Copertina 4,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2010
Durata:41 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. THE ARRIVAL
  2. IRON FATE
  3. RESURRECTION
  4. LIGHTNING BOLT
  5. IMAGINE A BETTER WORLD
  6. KILLER INSTINCT
  7. RAGE IN A CAGE
  8. WAR IN THE STREETS
  9. PAINFUL SORROW

Line up

  • Denis Brosowski: vocals
  • Harms Wendler: guitars
  • Martin Pflugmacher: guitars
  • Jan Abraham: bass
  • Sascha Wendler: drums

Voto medio utenti

''Cast in Iron'' è il full length, successivo solo ad una demo, datato 2010 dei tedeschi Iron Fate!
Niente male come primo lavoro per quanto riguarda l'aspetto tecnico...
Si tratta di un Power Metal avente influenze provenienti da un Thrash Metal vecchia scuola.
La musica che questi ragazzi propongono è ben fatta e carica di passione; purtroppo è necessario precisare che siamo dinanzi ad un lavoro il quale non si impone mediante i propri tratti distintivi!
Gli Iron Fate decidono di percorrere una via classica e restano assolutamente fedeli, forse fin troppo, a questa decisione, fino all'ultima nota del proprio disco; gesto apprezzabile per numerosi motivi e deplorevole perchè ''Cast in Iron'' non fa che ricordare i Judas Priest per quanto riguarda disparate (ma essenziali) componenti, ovvero: voce e parti vocali, riff di chitarra, ritmica dei brani!
Questo ''omaggio'', almeno all'inizio, pareva essere un gesto ''positivo'', ma con lo scorrere dei minuti d'ascolto risulta evidente come la band non venga solo ispirata dai Priest, in quanto la situazione non evolve ed è possibile riscontrare ingredienti tipici di Halford e i suoi compagni in ogni singola nota di questo lavoro...
Prova palese della sopra citata struttura dei brani è proprio la traccia numero sette, ''Rage in a Cage''.

Insieme alla totale assenza di stile bisogna riconoscere a questi ragazzi la completa padronanza strumentale.
Buona è anche la parte che riguarda artwork e produzione; purtroppo da bocciare è proprio l'essenza, completamente emulata, degli estratti!
Ad otto energici brani segue una ballad e con i suoi bellissimi arpeggi, che sembrano quasi voler stravolgere l'atmosfera, veloce, che fino ad ora ha accompagnato le note di ''Cast in Iron'', il disco si conclude.
Dunque, non è certamente possibile definire passabile un lavoro che scarseggia di personalità, anche se allo stesso tempo risulta buono secondo altri aspetti...
Sembra quasi che il disco sia composto da due metà che non riescono a trovare il proprio equilibrio e di conseguenza inutili per rendere completo il lavoro.
La band in questione possiede tutte le componenti per un potenziale disco carico di autenticità, lontano dall'essere discreto (come nel caso di ''Cast in Iron''); ciò è sicuro proprio come il fatto che in questo caso non sono state sfruttate nel migliore dei modi.
Recensione a cura di Ambra Bucci

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