Pride Of Lions: orgoglio e immortalità.

Info

Chi se lo immaginava, pur magari auspicandolo “segretamente”, ai tempi in cui i vinili dei Survivor monopolizzavano il Thorens del mio fedele impianto stereofonico, che un bel giorno di “qualche” annetto dopo sarei riuscito ad interagire, sebbene in maniera “virtuale”, proprio con uno dei principali artefici di quell’emozionante suono: Mr. Jim Peterik.
Ad agevolare l’inaspettata realizzazione di tale antico “vagheggiamento” è intervenuto l’ultimo lavoro del suo “nuovo” gruppo Pride Of Lions, titolo “Immortal”, un disco favoloso, alimentato, tra l’altro, come leggerete tra breve, appunto dall’idea che non bisogna mai smettere di perseguire i propri “sogni”, neanche quando gli altri li considerano velleitari e infantili e cercano di “tarparti le ali”, concetto da considerare come uno degli snodi fondamentali dell’intera filosofia di vita del nostro Jim … “crederci” sempre, perché a volte può ancora fare la “differenza” (nelle cose importanti!), anche in un’epoca di disillusioni come quella attuale, appare, dunque, il sapiente “messaggio” di un artista esperto e di successo, che dimostra altresì di non aver perso il suo primigenio entusiasmo.
“Immortal” finirà di diritto nella mia (e in quella di tanti altri melodic rock maniacs!) Top playlist del 2012, ma, per la cronaca, a proposito “d’immortalità”, gli album di quegli stessi Survivor non hanno ancora smesso di bazzicare assiduamente i miei ascolti …

