Scar of the Sun - A Series Of Unfortunate Concurrencies

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2011
Durata:57 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. DISPOSABLE
  2. SWANSONG OF SENSES
  3. ODE TO A FAILURE
  4. 8TH OCEAN DRIED
  5. GRAVITY
  6. A SERIES OF UNFORTUNATE CONCURRENCIES
  7. BURN THE MEMORY
  8. A PAUSE IN THE DISASTER
  9. DISCIPLE OF THE SUN
  10. I LOST

Line up

  • Panagiotis: Bass
  • Alexi: Guitars
  • Terry: Vocals, keys & programming
  • Chris: Guitars
  • Achilleas: Drums

Voto medio utenti

È molto difficile etichettare il debut album dei greci Scar of the Sun, viste le sue molteplici sfaccettature. Semplificando, potrei farvi pensare agli In Flames, più melodici in alcuni momenti, più oscuri e ‘Opeth’ in altri, altrove contaminati dal prog-metal di scuola americana, in un’alternanza continua di clean e growl vocals, con predilezione per le prime. Gothic quanto basta, nelle tematiche e nelle atmosfere, e molto altro in mezzo: come avrete capito, è la classica situazione ambivalente: o gruppone o disco di m***a.

Nella fattispecie, propendo decisamente, fortemente per la prima ipotesi: “A Series of Unfortunate Concurrencies” è un trip sonoro niente male, che sa ammaliarti proprio per la continua diversità dei brani, o delle sezioni all’interno dello stesso pezzo. A volte mi ricordano i Pain of Salvation di “One Hour…”, a volte ci sento i Paradise Lost ("A pause in the Disaster"),a volte addirittura echi dei Pink Floyd (“Burn the Memory”) ma fare nomi non rende il giusto merito ad una band giovane, ma dalle idee chiare, e molto interessanti. Vero è, come apprendiamo dalle liner notes, che il suddetto cd ha richiesto ben 11 mesi di gestazione, per essere pronto alla fine del 2008 ed essere dato alle stampe solo ora! Ma il lavoro è certamente ben riuscito, complice tra l’altro una produzione potente ma non invadente, in grado di lasciar brillare le varie nuances che gli Scar of the Sun sanno pennellare sulle tavolozze delle loro canzoni.

Nuova band, nuovo sound, sicuramente una proposta più che interessante. Fossi in voi, un ascolto glielo darei, anche due.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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