Kvarforth Niklas - Fifteen Years Of Absolute Darkness

Copertina SV

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2011
Durata:102 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. KKOAGULAA - EXCERPT 4
  2. DIABOLICUM - SALVATION THROUGH VENGEANCE
  3. MANES - BLI MED MIG
  4. IN LINGUA MORTUA - COLD VOID MESSIAH
  5. MONUMENTUM - THE COLOUR OF COMPASSION
  6. SHINING - FÖRTVIVLAN, MIN ARVEDEL [ALTERNATIVE VERSION]
  7. HJARNIDAUDI - A DARKBLUE AFTERNOON
  8. LIVSNEKAD - FOBISK SÄLTA
  9. THE VISION BLEAK - I DINED WITH THE SWANS
  10. GLORIOR BELLI - THE NIGHT SCALP CHALLENGER
  11. FUNERAL DIRGE - ALPHA SANS OMEGA
  12. GRAVDAL - MISHANDLET
  13. NEKROS - THE BLACK SERPENT
  14. BETHLEHEM - YESTERDAY I STILL DIED TODAY
  15. DEN SAAKALDTE – MESIAS

Line up

  • Aa.Vv.: all instruments

Voto medio utenti

Niklas Kvarforth è un’artista svedese conosciuto ai più in quanto leader e frontman degli Shining, combo di suicide black metal che va per la maggiore nei circuiti di grim frostbitten misanthropic elite black metal.
Il qui presente “Fifteen Years Of Absolute Darkness”, come ci suggerisce il titolo, è una raccolta di quanto di meglio Niklas abbia fatto nei suoi 15 anni di attività, raccontato attraverso le bands nelle quali ha suonato/cantato.
Le bands qui raccolte sono per la maggior parte black metal ed è possibile ascoltare, oltre agli Shining of course, i Manes, i Diabolicum, i Monumentum, i Bethlehem e i The Vision Bleak.
Due dischi, 15 canzoni, 102 minuti di “oscurità assoluta”, per citare il tiolo ancora una volta.
Al di là delle note biografiche, tuttavia, pare opportuno esprimere più di una perplessità per quello che vuole (vorrebbe) essere un tributo ad un musicista che, scusate la sincerità, probabilmente non lo merita.
Non lo merita non perché non sia bravo, cosa sulla quale non dubitiamo, ma perché siamo soliti ascoltare tributi di gente che fatto la storia (o un pezzo di questa) della musica, della qual cosa, in relazione a Niklas, sì che ci sentiamo di dubitare!
Ma come si dice…a ciascuno il suo e, sebbene le autocelebrazioni (perché di questo si tratta) non ci piacciono, bisogna ammettere che i pezzi contenuti in quest’opera sono di buona se non ottima fattura. Inoltre permettono di dare uno sguardo a bands, almeno per me, misconosciute, come i Den Saakaldte e gli Hjarnidaudi.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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