Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:66 min.
Etichetta:Casket Music / Copro Records

Tracklist

  1. MATTUTINO
  2. NOUMENA
  3. MOTHER MADNESS
  4. WITHER
  5. FORM OF EGOTISM
  6. BE{FOR[EV(H)ER]}
  7. DISILLUSION
  8. STREAM OF UNCONSCIOUSNESS
  9. ...AS BACK THEN
  10. IF SILENCE...
  11. VESPRO

Line up

  • Elia Daniele: vocals
  • Dario Bellicoso: guitar, vocals
  • Peppe Sgró: guitar, vocals
  • Gianfranco Delle Cave: bass
  • Dimitri Tetta: keyboards, vocals
  • Geky Capaccio: drums

Voto medio utenti

Conosco i Winter Of Life da diversi anni ormai, sia per aver recensito il loro demo di esordio del 2004 sulle pagine della mia vecchia zine, sia per aver parlato diverse volte di loro in fase di live report. Si può dire, quindi, che li ho quasi visti crescere, musicalmente parlando, ed ora che ho tra le mani il loro esordio non posso far altro che confermare quanto di buono detto in passato. I Winter Of Life sono una grande band, di quelle quasi inclassificabili a causa di una proposta multiforme che oggi come oggi ha abbandonato leggermente le tinte gothic degli esordi, pur risultando comunque cupa ed oscura, per abbracciare un certo tipo di prog. Ma non finisce qui, perché i forti richiami qua e là ad un certo tipo di death metal melodico, così come alcuni passaggi jazzati, vi faranno capire che la band non si pone limiti nell’esprimere le proprie emozioni in musica. Il gruppo è maturo sotto tutti i punti di vista, a partire da quello tecnico per finire a quello compositivo, e la loro voglia di sperimentare e miscelare vari generi non può far altro che migliorare la proposta musicale finale. Un gruppo del genere non può certo trascurare l’aspetto dei testi, ed ecco quindi che “Mother madness” affronta il concetto di pazzia sotto tutti i suoi punti di vista, in una sorta di concept. Se aggiungiamo anche una produzione ottima ad opera di Peppe Orlando dei Novembre nei suoi Outer Sound Studios e una bella copertina di Seth Siro Anton, il gioco è fatto. Ma dov’è la differenza tra i Winter Of Life e tanti altri gruppi della nostra scena italica? Sta nel fatto che la band napoletana sa osare, sa andare controcorrente, è conscia delle proprie possibilità e dei propri limiti e non cerca di strafare, lasciando semplicemente fluire nelle proprie canzoni le sue emozioni e la sua vena artistica, incurante di ciò che può derivarne. “Mother madness” è un album che regala sensazioni, al di là dei gusti musicali, e chi mi conosce sa che non mastico giornalmente queste sonorità. Se quindi sto tessendo le loro lodi è perché veramente è il caso di farlo… Per non sembrare di parte e troppo entusiasta, però, mi preme sottolineare quelli che possono essere i punti più deboli di quest’album, e cioè l’eccessiva lunghezza, sia del tutto che dei singoli brani, che possono quindi far correre il rischio dell’insorgere di un po’ di noia o comunque del disinteresse nel rimettere il cd nel lettore, e la voce di Elia, che forse avrebbe dovuto osare leggermente di più, come a volte fa, con il semi growl, in quanto il suo tono pulito dopo un po’ diventa troppo monocorde e infastidisce leggermente. Ma, come potete intuire, non sono poi peccati così eccessivi, vista la portata generale dell’album. I brani migliori? Senza ombra di dubbio la title track, con il suo bell’inserto jazzato al centro, e la coppia “Noumena”/“WitHer”, che forse più di altre racchiudono al meglio lo stile della band, fatto, appunto, come già detto prima, di elegante prog, oscurato da tinte gothic e incattivito da riff death, senza dimenticare le melodie decadenti della voce che richiamano un certo post rock. Non credo si sia altro da aggiungere, i Winter Of Life vanno ad inserirsi di diritto tra i grandi della nostra scena, quella più di nicchia e più particolare, che vede nei Novembre e nei Klimt 1918 gli esponenti di spicco. Beh, da oggi dovranno guardarsi le spalle, c’è chi insidia il loro trono. Winter Of Life, gli Opeth italiani? Solo il tempo ce lo dirà…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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