Gotthard - Homegrown – Alive In Lugano

Copertina 10

Info

Anno di uscita:2011
Durata:non disponibile
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. UNSPOKEN WORDS
  2. GONE TOO FAR
  3. TOP OF THE WORLD
  4. NEED TO BELIEVE
  5. HUSH
  6. UNCONDITIONAL FAITH
  7. ACOUSTIC MEDLEY 2010
  8. SHANGRI LA
  9. I DON'T MIND
  10. HEAVEN
  11. THE OSCAR GOES TO
  12. LIFT U UP
  13. LEO VS STEVE
  14. SISTER MOON
  15. ANYTIME ANYWHERE
  16. THE TRAIN

Line up

  • Steve Lee: vocals
  • Leo Leoni: guitars
  • Freddy Scherer: guitars
  • Marc Lynn: bass
  • Hena Habegger: drums
  • Nicolò Fragile: keys

Voto medio utenti

Sono in tanti (troppi) a non conoscere i Gotthard, band che per quanto mi riguarda già possiede il suo comodissimo posto nel gotha mondiale dell’hard rock. Un posto guadagnato negli anni con tanti dischi da dieci e lode e confermato sempre e comunque dalle esibizioni live, un concentrato di energia e di rock and roll che davvero in pochi sono in grado di regalare.
A tutti questi infedeli che ancora non conoscono i Gotthard, l’unica cosa che posso consigliare è quella di fare atto di contrizione e di andare (in ginocchio, preferibilmente) verso il negozio di dischi più vicino a fare un po’ di spesa.

Detto questo, passiamo al disco che, dopo il rinvio dell’uscita, finalmente posso stringere tra le mani. Un album live registrato in patria, che arriva in un momento particolarmente delicato per la band, in procinto di annunciare chi sarà il nuovo cantante. Idealmente, questo disco rappresenta l’ultimo saluto a Steve Lee, una delle voci più incredibili di tutti i tempi, di cui proprio qualche giorno fa ricorreva il primo anniversario della scomparsa. Ho già avuto modo più volte su metal.it di ricordare Steve, tra articoli e recensioni, quindi non mi pare il caso di ritornare sul tema. Posso aggiungere solo una breve considerazione: questo live è perfettamente in grado di spiegare al mondo intero perché Steve Lee era un cantante di classe sopraffina. Una scaletta impegnativa trasformata in un gioco, con una totale padronanza della voce e una tranquillità disarmanti. Ma non è solo tecnica, perché quello che rendeva unica questa voce era soprattutto la sua anima, calda e cullante, in grado di provocare brividi ed emozioni come solo i più grandi sanno fare.
Per il resto, qui dentro c’è l’essenza di una band hard rock coi controcazzi, punto e basta. Una setlist decisamente bella, dalla quale necessariamente rimangono fuori alcune perle ma in grado di scaldare a sufficienza una platea numerosa e davvero calda. Pezzi nuovi e pezzi vecchi che si sposano alla perfezione, momenti lenti e acustici da lacrimoni agli occhi e poi, in chiusura, l’inedito The Train, già comparso qualche settimana fa su internet e ora messo su disco: un brano gentile e delicato, decisamente bello anche se non clamoroso.

Dieci, perché siamo di fronte sì a un ottimo prodotto, ma dieci anche come voto a tutta la prima parte della carriera di una grande band. Il momento della svolta è arrivato, da oggi si volta pagina. Chiunque sarà il nuovo cantante dovrà raccogliere una pesante eredità, ma mesi di provini e ragionamenti sicuramente porteranno a una scelta ben ponderata. Per quanto mi riguarda, niente sarà più lo stesso senza Steve, ma ho totale fiducia in Leoni e compagni, di cui ho stimato profondamente anche la gestione della tragedia: vi aspetto, cari Gotthard. Auguro a voi (ma anche a tutti noi) una seconda parte di carriera altrettanto brillante. Dischi come questo servono solo a far capire quanto ve lo meritiate.
Recensione a cura di Alessandro Quero
Grazie da Lugano

Non è usuale ringraziare l'estensore di un articolo, ma mi sono iscritto proprio per farlo. Sono stato amico da lunga data di Steve Lee come sono tutt'ora amico di Leo e dei Gotthard.. Bravo Alessandro, porterò il tuo articolo oggi stesso a Leo Leoni qualora non lo avesse ancora letto. E spero che gli amici del mondo del Rock italiano, da oggi, ricordino la Svizzera non solo per gli orologi o le banche. Un abbraccio a tutti da Lugano. Rock on

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 ott 2011 alle 16:25

:-)) No, dai, non dire così. E' che purtroppo l'anno scorso ho perso due punti di riferimento importanti come Dio e Steve, è per questo che sono stato così prolisso con gli epitaffi.

Inserito il 18 ott 2011 alle 10:05

Commozione. E poi è proprio molto bello di suo. Quando dice in italiano, "allora la mandiamo via questa pioggia?" non so mi vengono i brividoni. E' un po' tutto insieme sia l'aspetto emotivo, che si sente veramente molto, che quello musicale. che è indiscusso. (te li fai tutti tu Alex i DVD celebrativi postmortem? Non senti un po' di pressione al riguardo?)

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