Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2002
Durata:43 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. INTRO
  2. RISE
  3. BEHOLDE THE FLAMES
  4. DEAD IS BETTER
  5. RECEIVER
  6. NO REGRETS
  7. RESURRECTION
  8. BELOW
  9. BLOODFED
  10. THORN TO PIECES

Line up

  • Ola Lindgren: guitars
  • Ola Lindgren: vocals
  • Jonas Torndal: guitars
  • Fredrik Isaksson: bass
  • Jensa Paulsson: drums

Voto medio utenti

Spesso etichettati come clone degli Entombed, i Grave di Ola Lindgreen avevano cessato di dare segni di vita, con grande disperazione mia e del Graz, nel lontano 1997, anno che vide la pubblicazione del pessimo live "Extremely Rotten", ingorato da gran parte dei fan e della stampa di settore. Non ci dovrebbe essere assolutamente bisogno di ricordare che il gruppo svedese, assieme a leggendarie formazioni come Entombed, Carnage, Dismember e Nihilist, contribuì in maniera fondamentale all'evoluzione del "death metal sound" scandinavo che tanti proseliti raccolse durante i primi anni novanta: album come "Into The Grave" o "You'll Never See" non saranno certo sconosciuti a nessuno fan del death metal più puro ed incontaminato. Il ricordo della delusione causata dall'orribile "Hell's Unleashed", frutto marcio della reunion degli Unleashed avvenuta qualche mese fa, era ancora vivo quando, colmo di scetticismo e preparato al peggio, ho inserito "Back From The Grave" nel lettore cd; fortunatamente i miei funesti presagi sono stati subito spazzati via dalla clamorosa "Rise", forse uno dei brani più convincenti dell'intera discografia di Lindgreen & soci. Il ritorno in formazione dell'originale bassista Jonas Torndal, ora impegnato alla chitarra, e l'avvento del bassista Fredrik Isaksson, precedentemente nei Therion, sembrano aver donato sangue fresco ad una band sul cui come back, solamente fino pochi mesi fa, non avrei scommesso neanche un euro. Il sound dei Grave non sembra venir scalfito dal passare del tempo, trovando forza ancora una volta nei numerosi mid tempo che da sempre contraddistinguono la band ed in una produzione decisamente vintage, ovviamente griffata "Sunlight Studios", decisamente adatta alle atmosfere che la formazione si propone di ricreare. Non ci troviamo certo di fronte ad un nuovo "Left Hand Path", d'altronde la band non s'è mai mostrata all'altezza dei suoi ben più blasonati conterranei, eppure "Back From The Grave" è un disco che saprà entusiasmarvi probabilmente più dell'ennesima band di adolescenti finlandesi che giocano a fare musica estrema e che vengono spacciati come imprescindibili "new comer". Brani come il già citato "Rise", il cui refrain tuttora non riesco ad esiliare dalla mia mente, o la cadenzata "No Regrets" fungono da perfetto manifesto dei Grave nel 2002 e sembrano promettere sfaceli in sede live. Forse le velocità, non certo al cardiopalma, sulle quali è incentrato l'intero lavoro potrebbero atratti tediare i fan della doppia cassa a tutti i costi, ma ogni ascoltatore che abbia apprezzato i primi episodi della discografia "made in Grave" ha il dovere morale di non lasciarsi scappare questo grande disco!
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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