Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2002
Durata:18 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FEUERZAUBEN
  2. DIE NACHT HAT AUGEN
  3. UNTER DER FAHNE
  4. WELTHERSHAFT

Line up

  • Herr Schmitt: vocals, bass, guitars
  • Hauptmann Hammer: drums
  • Oberleutnant LS: keyboards

Voto medio utenti

Mezzerschmitt era il nome di una famosa casa produttrice di aerei usati nella seconda guerra mondiale dai tedeschi per bombardare l'Inghilterra, e Welthershaft è il "dominio totale" sugli uomini, il supremo controllo dell'ordine, dei pensieri e delle parole, ad opera di un immaginario (bisogna solo stabilire quanto) Impero. Con queste credenziali, con pseudonimi come Herr Schmitt e Hauptman Hammer, e con titoli come "Unter Der Fahne" (Sotto la Bandiera) e "Die Nacht Hat Augen" (La Notte Ha Gli Occhi) il collegamento tra il progetto Mezzerschmitt e il nazismo sembrerebbe più che ovvio. Ma il gruppo precisa di avere solo intenti provocatori, e assolutamente non politici... inoltre ho letto da qualche parte che l'idea centrale è venuta ad Herr Schmitt dopo un avvenimento personale, quindi fidiamoci delle parole della Season Of Mist, ammettendo comunque che il mini-cd per come è costruito riesce subito a trasmettere un brivido. Dietro a questo progetto non potevano che esserci tre elementi della scena black moderna norvegese: il prezzemolino Hellhammer ormai presente nel 95% dei dischi che escono ogni mese e il suo compagno nei Mayhem Blasphemer che si fa carico del lavoro dietro al microfono oltre a suonare basso e chitarra, accompagnati dal tastierista dei Red Harvest. Per capire cosa intendo quando scrivo "Industrial black metal" bisogna pensare ai Thorns o all'ultimo discusso album dei Mayhem: riff taglienti e velocissimi, scariche di doppia cassa, voce marziale, il tutto per un risultato quadrato e compatto. Ascoltando "Welthershaft" non si può non immaginare di essere in un mondo dominato dalla paura e dall'angoscia, scosso dalla sirena iniziale che preannuncia l'inizio della fine... da questo punto di vista il gruppo ha fatto un ottimo lavoro risultando praticamente un esercito in marcia che annienta tutto ciò che incontra lungo il suo cammino. Tutto l'album è freddo, non passa nessuna emozione, e anche se sicuramente era proprio questo l'obiettivo del gruppo le canzoni si fanno ascoltare piacevolmente quando il cd è già inserito nel lettore ma non trasmettono la voglia di essere sentite troppo spesso. Nonostante siano solo quattro i pezzi, riescono ad inquadrare bene le intenzioni del gruppo, quindi il problema resta uno solo: con gli ultimi piccoli capolavori di Thorns e Mayhem, suonati dagli stessi musicisti, a volte con lo stesso tipo di approccio e anche di tematiche, è proprio la stessa utilità del prodotto che rischia di essere messa in dubbio. Comunque aspettiamo impazienti il full-lenght sperando di esserci sbagliati.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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