Abysmal Dawn - Leveling The Plane Of Existence

Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:39 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. THE AGE OF RUIN
  2. PIXILATED IGNORANCE
  3. IN SERVICE OF TIME
  4. RAPTURE RENOWNED
  5. OUR PRIMITIVE NATURE
  6. PERPETUAL DORMANCY
  7. LEVELING THE PLANE OF EXISTENCE
  8. MANUFACTURED HUMANITY
  9. MY OWN SAVIOR
  10. THE SLEEPER AWAKENS

Line up

  • Charles Elliott: vocals, guitar
  • Scott Fuller: Drums
  • Michael Cosio: bass guitar

Voto medio utenti

Tornano gli Abysmal Dawn, che noi, metalheads attenti alle uscite Relapse Records, avevamo imparato a conoscere con il precedente lavoro, Programmed To Consume, che ha valso alla band un posto tra gli acts più stimati del death metal tecnico proveniente dai lidi americani. Programmed To Consume, assieme all'omonima track, ha infatti permesso alla band di essere conosciuta e di uscire dal dolce limbo dell'underground, fino ad arrivare a quella che oggi possiamo considerare la prova del nove.

Leveling The Plane Of Existence ha l'ardente compito di confermare o smentire le più che buone impressioni avute con il debutto.

L'album si apre con un intro, “The Age of Ruin”, che nel suo incedere apocalittico, assurge a preludio e ci conduce, attraverso la melodia delle tastiere, verso il primo vero pezzo della release: “Pixilated Ignorance”. Il pezzo è molto carico ed aggressivo, una pura ventata di death metal in cui non mancano tencnicismi degni di pietre miliari del genere, come i Dying Fetus. Ed è proprio ad uno stile simile al loro che gli Abysmal Dawn, a mio parere, aderiscono, nonostante scelgano una via meno politicizzata e socialmente impegnata nelle lyrics.

Si interpone a metà dell'album un altro intro, “Our Primitive Nature”, che funge da spartiacque, aprendo il secondo capitolo del full e deliziandoci, questa volta, con un ritmo quasi tribale, scandito dall'incedere deciso e martellante delle percussioni.

I successivi quattro pezzi proseguono con la linea stilistica intrapresa all'inizio, per cui ci sono oscure le motivazioni che hanno portato la band a suddividere l'album in due tranche che non rivelano molte differenze tra loro.

L'unico pezzo che si distingue nettamente dal resto della release è quello di chiusura, “The Sleeper Awakens”, che colpisce in quanto a versatilità e che senza dubbio è il migliore che la band abbia sfornato con questo album. La voce cambia e vengono alternate parti arpeggiate in cui il cantato è più caldo e sussurrato, a parti più death metal in cui il cantato si fa più chiuso ed aspro. Bellissima l'atmosfera che ne viene fuori, quasi lirica, si tinge di una melanconìa affascinante e trascinante, che si esaurisce con un assolo degno di nota a partire dal quarto minuto di esecuzione.
The Sleeper Awakens” è la track meno aggressiva, oltre che la più articolata e melodica, ma dimostra come le band che scelgono un genere così estremo siano poi anche molto abili ed abbiano buon gusto anche in fatto di melodìa.

Tutto sommato, Leveling The Plane Of Existence è un buon lavoro, che prova le potenzialità della band che abbiamo potuto saggiare col debutto. Tuttavìa, a tratti sembra un po' piatto, per l'adoperazione pedissequa di alcune scelte stilistiche e per le poche variazioni tra una track e l'altra.
Recensione a cura di Selenia Marinelli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 30 mar 2011 alle 14:55

Brava Selenia! Concordo in pieno con la recensione anche se alzerei il voto a un 7,5 (giudizio personale). Anche se a tratti un po' semplicistico, è un album bello carico, godibile e che dà soddisfazione.

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