Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:41 min.
Etichetta:Marquee Records

Tracklist

  1. WE WILL PREVAIL
  2. THE ONES I CONDEMN
  3. GIVE ME JUSTICE
  4. THE GREAT WALL
  5. TETRAGRAMMATON
  6. ATROCITY
  7. HIROSHIMA
  8. THE DEVIL'S MARTYR
  9. ULTIMATE POWER CORRUPTS
  10. DESOLATION ALIVE

Line up

  • Rob Urbinati: vocals, guitar
  • Joe Rico: guitar
  • Scott Watts: bass, vocals
  • Gus Pynn: drums

Voto medio utenti

Lo ammetto, prima di avere tra le mani questo “The ones I condemn”, uscito l’anno scorso ma arrivato solo nel 2010 in Europa, avevo completamente rimosso i Sacrifice dal mio database cerebrale, anche se in un angolo remoto della mia mente c’era il ricordo del loro nome, del loro logo e soprattutto della copertina di “Soldiers of mi sfortune”, loro terzo disco. Ma al di là di questo rimanevano uno dei mille gruppi lasciati da parte a favore di qualcosa di più interessante. Beh, dopo aver ascoltato il CD in questione, direi che poi tutto sommato non ho fatto male a lasciarli da parte. Non perché “The ones I condemn” sia un pessimo disco, anzi, è comunque gradevole da ascoltare. Però non ha nulla che possa farmelo preferire a mille altri dischi thrash metal usciti negli ultimi anni. Ma si sa, questo è periodo di revival e soprattutto di reunion, e quindi ecco che anche i Sacrifice decidono, dopo sedici anni dal precedente “Apocalypse inside”, di riprovarci. In un periodo, quindi, e soprattutto in un genere che ha già sparato i suoi colpi migliori, non c’è poi molto più da inventare, quindi si può tranquillamente dividere le band affiliate in quelle che il thrash metal lo sanno fare da dio, e quelle che farebbero meglio a cambiare mestiere. E poi ci sono quelle come i Sacrifice, che invece lo fanno senza infamia e senza lode, che pubblicano un disco onesto ma al tempo stesso privo di quel quid in più che fa la differenza. E poi lo spettro dei Destruction e degli Slayer è davvero troppo troppo presente, tanto che in più di un’occasione si arriva quasi al plagio, e questo di certo non depone a favore dell’album. Per carità, buona la prestazione del singer Rob Urbinati, così come quella di Joe Rico dietro la chitarra, e la produzione secca e diretta mette ancora più in evidenza la furia cieca dei nostri, e soprattutto la loro appartenenza ad un genere che loro stessi, pur se in minima parte, contribuirono a creare a metà degli anni ’80. Ma non è abbastanza… Tra i brani più riusciti segnalerei la veloce “Give me justice”, così come la più varia “Atrocity”, anche se forse il pezzo migliore del lotto è proprio “Hiroshima”, veloce, varia e potente. Un disco tutto sommato più che onesto, non modaiolo, suonato da una band esperta, ma riservato esclusivamente ai thrash maniacs più incalliti, quelli che non badano troppo alla sostanza ma si accontentano di scapocciare per una mezz’oretta nella propria stanza o sotto le assi di un palco. Il pregio maggiore dell’album è che nonostante i piccoli difetti di cui ho parlato prima, è un disco suonato da una band che sa bene cos’è il thrash metal, avendolo vissuto in prima persona e sulla propria pelle, a differenze delle decine di baby band che ultimamente invadono il mercato, per il resto però resta comunque un album per cultori del genere…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.