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Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2010
Durata:46 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. A DANGEROUS MEETING (MERCYFUL FATE COVER)
  2. METAL ON METAL (ANVIL COVER)
  3. THE FRAYED ENDS OF SANITY (METALLICA COVER)
  4. AT DAWN THEY SLEEP (SLAYER COVER)
  5. NOT FRAGILE (BACHMAN TURNER OVERDRIVE COVER)
  6. ON FIRE (VAN HALEN COVER)
  7. POUNDING METAL (EXCITER COVER)
  8. DESTROYER (TWISTED SISTER COVER)
  9. PSYCHOTHERAPY (RAMONES COVER)
  10. SNAP YOUR FINGERS, SNAP YOUR NECK (PRONG COVER)

Line up

  • Chris Barnes: vocals
  • Steve Swanson: guitars
  • Terry Butler: bass
  • Greg Gall: drums

Voto medio utenti

Terzo capitolo della saga dei "classici da cimitero" per i Six Feet Under, nei quali il gruppo di Chris Barnes e soci pagano il proprio tributo alle band metal e non che sono state fondamentali nella formazione metallica dei ragazzi. Questa volta tocca a formazioni come Mercyful Fate, Metallica, Ramones, Prong, Van Halen, Slayer e Twisted Sister essere omaggiate, e il risultato è lo stesso di "Graveyard Classics" e "Graveyard Classics 2": certo, è curioso vedere come, a dispetto della proposta ben più estrema dei Six Feet Under, questi ragazzi siano cresciuti con dosi robuste di gruppi che di death hanno ben poco, ma al di là di questo da un punto di vista strettamente musicale rimane ben poco. Operazione tra il divertente e lo scanzonato, con i brani che vengono energizzati da una produzione al passo coi tempi e dal vocione del buon Chris, e che si dilettano a riproporre in versione deatheggiante le versioni originali, senza azzardare un minimo di riarrangiamento o reinterpretazione. Sicuramente le riproposizioni di canzoni storiche quali "Metal On Metal", "A Dangerous Meeting" (ilare pensare all'abisso che separa la voce di King Diamond da quella di Chris Barnes), "The Frayed Ends Of Sanity" o "Psychotherapy" strapperanno qualche sorriso, ma al di là di questo non danno nessun motivo per rimettere nel lettore cd questo "Graveyard Classics 3".
Insomma, questa nuova uscita all'insegna delle cover dei Six Feet Under va presa per quella che è, senza troppe pretese. Rimaniamo comunque dell'idea che investire dei soldi in un prodotto come questo sia un inutile sperpero di denaro, che troverebbe miglior impiego nell'acquisto di dischi di tutt'altro spessore.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 feb 2010 alle 13:20

quoto bathory

Inserito il 01 feb 2010 alle 10:29

Concordo! Se anche poi smettessero proprio di fare dischi credo che nessuno li rimpiangerebbe!

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