondissimo, erede del Burzum migliore.

Inutile citare un brano in particolare: "Eternal Turn of the Wheel" è paganesimo puro, è limpida melodia di una notte stellata, è l'acqua di un ruscello che scorre silente, è il canto degli uccelli, è la pioggia che cade incessante, è una ruota che gira senza fine, è tutto questo e di più di questo.
Questa è musica vera, perchè tocca l'anima nella sua intimità, accarezzandola e lacerandola.

Non cercate paragoni per la musica dei Drudkh.
Non ne troverete o ne troverete troppi. Lasciate solo che il loro black metal così evocativo, così disperato e magniloquente vi avvolga e vi stringa tra le sue spire, lasciate che il gelido soffio del vento vi ghiacci la pelle.
In eterno.
Ben tornati maestri.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 feb 2012 alle 16:09

Beh, innovativo no di certo. Ma meglio di loro in giro non vedo molto...

Inserito il 25 feb 2012 alle 15:45

valutazione a mio personalissimo modo di vedere un po eccessiva. certo un bel disco, belle atmosfere, molto evocativo ma non mi sembra così enormemente innovativo o diverso da molti altri dello stesso genere, forse leggermente sopra la media ma nemmeno di troppo.

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