Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:59 min.
Etichetta:Earache Records

Tracklist

  1. FIGHT TO THE DEATH
  2. WEST L.A. NIGHTS
  3. STARCHILD
  4. FLYING TIGERS
  5. NIGHT TRAIN TO TOKYO
  6. NIGHT STALKER
  7. FALL OF ATLANTIS
  8. BLOOD ON THE PYRAMIDS
  9. DEMONS AND DIAMONDS
  10. DARK ALIEN OVERTURE
  11. WAR OF THE WORLDS
  12. STARMAN'S SON

Line up

  • Wyatt Anderson: vocals
  • Jon Leon: bass, guitars
  • Giovanni Durst: drums

Voto medio utenti

C'è chi va e chi viene...

Tornano i White Wizzard con il loro nuovo album, e affrontano questa prova con il loro precedente cantante: Wyatt Anderson, uscito dal gruppo dopo aver registrato "Over the Top" e rientrato poi in formazione dopo che Peter Ellis aveva inciso il singolo (pubblicato in memoria di Ronnie James Dio) "Shooting Star", ma che ora è stato nuovamente sostituito da Michael Gremio, incrociato tempo fa con i Cellador e che era già passato fugacemente tra le fila degli stessi White Wizzard.

Quello che non manca a "Flying Tigers", sono una forte devozione alla R.W.O.H.M (Revival Wave of Heavy Metal), costantemente sottolineata dal basso maideniano (inconfutabile) di un Jon Leon sempre più leader del gruppo, ed un approccio compositivo ed esecutivo smaccatamente eighties, per quanto, nell'occasione, il tutto si riveli meno immediato e maggiormente propenso alla ricerca di soluzioni intricate e ad effetto.
Tuttavia, rispetto a "Over the Top", si percepisce anche una minor freschezza e forza d'impatto, e sopratutto ora manca di quell'effetto sorpresa cui il precedente lavoro aveva potuto giovarsi.
Infatti, le aspettative - perlomeno da queste parti - erano elevate, e per quanto non deludente "Flying Tigers" non le soddisfa appieno, sia a causa di un paio di episodi davvero sottotono, come "Night Train to Tokyo" o la powerslave wannabe "Blood on the Pyramids", sia per un songwriting che si è fatto pretenzioso, come si avverte sopratutto nella seconda metà del disco.

Meno male che all'appello rispondono prontamente anche l'energia di pezzi come "Night Stalker" o dell'ottima "Starman's Son", convincente ed articolato episodio conclusivo, ed il feeling della power-ballad (dai larghi squarci strumentali) "Starchild", altrimenti questo mezzo passo falso sarebbe stato ancora più evidente.

E' probabile che, al di là di un calo d'ispirazione, i White Wizzard non siano di certo aiutati da una palese instabilità a livello di formazione, che si conferma addirittura cronica dietro al microfono... anche perchè va ricordato che oltre ai tre vocalist già citati qualche riga più sopra, sull'EP d'esordio, "High Speed GTO", aveva cantato un quarto singer: James Paul Luna.

Spero vivamente che con il prossimo album si possano registrare solo miglioramenti, sotto tutti i punti di vista.

Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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