Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:49 min.
Etichetta:Blackdoom
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. ASHES
  2. THE KILLING FIELDS
  3. THE PROPHECY
  4. DAWN
  5. BLACKENED DESIRE
  6. TILL LIGHT ENSHROUDS

Line up

  • Matt Lawson: vocals
  • Greg O'Shea: guitars
  • Christian Moore-Wainwright: guitars
  • Carl Fairhurst: bass
  • John Bennett: drums
  • Katie Colbrook: keyboards

Voto medio utenti

Oltre ad essere la prima band sotto contratto per la neonata Blackdoom Records, etichetta dei chitarristi dei My Dying Bride, i The Prophecy rappresentano una viva e interessante realtà del panorama doom/death internazionale della quale c'era proprio bisogno. Ashes rappresenta la prima release ufficiale, preceduta solamente da un unico demo intitolato To End All Hope il quale ha fruttato alla band le attenzioni della suddetta etichetta più la partecipazione al tour europeo di Morgion e Mourning Beloveth, occasione grazie alla quale la giovane band ha saputo mostrare tutte le proprie potenzialità. E infatti le fiducie riposte nel combo inglese si sono rivelate tutte confermate, in quanto l'esordio in questione non manca certo di farsi apprezzare per classe e ispirazione. Assimilata la lezione di maestri quali Anatema, Paradise Lost e My Dying Bride appunto, i The Prophecy hanno fatto della propria musica il miglior mezzo per dare forma alle proprie emozioni e sentimenti, tristi e malinconici ovviamente, ma non solo. Le 6 lunghissime tracce che compongono Ashes sono basate sulla costruzione di ampie e avvolgenti atmosfere dettate dal lavoro delle chitarre e rese ancora più evocative dalle distese parti di tastiera che si stendono su tempi dall'ampio respiro, il tutto volto alla creazione di evocative immagini sonore di sicuro effetto. Altrettanto valida è l'alternanza sporadica del cantato pulito con quello più tipicamente growl a sottolineare i momenti di maggiore intensità emotiva all'interno di composizioni che ben alternano momenti rilassati ad altri più accesi e pulsanti, come nel caso di "Blackened Desire", episodio a sé stante se paragonato col resto dell'album. Come primo lavoro siamo di fronte ad un album di buona fattura, anche se non mancano aspetti da migliorare in futuro, quali la qualità della registrazione non propriamente all'altezza e il livello generale degli arrangiamenti che potrebbe essere certo maggiormente curato, aspetti che di certo i The Prophecy sapranno valorizzare in futuro.
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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