Paradise Lost - Faith Divides Us Death Unites Us

Copertina 9

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2009
Durata:46 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Emi

Tracklist

  1. AS HORIZONS END
  2. I REMAIN
  3. FIRST LIGHT
  4. FRAILTY
  5. FAITH DIVIDES US - DEATH UNITES US
  6. THE RISE OF DENIAL
  7. LIVING WITH SCARS
  8. LAST REGRET
  9. UNIVERSAL DREAM
  10. IN TRUTH

Line up

  • Nick Holmes: vocals
  • Gregor Mackintosh: lead guitars, keyboards
  • Aaron Aedy: rhythm guitars
  • Stephen Edmondson: bass
  • Peter Damin: drums

Voto medio utenti

E tre.
Tre dischi in fila, tre grandissimi lavori, tre album degni del nome leggendario dei Paradise Lost.

Una lunga, spiacevole parentesi durata dal 1997 al 2004, costellata di album noiosi e pretenziosi come "Host", "Believe in Nothing" o semplicemente poveri come "Symbol of Life", non ha intaccato la carriera di una band che ha saputo fare "mea culpa", che si è guardata indietro senza vergogna e che si è rimessa a fare quello che sa fare meglio da sempre: heavy metal, scuro, depressivo, gothico, ma comunque metal, senza alcuna concessione all'elettronica o al dark, senza più voglia di scimmiottare i Depeche Mode.

E così dopo il comeback omonimo del 2005 e il penultimo "In Requiem" del 2007, ecco giungere a noi questo "Faith Divides Us Death Unites Us" che prosegue perfettamente in linea il discorso interrotto 2 anni fa: sin dall'iniziale "As Horizons End" il songwriting tipico dei Paradise Lost emerge granitico, si potrebbe riconoscerli in un secondo tra milioni di band tanto sono inconfondibili, sia per le melodie disegnate con sempiterna classe da Gregor Mackintosh, sia ovviamente per la voce di Nick Holmes, sempre perfetta e più che carismatica.

Un album cimiteriale, sulfureo, davvero plumbeo e pregno di atmosfere angosciose e deprimenti, così come solo i maestri del genere sanno fare: "First Light" e "I Remain" si stampano in mente sin dal primo ascolto e non stancano mai, nonostante siano così dannatamente catchy ed accessibili. C'è spazio anche per brani più potenti o movimentati, come dimostrato da "Frailty", "Living with Scars" e "The Rise of Denial", mentre la title track, e non poteva essere altrimenti, è un romantico e disperato inno alla morte in un classico mid-tempos, di quelli che han sempre fatto la fortuna dei Paradise Lost, alla stregua dell'amara semi-ballad "Last Regret", altro pezzo da 90 di questo disco incredibile, fantastico ed ancora una volta sorprendente; nonostante i 20 anni di carriera alle spalle, la band inglese riesce ancora a fare la cosa più bella che la musica possa, ovvero suscitare emozioni.

Ennesimo capolavoro, il terzo di fila stavolta.
Three is the magic number.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
Maestri indiscussi

Ricordo che nel 2009, a fine anno, nella mia personale classifica era secondo solo a Crack in the Skye. Riff possentissimi, assoli magnifici di MacKintosh e choruses eccezionali. Ispiratissimo.

Un ritorno in grande stile

un ottimo lavoro, molto più completo e strutturato rispetto al precendente In Requiem, ora sono le chitarre elettriche a farla da protagoniste, la voce di holmes è sia pulita (title track, last regret ) che tetra e roca, un lavoro riuscitissimo che segna assieme ai precedenti un ritorno alle origini e una rivisitazione dei tempi d'oro di Icon e Draconians Times.

Paradise Lost - Faith Divides Us Death Unites Us

Capolavoro del 2009 quello dei Paradise Lost, album fantastico e recensione stupenda!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 nov 2009 alle 03:27

Se fotocopiare se stessi aggiustando il tiro, significa "andare avanti", l'unica cosa che "evolve" è il conto in banca...

Inserito il 20 nov 2009 alle 17:02

Disco stupendo!!! Probabilmente esagero e sono troppo di parte però...l'è prori bell!!!!!!!!!!!!!

Inserito il 20 nov 2009 alle 10:04

probabilmente il best del 2009

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