Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2009
Durata:58 min.
Etichetta:Code666
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. GAS IN VEINS
  2. LES RUCHES MALADES
  3. HEURT
  4. RECUEILLEMENTE
  5. FAUX SEMBLANTS
  6. I XIII V XIX XV V XXI XVIII XIX – IX XIX – IV V I IV
  7. TROUBLE
  8. VIDEO GIRL
  9. LA REINE TRAYEUSE
  10. AMESOEURS
  11. AU CREPUSCOLE DE NOS REVES

Line up

  • Neige: vocals/guitars/bass/drums/synths
  • Fursy Teyssier: guitars
  • Audrey Sylvain: clear vocals/bass
  • Winterhalter: drums

Voto medio utenti

Semmai ci fosse stato un modo per unire in maniera perfetta (o quasi) il black metal, con la dark wave, lo shoegaze rock e il post punk bisogna dire che gli Amesoeurs lo hanno trovato.
Quartetto francese, il cui principale compositore, Neige, è membro di Alcest e Forgotten Woods, che giunge al debutto sulla lunga distanza con questo omonimo disco, composto di 11 tracce per 58 minuti e licenziato dalla nostrana Code666.
Fughiamo subito i dubbi, questo disco è molto bello, in primis perché non annoia mai, sapendo variare in maniera eccelsa la materia sonora, anche grazie a composizioni sempre ispirate e ricche di feeling. Ecco, il feeling, anche esso variegato, capace di regalare moods sempre diversi.
L’iniziale “Gas In Veins” parte con una melodia molto malinconica e oscura, prima di sfociare in una sfuriata black melanconica, la successiva “La Ruches Malades” è punkwave con voce femminile, quella di Audrey, la quale lasci spazio a Neige per i pezzi maggiormente black metal, come “Trouble (Eveil Infames)”. “Recuillement” è un vero capolavoro di canzone, 7 minuti sorretti da una melodia gotica, e pur tuttavia progressiva, un pezzo sempre in tensione, con gli screams di Neige a violentare tutto. “Faux Semblants” è quasi pop, mentre “I XIII V XIX XV V XXI XVIII XIX – IX XIX – IV V I IV” è pura ambient.
Insomma ce n’è per tutti i gusti, gusti che saranno soddisfatti in qualsiasi maniera, perché gli Amesoeurs ci sanno fare alla grande.
Quando la band afferma che questo disco è un ritratto della decadenza urbana del mondo, di terre desolate e senza vita, disvela in pieno l’essenza di questo opus, che si chiude degnamente con “Au Crepuscule De Nos Reves”. Fatelo vostro.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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