Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:53 min.
Etichetta:Black Bards Entertainment

Tracklist

  1. I'M ALIVE
  2. GOD OF LIES
  3. 28 DAYS
  4. LIAR
  5. CODE OF DECADENCE
  6. N.G.S.
  7. PAY HIGH FLY LOW
  8. LINES IN THE SAND
  9. LIVING ON THE EDGE
  10. OBLIVION

Line up

  • Marc Lemmler: vocals
  • Jens Hahn: guitars
  • Thomas Bäcker: guitars
  • Armin Schmidt: bass
  • Christian Schmidt: drums
  • Bastian Fuchs: keyboards

Voto medio utenti

Ad un solo anno di distanza dall'ultimo full length, tornano i tedeschi Infinite Horizon con un nuovo componimento dal titolo ''Dominion'', datato 2009 e pubblicato via Black Bards Entertainment.
Decisamente inopinato per quanto riguarda dinamismo e fermezza che comunica, questo disco strutturato sulla scia Symphony x, potrebbe essere definito un ottimo prodotto da live, in quanto il sound complessivo risulta arduo, compatto, aspro e travolgente al massimo.
Le chitarre ostentano riff di qualità, versatili e i cambi ritmici risultano ricorrenti e naturali... In ogni caso facili da assimilare.
Si può parlare di un Progressive Metal dal tocco deciso e molto impetuoso; per questo motivo lodevole!
Gli estratti risultano forbiti, flessibili e sfiorano leggermente l'ambito competente al Power Metal.
Le linee vocali sono taglienti, grazie anche alla bellissima voce di Marc M. Lemler, la quale si presta ad ogni esigenza ritmica.
Per quest'ultima vale la stessa precisazione fatta poco prima in riferimento allo sfociare in un Power melodico, soprattutto nelle parti alte. La cosa non dispiace e rende il tutto più interessante.
Evidente è la presenza di un'eccelsa tecnica strumentale di base, ma nonostante ciò, gli Infinite Horizon procedono con una certa semplicità standard e preferiscono non eccedere in assoli o parti strumentali.
L'ascolto risulta piacevole e procede bene, senza annoiare; ciò accade proprio per la presenza costante di elementi semplici.
Le dieci tracce del disco citano in ogni caso degli elementi caratteristici del progressive classico, tant'è che possiamo allietarci con evidenti e distorti cambi metrici, intervalli più melodici, affiancati a tastiere dai suoni eccentrici.
Il disco parte con ''I'm Alive'', che fin dalle prime note conferisce energia all'ascoltatore; caratterizzato da chitarre decisamente acerbe, una voce graffiata, un ritornello da pogo, cori in growl e un breve (ma splendido) solo di chitarra, questo pezzo a sfondo classico, si dimostra del tutto travolgente e scattante.
''God Of Lies'' ha la medesima impostazione; è molto tecnico e vede la presenza di cori del tutto appropriati, accompagnati da esemplari riff di chitarra.
Una traccia decisamente hold school è ''Liar''... Purtroppo, in questa occasione, le tastiere conferiscono al sound un'impronta fin troppo riconducibile ai Symphony x, tanto da trovare dei parallelismi evidenti con dei singoli contenuti nel celebre capolavoro ''The Odyssey''.
In ''Code Of Decadence'' il suono muta, infatti è presente in principio una splendida parte melodica ma in breve tempo si torna a fare un uso spropositato del ritmo accelerato presente in partenza, pur avendo ormai acquisito una dinamica diversa: risulta, a questo punto, completamente distorto e lascia spazio a discreti cambi metodici.
Ora è lecito criticare la parte corale, davvero banale, ma lo stesso non vale per il solo di chitarra: eccentrico, tecnico e interessante.
Siamo nuovamente di fronte ai classici elementi tipici dei primi brani del disco con ''N.G.S'', ''Pay High Fly Low'' e ''Lines In The Sand'', in cui dominano sempre e comunque pesanti parti chitarristiche, una voce molto calda, aggressiva e soprattutto la suddetta impostazione affine ai Symphony x.
Un ottimo lavoro è stato fatto per la composizione di ''Living On The Edge'', infatti questo risulta una traccia decisamente fresca e curiosa, dalla linea vocale versatile ed originale.
In conclusione vediamo ''Oblivion'', melodica, con ogni carattere del progressive standard e di spicco rispetto alle altre... Diversa e che si distacca per sound e ritmica.
Per quanto riguarda ''Dominion'', si tratta di un buon prodotto nell'insieme, ma in ogni caso non consigliabile all'amante del Progressive Metal, in quanto si muove tra ''alti e bassi''; oscilla tra elementi di rilievo e altri deludenti.
Il disco contiene del buon materiale di base, marcato e soprattutto coinvolgente... Purtroppo la carenza risulta proprio a livello stilistico, fattore indispensabile e decisamente inaccettabile nel caso in cui si fa riferimento ad una band che alle spalle vanta la pubblicazione di ben tre full length.
Scarno e grottesco risulta l'artwork; invece, per quanto riguarda il lavoro di produzione, quest'ultimo appare continuamente impeccabile.
Recensione a cura di Ambra Bucci

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