Copertina 9

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:Aftermath

Tracklist

  1. COMATOSE
  2. PRESENT REMORSE
  3. LEAVE
  4. THE BURDEN
  5. ORDEAL
  6. UNDERTOW
  7. APOPTOSIS
  8. WOLF IN ME
  9. SOLACE
  10. PAST DECAY

Line up

  • Jukka Salovaara: vocals, guitars
  • Henry Silmonen: drums
  • Mikko Laine: guitars
  • Artturi Sipilä: bass
  • Eetu Karioja: keyboards, vocals

Voto medio utenti

Attenzione ad "Apoptosis", secondo album dei finlandesi Sole Remedy, quintetto dedito ad una proposta musicale tanto affascinante e variegata quanto di piuttosto semplice assimilazione ed intrigante sin dal primo ascolto: l'opener "Comatose" potrebbe indurre in errore persino l'ascoltatore più scrupoloso, vista l'anima malinconica e soffusa del brano praticamente acustico, ma è solo la prima delle mille sfaccettature che "Apoptosis" riuscirà ad offrirci.
Un disco progressivo nel puro senso del termine, capace di passare da territori blandamente alla Opeth a soluzioni più massiccie o psichedeliche, come l'ipnotica "Present Remorse", con tanto di inserti in growl e chorus in clean vocals di sapore pop ma raffinati e preziosi nell'economia del brano, che ricordano tanto gli Evergrey di qualche anno fa e soprattutto gli Amorphis era "Tuonela".

"Leave" rappresenta l'anima più marcia dei Sole Remedy, che sfociano quasi in territori death metal, ma sempre segnati da passaggi dark acustico-melancolici, come i Katatonia dell'ultimo decennio, che ritroviamo in maniera massiccia nella bella "The Burden", esaltata dalla contrapposizione tra schemi death metal e momenti soft.
Si ripiomba nell'ossessione e nella malattia con la cupa "Ordeal", uno dei brani più ordinari del lotto, fino a giungere a "The Undertow", che è invece l'episodio più canonicamente prog-metal, con momenti di ampia ispirazione dai vecchi Dream Theater, in cui viene anche a scemare quella componente depressiva che pervade l'intero "Apoptosis".
La title track ci restituisce l'origine dei Sole Remedy, quella Finlandia così fredda e polare da generare un nuovo brano acustico assai intimista e negativo ma nuovamente affascinante, mentre il finale ci regala i brani nettamente più pesanti ed aggressivi (nonchè i più lunghi, ognuno sugli 8 minuti di durata) a nome "Wolf in Me" e "Solace" (molto Fear Factory di "Pisschrist" nelle soluzioni più aperte), sempre intervallati da momenti acustici di terrorizzante calma, con clean vocals e tastiere di sottofondo.

Termina in modo eccellente la disperata e sentencediana "Past Decay", degna conclusione pessimistica di un album dal mood clamorosamente negativo ma che saprà regalare tante positive emozioni a chi è in cerca di Musica con la M maiuscola, senza alcuna barriera o restrizioni di sorta che impediscano un pieno godimento: lasciarsi così andare ad una "morte cellulare programmata", una morte pulita, può essere la soluzione.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 gen 2011 alle 12:53

dai, è scritta bene! RIP Io lo sto sentendo soltanto adesso

Inserito il 08 gen 2011 alle 12:25

Disco della Ma***na e lo scopro solo ora.....sto provvedendo ad autofustigarmi XD

Inserito il 06 gen 2011 alle 12:19

sono DAVVERO contento ti sia piaciuto, questo disco mi emoziona ad ogni ascolto dopo mesi dalla sua uscita..e continua a girare imperterrito nel mio lettore! Per gli AK...peccato...ma non si può sempre concordare, mi rendo conto :D w i sole remedy!

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