Copertina 8

Info

Anno di uscita:2003
Durata:118 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INTRODUCTION
  2. WHISKEY MAN
  3. HEART OF THE U.S.A.
  4. GATOR COUNTRY
  5. TATANKA
  6. DOWN FROM THE MOUNTAIN
  7. BEATIN THE ODDS
  8. MISSISSIPI MOON DOG
  9. MISS SATURDAY NIGHT
  10. EDGE OF SUNDOWN
  11. DREAMS I’LL NEVER SEE
  12. BOUNTY HUNTER
  13. DEAD AND GONE (THE REDNECK SONG)
  14. WHITE LIGHTNING
  15. FALL OF THE PEACEMAKERS
  16. SADDLE TRAMP
  17. GYPSY TRAIL
  18. TUMBLING DICE
  19. WHY WON’T YOU TAKE ME HOME
  20. THE JOURNEY
  21. DEVIL’S CANYON
  22. FLIRTIN’ WITH DISASTER

Line up

  • Bobby Ingram: giutars
  • Phil McCormack: vocals
  • John Galvin: keyboards
  • Russ Maxwell: guitars
  • Jerry Scott: bass
  • Shawn Beamer: drums

Voto medio utenti

Dopo ben diciotto anni dal mitico “Double Trouble Live” arriva nei negozi il secondo disco dal vivo dei southern heroes Molly Hatchet. Molte cose sono cambiate da allora, prima fra tutte la formazione, e non di poco; infatti del vecchio live è presente il solo John Galvin (che tra l’altro non è uno dei membri fondatori della band), e negli anni si sono aggregati i nuovi musicisti tra i quali il nuovo chitarrista e leader Bobby Ingram. Dunque un live che aspira quasi a legittimare nella storia del southern rock il nuovo volto dei nostri, quello che ha coniato gli splendidi ultimi tre albums. La scaletta in effetti ci presenta un repertorio perfettamente bilanciato tra i nuovi brani tratti da “Devil’s Canyon”, “Silent Reign Of Heroes” e “Kingdom of XII” e i leggendari classici del passato a partire da “Whiskey Man”, passando per “Beatin The Odds” e “Fall Of The Piecemaker” fino a “Flirtin’ With Disaster”. A differenza del primo “Double Trouble..” questo “Locked And Loaded” è stato registrato nientemeno che in Germania durante alcuni shows tra cui quello di Wacken edizione 2000, a dimostrare che, prima cosa, i Molly Hatchet sono la band southern rock più metal (ed epica) che ci sia e, fatto non meno importante, i nuovi acquirenti dei loro albums sono in larghissima parte metallari, di questo sono convinto (e ne ho le prove). Ad avvalorare la mia tesi c’è anche un altro elemento, ovvero il sound dell’album davvero ruvido, grezzo, sanguigno ma impostato e sparato ad alto volume proprio come piace a bikers, metallari e rockers in generale. Parecchi i momenti emozionanti, su tutti le ballate “Fall Of The Piecemaker” e “Edge Of Sundown” quest’ultima con il suo finale, il duello di chitarre da pelle d’oca, rappresenta forse il climax dei due dischetti. Durante lo show si susseguono i ringraziamenti e le dediche a reduci di guerra, dispersi, cow-boys, bikers, birra, Jack Daniel’s e belle donne; un decimo basterebbe a far rabbrividire un qualsiasi critico musicale intellettualoide e progressista (e io ci godo !!!) ma il patriottismo, le moto, le sbornie fanno parte integrante dell’attitudine sudista decisamente reazionaria a confronto coi modelli dominanti. Non è più una sorpresa ormai che la musica più energica e fresca, soprattutto dal vivo, ci venga offerta da signori che ormai hanno raggiunto una certa età ma che hanno ancora una carica incredibile e tanta voglia di suonare, al nome Molly Hatchet ne potrebbero essere affiancati molti altri tutti con radici negli anni settanta. Come tributo alle suddette radici, questa volta, all’immancabile cover “Dreams I’ll Never See” ne viene affiancata una degli Stones e precisamente “Tumbling Dice” (anche se la “Free Bird” di “Double Trouble Live” non si batte, c’è poco da fare); dunque ad un booklet un po’ scarno (se si esclude naturalmente la magnifica copertina di Paul Raymond Gregory in perfetto Frazzetta style), comprendente giusto alcuni cenni biografici della band, si contrappone la quantità e la qualità della musica, ventuno i brani in tutto divisi in due cd chiamati rispettivamente “Locked” il primo e “Loaded” il secondo. Cosa aspettate ? Accattatevi questo live album in attesa del geatest hits per il venticinquesimo anniversario coi classici del periodo 75-89 completamente risuonati e riregistrati dalla formazione attuale.
Recensione a cura di Gianluca Silvi

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