Aborted - Coronary Reconstruction

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:22 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. CORONARY RECONSTRUCTION
  2. FROM A TEPID WHIFF
  3. GRIME
  4. A CADAVEROUS DISSERTATION
  5. LEFT HAND PATH (ENTOMBED COVER)

Line up

  • Sven De Caluwe: vocals
  • Eran Segal: guitar
  • Ken Sorceron: guitar
  • Cole Martinez: bass
  • Dirk Verbeuren: drums

Voto medio utenti

Basta la copertina di questo EP "Coronary Reconstruction" a scaldare il cuore e ricordare gli Aborted dei bei tempi andati, quando il goregrind scorreva copioso tra i solchi di album come "Goremageddon" e "Engineering The Dead" e scordare per un attimo "quer pasticciaccio brutto" di "Strychnine.213" (per dirla alla Carlo Emilio Gadda) che sembra pochi abbiano digerito. Nessuno o quasi ha mandato giù la svolta modernista che i belgi hanno intrapreso sul precedente disco, troppo vicino al sound deathcore che è distante anni luce dallo spirito intrinseco degli Aborted. Questo "Coronary Reconstruction" è quindi il banco di prova ideale per testare lo stato di salute, tanto per restare in ambito medico, del paziente che avevamo lasciato in un coma fortunatamente non irreversibile. La titletrack che apre le danze ci consegna i chitarroni pesanti che ormai ben conosciamo, uniti a una batteria che considerare umana è difficile vista la mole di blast e di doppia cassa che ci travolge durante l'ascolto, e mostra come gli Aborted non abbiano del tutto abbandonato le tentazione core, con qualche riff sincopato e con il growl di Sven De Caluwe che a tratti si trasforma in scream o quasi pig squealing. La successiva "From A Tepid Whiff" si presenta, a dispetto di una partenza con l'acceleratore premuto a tavoletta, un brano più meditato, moderno, più "da headbanging" che da moshpit, concludendosi con lo squassare di peti e gas intestinali di qualcuno impegnato in una lotta impari con il water. Probabilmente il pezzo migliore del lotto è però "A Cadaverous Dissertation", in cui il gruppo si dedica anima e corpo ad un death metal possente, pesante, di quello in cui sono i riff a fare la differenza più che il blast beat (ovviamente presente), anche se la voce non convince appieno quando si allontana dal growl e vira più sullo scream. Menzione d'onore per gli assoli, che spiccano per gusto e melodia nell'andamento parossistico ed estremo del brano.In chiusura troviamo anche la cover di un brano storico come "Left Hand Path", giusto tributo agli Entombed e alla loro influenza su tutto il death metal. Che volete che vi dica, l'urlo iniziale sarà anche lo stesso, così come le tastiere da brivido alla fine, ed suoni nettamente migliori e certamente gli Aborted sono strumentalmente anni luce rispetto ai colleghi svedesi, ma l'originale possiede qualcosa che nessuno sarà mai in grado di eguagliare.
Insomma, dopo la visita di controllo possiamo dichiarare che il paziente non si è ancora rimesso completamente, ma ci sono segnali confortanti circa una ripresa generale. Certo è che, alla luce di "Coronary Reconstruction", bisognerà imparare a convivere con questa nuova "malattia" dalle tinte moderne e deathcoreggianti.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 mar 2010 alle 16:32

strychnine un brutto pasticciaccio??? ma di che stiamo parlando??? ma ragazzi!! quello è assolutamente un disco vincente, sotto ogni aspetto! Ottimi e dico ottimi riffs, produzione madonrnale, buone idee a pacchi der pesce sfornate a profusione! ma cavolo si pretende di più da un disco?! ascoltatevi bene the holocaust incarnate e vedrete che questo disco è assolutamente in linea in termini evolutivi con quel capolavoro che fu. oh capisco che se uno ascolta grindgore gli piacciono i mortician ed i cbt ma è vero pure che gli aborted non l'hanno manco mai suonata qulla roba, neanche su goremageddon...neanche un pò...

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