Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:41 min.
Etichetta:My Graveyard Productions

Tracklist

  1. STAY HEAVY
  2. JAILBREAKER
  3. ROCKET WOMAN
  4. LOVE IS OVER
  5. GIMME THE NITE
  6. SWITCHBLADE SERENADE
  7. BURN BABY BURN
  8. METAL STRIKES AGAIN
  9. PLAY IT LOUD
  10. ONE MORE ROUND
  11. DEAD ON ARRIVAL

Line up

  • Johnny Curly: guitar
  • Luke Tampa: guitar
  • Mise: drums
  • Mark Bonavita: vocals
  • Lehmann: bass

Voto medio utenti

Rivoluzionata solo in fatto di line-up, la premiata (il disco di debutto è stato ben accolto e la band è stata gratificata da un tour europeo di trenta date con gli americani L.A. Guns e dal “supporto” a Blaze Bailey in Italia e in Spagna) ditta Nasty Tendency, al suo secondo full-length per la My Graveyard Productions, conferma tutta la sua passione per i tipici suoni che hanno reso l’hard ‘n’ heavy ottantiano uno dei generi musicali più apprezzati ed imitati anche nel nostro ipertecnologico 2011.
Quella dei nostri è dunque una situazione artistica decisamente old fashioned e tradizionale, definizioni praticamente obbligatorie quando sono Lizzy Borden, WASP, Iron Maiden, (early) Motley Crue, Judas Priest, Riot e Grim Reaper i nomi da citare nel tentativo di fornire al lettore riferimenti utili ad un orientamento sonoro, ma bisogna anche dire che non sono molte le formazioni a saper trasfondere con così tanta veemenza e competenza quella carica primordiale priva di eccessivi fronzoli che da sempre caratterizza i migliori interpreti del settore.
Songs molto ben disegnate, costruite quasi tutte su riff turbinosi e anthem vincenti, rappresentano il “segreto” dei cinque di Forlì, oggi capitanati dall’ugola stentorea di Mark Bonavita (che qualcuno ricorderà negli ottimi Circus Nebula), che con i suoi registri vocali a metà strada tra Grimmet, Dickinson e Vescera, caratterizza prepotentemente i brani del disco, scacciando repentinamente la piccola delusione provata da chi aveva gradito la soluzione di una female-fronted band esibita nell’esordio “Wild and nasty”.
Quarantun minuti di cori e ritmiche incalzanti, chitarre granitiche e vigorose melodie (i nostri si concedono, con notevole profitto, anche una tagliente ballad dall’eloquente titolo “Switchblade serenade”) che vi faranno venire voglia di cantare (sono tre giorni che non riesco a togliermi dalla testa la trascinante linea armonica di “Gimme the nite” e l’irruenza “familiare” eppure così dirompente di “Play it loud” e “Dead on arrival” …), di alzare il pugno al cielo, di scuotere il testone, ovunque decidiate di fruire di queste concitate note (attenzione, il rischio è di abbandonarsi a tali pratiche anche in circostanze leggermente “imbarazzanti” … mezzi pubblici, autovettura, ecc.), nell’attesa di poterlo liberamente fare in un’opportuna e attesa circostanza live.
Chi ama questi suoni e sa cogliere lo straordinario potere di coinvolgimento di una celebrazione ricca d’istinto e buongusto anche nell’ordinario di un’ambientazione rigorosa in tutti i suoi dettagli espressivi (compresi iconografia, titoli e contenuti dei pezzi, …), potrà senz’altro godere senza riserve di questo “Hello suckers!”, un lavoro che farà sentire un po’ più giovani i veterani del genere e magari indurrà i pivellini a (ri)scoprire quel mondo “antico” di cui i Nasty Tendency sono senza dubbio credibili epigoni.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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