Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:36 min.
Etichetta:BTOD
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. THE LAMENT'S CONFIGURATION
  2. STATEMENT OF SUPREMACY
  3. DEADHEAD LODGE
  4. REGINA UMBRAE MORTIS
  5. HORROR VACUI
  6. FORNICATE WITH PESTILENCE
  7. INVERTED PANTHEON
  8. NAMELESS PARADOX

Line up

  • Krieg: vocals
  • Arioch: guitars
  • Achernar: bass
  • Golgotha: drums

Voto medio utenti

I Malignance mi hanno rappresentato una bella boccata d'aria nel piattume generale che ultimamente arriva dall'area black metal. "Regina Umbrae Mortis" è un debutto ottimamente suonato, particolarmente debitore nei confronti della scena scandinava della prima metà degli anni '90 (Mayhem, Satyricon, Immortal e anche qualcosa dei Marduk), ma che importa? Alla fine quello che noi freaks vogliamo sentire è solamente del fottuto black metal, veloce e furioso!... in questo caso forse anche troppo, visto che qualche rallentamento avrebbe sicuramente giovato alla varietà della proposta musicale. Il disco si apre con la fantastica "Statement Of Supremacy", che contiene anche un vero e proprio plagio ad un riff di "Nemesis Divina", ma bisogna aspettare la title-track per avere un assaggio completo delle grandi capacità del gruppo: chitarre iper-veloci con i riff al limite del thrash, lo screaming malsano di Krieg e la generale compattezza che contraddistingue ogni brano di questo lavoro. Proprio sulla prestazione del vocalist bisogna fare un paio di precisazioni: pollice verso sulle clean vocals (che in alcuni punti fanno quasi ridere... capisco che i Malignance nascono dalle ceneri di un gruppo epic/power, però davvero non se ne sentiva proprio il bisogno), ma promozione assicurata sul tentativo di imitare in alcuni punti Attila Csihar e su un incredibile parte urlata proprio nella title-track, dove Krieg da il massimo di sè (anche se fatico a credere che non ci sia stato messo neanche un misero filtrino dietro al microfono). L'insieme, di per sè molto bello, è appiattito da una produzione come non se ne sentivano da anni (in negativo però), che si basa sul celebre principio dell'"immaginazione": più di una volta siamo costretti ad immaginare cosa stia facendo il batterista, ad esempio. Ma, a parte queste piccole imperfezioni, quello che ci rimane è un ottimo album di black metal, partorito da un gruppo che deve ASSOLUTAMENTE dimostrare di saper trovare una propria strada autonoma prima della pubblicazione del secondo lavoro, per scongiurare il pericolo di venire presto catalogata come una semplice band-clone. Per ora i Malignance sono promossi solo sulla fiducia!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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