Ciao Jim, innanzi tutto lasciami dire che è un grande piacere avere l’occasione di parlare con te! Benvenuto su Metal.it e complimenti per il favoloso “Immortal” …
Ciao Marco, a te e ai vostri lettori … e grazie molte dei complimenti!
Ok, dopo l’emozione per interloquire con uno dei miei “eroi personali”, recuperando un briciolo di aplomb “professionale”, iniziamo a parlare del nuovo disco e di com’è stato concepito e realizzato … come vi siete regolati? Ci sono state apprezzabili differenze operative rispetto alle vostre precedenti produzioni?
In realtà qualche differenza c’è stata. In passato ero solito proporre a Serafino (Perugino, boss della Frontiers n.d.a.) i masters del mio lavoro praticamente ultimati, senza che lui avesse mai sentito in precedenza le canzoni allestite per una nuova release. Il rischio, con questa modalità, è che qualcuno dei pezzi sia rifiutato, dopo averci speso tempo e denaro. In questo caso, invece, ho realizzato dei semplici demos, perlopiù basati sul pianoforte (suonato da me) e sulla voce di questo nuovo cantante con il quale sto collaborando molto negli ultimi tempi, Marc Scherer. In questo modo non ho costretto Toby a spostarsi appositamente da Evenasville in Indiana. Abbiamo sottoposto il risultato preliminare così ottenuto a Serafino per le sue valutazioni, in modo da ridurre al minimo le possibilità di un inutile dispendio di energie … nello specifico, un paio di brani non hanno superato “l’esame” e non hanno avuto seguito.
Quanto tempo avete impiegato per la stesura del materiale contenuto in “Immortal”?
Circa tre mesi in totale. Una volta attivato il processo e completato la prima canzone, “Coin Of The Realm”, in particolare, acquisisco tutta la sicurezza necessaria per proseguire. E’ come un “fuoco” e una volta acceso, poi nessuno è più in grado di fermarmi … se non ricordo male “Delusional” è stata la seconda, e così via.
Ed eccoci, dunque, all’analisi delle singole canzoni … ho letto che considerate “Sending My Love” e “Vital Signs” i brani cardine del Cd … per quale ragione? Ci sono altri pezzi del disco che ritieni particolarmente significativi?
Dirò di più … considero i brani citati assolutamente “fondamentali”, nell’economia del disco! Ma reputo anche “Delusional” un momento “cruciale” di “Immortal”, in quanto esprime una filosofia basilare della mia vita: non reprimere mai i sogni delle persone, giovani o vecchie che siano. E poi è contro la prescrizione indiscriminata di medicinali come il Ritalin (uno psicofarmaco dalla fama particolarmente controversa n.d.a.), che modifica la personalità delle persone.
“Delusional” è, in effetti, un ottimo brano, anche se sinceramente devo dirti che non lo ritengo così “istantaneo” da essere la scelta migliore per il primo singolo e video del disco …
Come ho già detto, l’abbiamo scelto principalmente per il suo “messaggio”, ma credo anche che sia dotato di un coro eccellente, che dovrebbe funzionare piuttosto bene dal vivo.
Continuando sul tema, per quanto mi riguarda, considero “Are You The Same Girl” una delle canzoni più emozionanti dell’intero 2012 (finora, almeno …) … mi ricorda un po’ l’atmosfera magica di capolavori come “I'm Not That Man Anymore” … puoi raccontarci qualcosa di questa favolosa malia in note?
Condivido, Marco, è uno dei miei pezzi preferiti e tutte le volte che lo riascolto non posso fare a meno di provare un brivido. E’ ispirata dalle esperienze della mia vita, ma non è necessario “spiegarla”, credo che parli da sola. E poi qui, come in tutto l’album del resto, la prestazione di Toby è semplicemente unica. La sua voce non è mai stata così bella ed espressiva … il suo registro è cresciuto in profondità e gamma emotiva, senza perdere nulla in fatto di estensione. Forse è davvero il miglior cantante della scena contemporanea e sono stato fortunato a scoprirne e metterne in evidenza il talento già qualche anno fa.
Larry Millas e la Frontiers Records sono ancora una volta vostri partners nella realizzazione dell’ennesimo capolavoro della vostra carriera … raccontaci qualcosa di questo “matrimonio” così proficuo …
Hai perfettamente ragione, è una squadra vincente che, come tale, non cambierà mai. Serafino è molto esigente e pretende sempre il meglio da me … lo stimo molto e tutte le volte che devo sottoporgli del materiale so che il suo giudizio sarà fondamentale. Ovviamente quando boccia un mio pezzo non sono contento, ma devo ammettere che la maggior parte delle volte ha ragione lui!
Conosco Larry da un sacco di tempo … fin dalla terza elementare. C’era lui in sala di registrazione ai tempi dei The Ides of March, quando le attrezzature a disposizione erano “rudimentali”. Nel corso degli anni ha costantemente incrementato le sue conoscenze e la sua professionalità, seguendo con attenzione i progressi tecnologici del settore e diventando un autentico maestro del campo … i dischi che ho realizzato con lui suonano alla grande e sono tra i migliori che puoi trovare sul mercato da questo punto di vista. E poi è anche un “ascoltatore” molto competente e “schietto” … durante le fasi di registrazione non accetto di buon grado “ingerenze” sotto il profilo creativo, ma mettere in discussione certe decisioni, quando si ha molto a cuore la questione, è una cosa che apprezzo. Rispetto la sua opinione, anche quando non la condivido.
Parliamo ora brevemente degli importanti ospiti del Cd … Kelly Keagy e Thom Griffin, tra gli altri …
Con Kelly siamo praticamente “pappa e ciccia” … abbiamo fatto due dei suoi album insieme ed è “anche” un eccellente batterista particolarmente “roccioso”, ed è la ragione per cui gli ho chiesto di suonare in circa metà dei pezzi … volevo il suo stile sul disco. Il suo drumming su “Are You The Same Girl” è assolutamente straordinario e quello sulla title-track non è da meno. E poi, come ti ho già detto, non dimenticherei Marc Scherer, il favoloso tenore di Chicago che si è occupato dei demos e della maggior parte dei cori dell’albo. Thom è un vecchio amico dei Pride Of Lions … è semplicemente il migliore.
La tua “storia” è fatalmente assai “vincolante” e la continua comparazione tra Pride Of Lions e Survivor è, in pratica, ineluttabile … sei infastidito da questa sorta di “dolce persecuzione”?
Ha, ha, ben detto! Non mi dà fastidio, è un complimento e uno standard a cui cerco sempre di tener fede. Mi piace avere un obiettivo così sfidante e cerco costantemente di onorarlo, superando ogni eventuale “calo di tensione” … mi aiuta a mantenermi “vivo” e sempre all’altezza della situazione.
Se avessi la possibilità di “congelare” un momento particolare della tua ricca parabola artistica e riviverlo, quale sarebbe la sua scelta?
L’opportunità di aprire, con i The Ides of March, per i Led Zeppelin nel 1970.
A quei tempi avevamo un hit come “Vehicle” all’attivo, e abbiamo fatto lo show “della vita”. Dopo ogni pezzo il pubblico ci gratificava con delle entusiasmanti standing ovation. Nemmeno gli Zeppelin riuscivano a “starci dietro” e, in effetti, ce lo dissero. Quella notte fu una cosa proprio su un “livello superiore”.
Analizzando la scena musicale contemporanea è impossibile non identificare il “revival degli anni ottanta” come una moda diffusa. Cosa ne pensi del rinnovato interesse riservato a questo tipo di suono?
Dio li benedica! Ha, ha! Anche la musica country ultimamente sta contribuendo a resuscitare i suoni degli anni ottanta … in fondo possono entrambe contare sugli stessi valori … medesimo il messaggio, le melodie e il ritmo, con l’aggiunta di violini, mandolini e pedal steel! Ci sono un sacco di gruppi giovani che mi stanno alle calcagna per imparare a scrivere questo tipo di cose, come se io avessi il “segreto della conoscenza melodica” … ha, ha!
Avremo la possibilità di apprezzare l’arte dei Pride Of Lions anche dal vivo?
Sì. La Paradise Artists, l’agenzia che cura i nostri interessi, sta lavorando sodo per portare i Pride Of Lions in giro per il mondo … probabilmente aprile sarà il mese in cui riusciremo ad organizzare qualche data in UK!
Speriamo di riuscire finalmente ad affermarci in maniera definitiva nel nostro Paese - gli Stati Uniti. E’ favoloso che il mondo ci riconosca – quando io e Toby camminiamo per le strade di Barcellona la gente ci addita e urla – Pride Of Lions! Vorrei che succedesse anche a Cincinnati!”… questa tua simpatica dichiarazione è stata inclusa nel materiale promozionale di “Immortal” … ora, dopo qualche tempo dalla sua pubblicazione, com’è la situazione?
Ci sono segnali positivi … abbiamo da poco “aperto” per gli Styx a Chicago e devo dire che abbiamo convinto la maggior parte del loro pubblico sul fatto che i Pride Of Lions sono una “forza” da non sottovalutare nella scena attuale … e lo abbiamo fatto senza i classici dei Survivor o le canzoni che ho scritto per gli Ides, per i 38 Specials o per Sammy Hagar.
Ok, questa è l’ultima … grazie davvero, e di “tutto” … ti chiedo ti congedarti con un messaggio finale per i nostri lettori!
Non riesco a credere che siano già passati quasi dieci anni da quando i Pride Of Lions sono sulla scena! Ogni album per noi è un viaggio unico e spero che i nostri fans lo accolgano nella stessa maniera. Voglio ringraziare di cuore te, Metal.it e tutti i nostri sostenitori italiani … grazie per contribuire a mantenere vivo il sogno della mia vita … rock on!!
Intervista a cura di Marco Aimasso

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?