Copertina 8,5

Info

Past
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:1983
Durata:44 min.
Etichetta:Bronze

Tracklist

  1. BACK AT THE FUNNY FARM
  2. SHINE
  3. DANCING ON YOUR GRAVE
  4. ROCK IT
  5. ONE TRACK MIND
  6. ANOTHER PERFECT DAY
  7. MARCHING OFF TO WAR
  8. I GOT MINE
  9. TALES OF GLORY
  10. DIE YOU BASTARD

Line up

  • Lemmy: vocals, bass
  • Brian Robertson: guitars
  • Philthy Taylor: drums

Voto medio utenti

"Another Perfect Day" è stato l'album della discordia, della divisione fra i fan, ma sopratutto è stato un album ampiamente incompreso e sottovalutato all'inizio, salvo poi essere rivalutato negli anni grazie anche alla costanza di Lemmy nel voler riproporre live alcuni brani per lungo tempo.
A parere di chi scrive, il disco deve essere annoverato fra i migliori del gruppo in virtù di alcune, semplici considerazioni.
Primo, il songrwriting, mai così vario ed articolato in un album dei Motorhead.
Secondo, la prova del nuovo (all'epoca) arrivato Brian Robertson, mai veramente accettato - o meglio compreso - dallo zoccolo duro dei fans. Il suo riffing ricco di solos, sovraincisioni, bridge ed armonie era diametralmente opposto a quello secco e veloce del grande "fast" Eddie Clarke, ma aveva donato colore alla musica.
Terzo, il cambiamento di suono di questo disco rispetto a tutta la precedente - e gloriosa - produzione.
Esaminandolo un pò in dettaglio, l'album, in realtà si discosta solo in parte dal tipico Motorhead-sound, prova ne è il brano d'apertura, la terremotante "Back At The Funny Farm" ( dal testo allucinante, leggetevi le lyrics ) che inizia con un giro di basso che ricorda lo storico brano Motorhead ma più accellerato, oppure "Shine" o "Rock It" due boogie - rock'n'roll songs dall'inconfondibile sapore blues ipervitaminizzato.
"Dancing On Your Grave" è diventato - postumo - un classico minore del gruppo, spesso suonato dal vivo, mentre "Die You Bastard" è un rock'n'roll veloce tipicamente in your face e "One Track Mind" una grande e semisconosciuta ballad lenta e potente ricca di solos con un Robertson in grande spolvero.
Il disco offre una nuova faccia della band di Lemmy ove la melodia si fonde con l'aggressività del sound base e dove i notevoli assoli portano il livello di maturità dell'album ad un livello superiore.
Sicuramente un lavoro da riscoprire.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 dic 2019 alle 13:26

Bel disco con pezzi inarrivabili (già citati nella recensione). Peccato per la produzione di qualità non all'altezza. Si respira una sfumatura melodica dei thin lizzy,con il contrappeso di Lemmy e Taylor. Forse qualche assolo un po' troppo lungo..Pare che il trio non funzionò perchè Robertson sul palco era troppo distaccato dal contesto della band. Non ha mai fatto nulla per farsi sentire uno dei motorhead,addirittura sembra che odiasse suonare pezzi appartenenti ai dischi precedenti,soprattutto quelli famosi. Addirittura si vestiva in modo strano ed imbarazzante sul palco,cosa che metteva sicuramente a disagio la band e chi andava a vederli in concerto. Erano oltretutto gli anni in cui cadde nel fondale degli abissi con l'uso dell'eroina oltre che l'alcool. Vederlo coi thin lizzy splende ancora in lucentezza,ma chi ha avuto occasione di seguirlo nel tempo,ha notato il mutamento del suo aspetto. Un po' triste.

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