Copertina 5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:41 min.
Etichetta:Witching Hour Productions

Tracklist

  1. WHORE
  2. DRUMS OF WAR
  3. BULLET OVERDOSE
  4. ZOMBIE SURVIVAL
  5. THRASHIN` FURY
  6. RADIATION
  7. UNLEASH THE UNHOLY
  8. RETURN TO TORTUGA BAY
  9. BESTIAL DESOLATION
  10. WATCH THE WORLD BURN

Line up

  • Bastard: Vocals
  • Thanathos: Guitar
  • Hypnos: Guitar
  • Marrath: Bass
  • Matt: Drums

Voto medio utenti

Devo ammettere che mi fa sempre molto piacere avere la possibilità di ascoltare ogni tanto qualche bel gruppetto che abbai nelle proprie corde quel sano spirito thrash di metà anni ottanta, magari un po’ rubacchiato al talento dei Sodom, un po’ scopiazzato dal diario di scuola degli Slayer, con l’orecchio teso verso qualche bel dischetto prodotto dai Kreator che furono. I polacchi Bloodwritten avrebbero quindi tutte le carte in regola per farmi trascorrere una quarantina di minuti di relax e spensieratezza (si fa per dire), in onore dei tempi che furono. Un rapido controllo al loro MySpace aveva pure aumentato le mie speranze . Avrebbero potuto, si diceva. Purtroppo il bellicoso quintetto proveniente da Varsavia non centra il bersaglio, pur prodigandosi alacremente a spalare note e spaccare riffs, quasi fossero operai della manovalanza musicale. “Thrashin’ Fury” rispecchia perfettamente il concetto di “tanto mestiere ma zero talento”, visto che riesce nella non invidiabile impresa di risultare prevedibile già alla terza canzone e monotono alla quarta. Decenti gli up tempo delle iniziali, ed apprezzabili, “Whore” e Drums of War”, dove un riffing mai troppo complesso ma serratissimo ed un drumming quadrato ed instancabile accompagnano discretamente bene Bastard e le sue vocals in pieno stile Tom Angelripper periodo “Agenr Orange”. Qui l’influenza dei sullodati gruppi tedeschi viene rielaborata con un minimo di idee e di freschezza. Ma una volta passati indenni attraverso cotal furia, si viene presto presi dallo sconforto nel constatare che tali idee vengono inesorabilmente riproposte in tutti il resto del lavoro, E’ veramente triste doversi sorbire brani quali, giusto per fare un esempio, “Zombie Survival”, con le sue linee melodiche banali e senza freschezza ripetuti incessantemente seguendo il canonico principio “Ok raga, facciamo quattro giri di intro, quattro di strofa, poi quattro giri di ritornello, poi quattro di strofa, poi assolo, poi decidiamo come concludere e abbiamo finito il pezzo”. In definitiva, se anche a voi come a me piace rivivere qualche bella emozione dei tempi che furono date retta a me, adesso come adesso buttate via tutto e datevi al mathcore, va. In attesa di tempi migliori
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 16 feb 2011 alle 14:40

L'ho recensito anch'io per un'altra testata. Album assolutamente inutile.

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