Copertina 8

Info

Genere:Punk
Anno di uscita:2003
Durata:54 min.
Etichetta:Vengeance
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. BIG BLACK WITCHCRAFT ROCK
  2. PAPA SATAN SANG LOUIE
  3. HANG UP
  4. DR. F**KER M.D. (MUSICAL DEVIANT)
  5. TABOO
  6. FISSURE OF ROLANDO
  7. ELVIS F**KING CHRIST
  8. OWEE BABY
  9. COLOR ME BLACK
  10. MOJO MAN FROM MARS
  11. SHE'S GOT BALLS
  12. DOPEFIEND BOOGIE
  13. ONE WAY TICKET

Line up

  • Lux Interior: vocals
  • Poison Ivy: guitars
  • Bryan Gregory: guitars
  • Bryan Gregory: drums

Voto medio utenti

Beh, ragazzi, pare che ci siamo. Gli oscuri signori del rocknroll hanno riaperto la porta della cripta per far uscire nuove, sinistre entità soniche. Sissignori: sto parlando dei maestri della lascivia; quei perversi giocherelloni che corrispondono al nome di Lux Interior e Poison Ivy. Proprio quest'ultima, un giorno ha avuto a dire: "noi non siamo dei musicisti, siamo degli attori". Ebbene, amici miei, la ragazza (perché tale appare dalle foto, anche a cinquant'anni. Ah, questi patti col diavolo!) non mente. E per fortuna. Perché cos'altro è il rocknroll se non l'apoteosi dell'esibizionismo e del narcisismo? Niente politica, ma quale cultura: a noi la musica piace così: rozza e inguinale. Probabilmente, i veri satanisti storceranno il naso di fronte ad una copertina così esasperatamente kitch: il Nostro, in sembianze di vampiro, incorniciato da una foresta spettrale; il tutto degno della peggiore pellicola horror di serie B: una delizia. E vogliamo parlare delle canzoni? Come desiderate, ma vi avverto che nulla di nuovo brilla sotto il sole, anzi per meglio dire, sotto la luna piena. E ci mancherebbe altro! Noi, i Cramps, li vogliamo esattamente uguali a se stessi ed immutabili nei decenni, come solo i peggiori incubi sanno essere. Tonnellate di fuzz, sinistri riverberi ed Elvis che picchia sotto il coperchio della sua tomba. "Big black witchcraft rock" è il primo brano: disgustoso, perfetto. Fin dal titolo, ripetuto in maniera assordante dall'inizio alla fine della canzone, tormentata da un ritmo tribale che strazia tamburi e timpani. Stessa solfa per "Papa Satan sang Louie", in cui il blues è restituito al diavolo che l'ha inventato. Un ipnotico vibrato fender valvolare traccia la pista di un fuzz sporchissimo, squarciato solo dalla voce di Lux, che grida "Hang up", il terzo pezzo. Inutile andare avanti a descrivere i singoli brani. Gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma ci sono tutti e sono mescolati con sapiente dedizione ed esperienza. Un bel 8/10 a questo disco, ma solo perché mi va di essere dispettoso. Insomma, lunga vita ai non-morti. Vi starete mica chiedendo se io non sia troppo di parte? Ma certo, piccoli figli della notte; non l'avevate ancora capito?

Recensione a cura di Wild JP

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