Highlord - The Death of the Artists

Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2009
Durata:39 min.
Etichetta:Scarlet Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SIMPLE MAN
  2. EVERY THRASH OF ME
  3. CANTICLE OF THE FLESH
  4. IT TAKES SOME PASSION
  5. THE DEATH OF THE ARTISTS
  6. DANCE IN A FLAME
  7. THE SCREAM
  8. SLAVE TO DARKNESS
  9. A QUEEN IN MY POCKET
  10. REBEL YELL (BONUS TRACK)

Line up

  • Andrea "Andy" Marchisio: vocals
  • Stefano "Sted" Droetto: guitars
  • Diego De Vita: bass
  • Luca Pellegrino: drums

Voto medio utenti

Confermandosi una delle formazioni più solide e concrete della scena nazionale, gli Highlord si ripresentano all'appuntamento discografico con il loro sesto album, "The Death of the Artists", finalmente con il supporto di una label discografica importante quale la Scarlet, dopo che per il precedente "Instant Madness" si erano autoprodotti.
Le radici Power Metal degli esordi sono sempre presenti, assieme alle influenze più melodiche ed Hard Rock che si erano via via fatte più insistenti nel tempo ma, credo anche per l'uscita dal gruppo del loro tastierista storico Alessandro Muscio, i suoni si sono snelliti ed ulteriormente irrobustiti, come testimoniano ad esempio "Every Thrash of Me" o la stessa "The Death of the Artists".
Le radici del gruppo si impongono ancora sull'opener "Simple Man", "Scream" e sulla speedy "Dance in a Flame", e spetta invece a "It Takes Some Passion" il compito di dare spazio alle pulsazioni Hard Rock del gruppo, mentre il lato più soft degli Highlord trova sfogo nell'energica ballad "A Queen in My Pocket".
L'essere tornati a registrare al New Sin Studio garantisce all'album una resa sonora invidiabile, piena, calda e d'impatto, ovviamente grazie anche alla solita buona prova dei singoli, il chitarrista Stefano Droetto, la sezione ritmica composta da Diego De Vita e Luca Pellegrino, e con Andrea Marchisio, il quale oltre ad avere una bella voce si conferma ottimo interprete, e basta ascoltare la sua performance su "Canticle of the Flesh" o sulla vivace "Slave to Darkness", due tra i brani più riusciti dell'album, per rendersene conto.
Contrariamente alle mie aspettative la cover di "Rebel Yell" non si lancia però in una corsa sfrenata (diciamo in linea con quella dei Sinner), anzi rimane un po' sulle sue, comunque sbarazzina e puntando più sul feeling che sull'impatto frontale.
E gli Highlord, oltre alle proprie capacità, confermano pure la loro passione per gli anime, andando ad inserire come seconda bonus track (destinata però al solo al mercato nipponico) "Zankokuna Tenshi No Teze", sigla di Evangelion.

Music: the life of the artists...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 nov 2010 alle 21:08

Un album veramente molto valido, che segna un cambiamento di sonorità e stile davvero importante! Ma avete visto che carino il videoclip che hanno realizzato???

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