Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:42 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. GRACE FOR SUCCESSOR
  2. PARADIGMS
  3. PSYCOPATH
  4. BLOOD RED COVER
  5. 26 MILES FROM MARATHON
  6. CONFESSION OF INADEQUACY
  7. SCRAPE THE SURFACE
  8. THRASH SYNERGY
  9. APERTURA
  10. EMANCIPATION
  11. NIHILISN 2002

Line up

  • Peter Espevoll: vocals
  • Ole Borud: guitars
  • Christer Espevoll: guitars
  • Jon Robert Mjaland: bass
  • David Husvik: drums

Voto medio utenti

Un'immagine dal rustico sapore medievale che raffigura una pericolosa altalena tra un frate e la Morte stessa introduce visivamente il terzo album degli Extol, gruppo norvegese che propone un miscuglio sonoro composto da stili assolutamente dissonanti tra loro e bilanciati anch'essi (come i due summenzionati personaggi rappresentati sulla copertina) secondo un delicatissimo meccanismo di arrangiamenti e di incastri. Su una rocciosa base che riesce a muoversi efficacemente tra riffs death e thrash mettono infatti radici numerosi elementi progressive, conditi da qualche sferzata hardcore e respiri più rilassati disegnati da onirici cori in cove pulita. Da un certo punto di vista gli Extol potrebbero essere assimilati agli EdensHade, anche se i nostri conterranei hanno sviluppato una vena gotico/elettronica che è sostanzialmente assente su "Synergy", il quale non abbassa mai la guardia e mantiene sempre una certa dose di violenza costante in tutte le sue composizioni - eccezion fatta per l'acustica "Aperture". Come sempre in questi tipi di produzioni, il pericolo maggiore consiste nel comporre della musica colta e ricercata, ma assimilabile pienamente solo a prezzo di ripetuti ed attenti ascolti, con il rischio costante di piombare in paranoia e di classificare l'album come noiosamente complesso. Presi per questo verso, gli Extol riescono tutto sommato a mantenere sempre alta e viva l'attenzione per tutta la durata del loro lavoro. Dal punto di vista tecnico invece i cinque musicisti raggiungono picchi di straordinario splendore, ed è questo fondamentalmente l'aspetto più riuscito di tutto il lavoro, sia per quello che riguarda gli assoli, sia per i complicati passaggi di batteria architettati da David Husvik e presenti in gran numero, sia per le preziose alchimie sonore costruite dal ruvido abbraccio delle chitarre acustiche con quelle distorte. Gli Extol hanno ancora ampi margini di miglioramento, ma già adesso possono ritagliarsi un piccolo spazio nel panorama estremo scandinavo. Provare per credere!
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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