Corrado Rustici presenta
Il Musicista Transmoderno, il suo nuovo podcast dedicato alla musica, alla creatività e alle trasformazioni profonde che attraversano l’industria culturale contemporanea. Un progetto, con episodi mensili, che nasce da un’esigenza personale, prima ancora che professionale: nel tempo, Corrado Rustici ha raccolto pensieri e riflessioni in un diario privato, utilizzato come strumento di autoanalisi e di terapia. Rileggendo quelle pagine, ha però riconosciuto qualcosa di più ampio: domande che non appartenevano solo a lui, ma a un’intera comunità di musicisti, creatori e ascoltatori.
Il Musicista Transmoderno prende forma proprio da qui. Non come podcast tecnico o motivazionale, ma come spazio di pensiero condiviso, un luogo aperto in cui interrogarsi su cosa significhi oggi fare musica, viverla, sostenerla e immaginarne il futuro. Rustici intreccia esperienza diretta, storia e osservazione critica, senza nostalgia né semplificazioni, con l’obiettivo di restituire complessità a un dibattito spesso ridotto a slogan. Ascolta il primo episodio
qui.
Il podcast arriva in un momento particolarmente significativo del percorso artistico di Corrado Rustici. È infatti da poco uscito Chaire, il nuovo album dei Cervello, insieme alla ristampa del leggendario primo album Melos, entrambi pubblicati da Sony Music esclusivamente in formato fisico. Una scelta controcorrente, che riafferma il valore dell’opera musicale come oggetto e come esperienza di ascolto consapevole, e che dialoga in modo diretto con i temi affrontati nel podcast.
Il primo episodio, intitolato
“Dai menestrelli agli algoritmi: l’ordine neofeudale dell’industria musicale contemporanea”, entra subito nel cuore di questa riflessione. Partendo da una domanda tanto semplice quanto destabilizzante: cosa è successo davvero alla musica nell’era digitale? Corrado Rustici accompagna l’ascoltatore in un viaggio che attraversa secoli di storia musicale per arrivare al presente dello streaming, degli algoritmi e delle piattaforme globali.
Il paragone con il feudalesimo può sembrare provocatorio, ma è proprio su questa immagine che l’episodio costruisce la sua forza narrativa.
“Siamo tecnicamente liberi, ma strutturalmente dipendenti”, osserva Corrado Rustici, mettendo in discussione la retorica della meritocrazia algoritmica e l’idea che il successo sia semplicemente il risultato di talento e impegno individuale.
Senza appesantire il racconto con tecnicismi, l’episodio tocca nodi cruciali: la scomparsa della cosiddetta “classe media musicale”, la concentrazione estrema di attenzione e ricchezza nell’economia dello streaming, il ritorno di un mecenatismo mascherato sotto nuove forme digitali, fino alla trasformazione della musica in asset finanziario.
Con
Il Musicista Transmoderno,
Corrado Rustici lancia un invito chiaro: fermarsi, ascoltare, riconoscersi in domande comuni e tornare a pensare la musica come bene culturale condiviso. Questo è solo il primo di una serie di episodi, uno al mese: un gesto di fiducia verso chi sente il bisogno di andare oltre la superficie e di ritrovare, attraverso la musica, un senso di appartenenza e di prospettiva.
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