Opening Scenery... Vive le Roi!

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Il Power & Progressive Metal è morto.
Viva il Power & Progressive Metal!


Da novello Cancelliere del Regno di Metal.it non posso che annunciare l'esordio degli Opening Scenery, quintetto di stanza nella capitale Sabauda che rinnova la tradizione in questo specifico settore da parte dei nostri connazionali e che per la prima volta si presenta sulle nostre pagine.

Avete voglia di raccontarci un po' la vostra storia, e magari anche l'origine di un nome per la band come Opening Scenery?
La storia del gruppo inizia nel 2002 dalla comune passione per il progressive metal di Mattia (Rubino, batteria) e di Vincenzo (Frascà, chitarra), nell'intento di creare musica propria uscendo dagli schemi tradizionali. Con l'inserimento di Andrea Racco (voce) e Mario Solavaggione (tastiera), nel 2004 l'obiettivo diventa concreto con l'autoproduzione di un primo EP. A metà del 2006 il gruppo cambia bassista e con l'arrivo di Giuseppe Balzano (basso), la band inizia a gettare le basi per quello che diverrà il nostro album di debutto. Nel 2010 l'incontro con Alessio Lucatti (Vision Divine, Etherna), da inizio ad una lunga e fruttuosa collaborazione, il cui culmine è la produzione di "Mystic Alchemy" rilasciato da Underground Symphony a fine 2011.
L'origine di un monicker come "Opening Scenery" deriva dal connubio tra spettacolo e musica, e vuole ricordare per l'appunto il momento in cui si apre il sipario e comincia lo spettacolo.
Quando vi siete incontrati che tipo di sound avevate in mente?
L'idea di base era quella di creare musica che uscisse dai canoni tradizionali, miscelando tecnica, potenza e melodia, cercando di mantenere tutto in perfetto equilibrio. Una sfida non di poco conto, in primis perchè tutte le influenze di ogni singolo elemento della band sono da amalgamare nel tessuto sonoro, e in secondo luogo perchè volevamo suonare questo tipo di musica cercando di non dimenticare la forma canzone. Spesso chi suona progressive metal dimentica questo fattore, ma per quanto ci piacciano le "escursioni" strumentali, volevamo che i nostri pezzi suonassero potenti e melodici per poter rimanere in testa all'ascoltatore. Lavorando molto sia in sala prove per la costruzione dei pezzi e poi in studio con Alessio Lucatti, siamo riusciti a trovare il nostro sound, che puoi sentire in "Mystic Alchemy.
Al di là del giudizio... vi ritrovate con le mie farneticazioni su "Mystic Alchemy"?
Siamo d'accordo con i giudizi che hai espresso e sulle tue "farneticazioni" del tutto costruttive e ti ringraziamo per la positiva recensione. Azzeccate le similitudini; non facciamo mistero delle nostre influenze, per quanto stiamo cercando di sviluppare uno stile sempre più personale.
Ad ogni modo, quali sono state le prime risposte da parte del "mercato"? ... e più in generale dalla critica?
Parlando della critica, abbiamo riscosso diverse recensioni positive, a partire dalla vostra fino ad arrivare ad altre sia in Italia e all'estero, i feedback che riceviamo dalle mail al nostro sito è positivo, idem i commenti sui social networks, speriamo quindi di continuare a collezionare buoni commenti, facendo tesoro di ogni singola critica costruttiva.
Stiamo cercando di farci strada in questo momento difficile nel mercato discografico internazionale. Forse suonare questo genere dieci anni fa sarebbe stato un po’ più semplice, ma stiamo lavorando sodo a livello promozionale grazie al supporto della neonata "Rockshots Agency" che ci segue sia come management che come promozione a livello internazionale.
Uno dei momenti più importanti di "Mystic Alchemy" è la suite che dà titolo al disco, è comunque sbagliato pensare che l'intero album sia un concept?
L'album non è un concept, tuttavia ogni singola traccia ha un filo conduttore. I testi rispecchiano diversi periodi di vita che gli autori stessi hanno attraversato. Si può dire in generale che le tematiche principali del disco si basano sullo scontro tra immaginazione e razionalità; ovvero la coesistenza delle suddette parti in ognuno di noi nella vita di tutti i giorni e, come queste possano variare i nostri comportamenti. Ad esempio la prima traccia "Ante Bellum" è un'allegoria sulla guerra, e come tale é da interpretare come la capacità degli individui di "combattere" fino in fondo per un'ideale, mentre "Seaquake Of Soul" é più una metafora sulle delusioni della vita, e di come si riesca ad uscire da questo "oblio" attraverso l'aiuto di un'altra persona che stia accanto appoggiando e sostenendo i momenti difficili.
A proposito della suite, fa piacere trovarvi Fabio Lione. Come siete riusciti ad averlo come vostro ospite?
Non c'è bisogno di dire che la presenza di un cantante del calibro di Fabio Lione ci abbia onorati. Avendo avuto la possibilità di lavorare con Alessio Lucatti, raggiungere Fabio Lione per averlo come ospite è stato più semplice di quanto potessimo immaginare. Inoltre il suo supporto non solo come cantante, ma prima di tutto come persona con più esperienza, ci ha permesso di imparare molte cose riguardo l'ambito musicale, facendone tesoro per il futuro.
Sono soprattutto curioso di sapere se si è dovuto adattare più lui al brano oppure se siete stati voi ad aver dovuto rivedere qualcosa?
Inizialmente pensavamo che si dovesse adattare qualcosa per rendere il brano adatto a Fabio. In realtà è riuscito a trovare una linea vocale perfetta e quindi ad adattarsi al brano in maniera incredibilmente naturale, provando addirittura linee vocali alternative affinché il lavoro piacesse comunque ad entrambi. Aldilà del fattore professionale e della sua sensibilità musicale, una delle doti di Fabio che molti tendono a sottovalutare, è il fatto di essere estremamente versatile, e di riuscire ad essere riconoscibile anche in contesti diversi. Basta vedere anche quello che sta facendo dal vivo ora con i Kamelot.
Come sono andate le cose in studio di registrazione, il risultato finale ha poi rispecchiato ciò che avevate in mente?
Il lavoro finale, a dispetto di alcune difficoltà incontrate in partenza, è stato molto soddisfacente sotto ogni punto di vista. Dopo un ottimo lavoro di pre-produzione, si è passati alla fase di registrazione e missaggio che è riuscita a rendere in maniera massiva ed efficace tutto ciò che volevamo trasmettere e rappresentare attraverso la nostra musica.
Cosa avete provato a fare in "Mystic Alchemy" al fine di non imitare le più famose formazioni metal?
Abbiamo cercato di creare uno stile personale nella produzione dei pezzi cercando di variare attraverso i generi del metal. Inoltre, oltre ad essere musicisti siamo anche fan, dunque ascoltiamo molti gruppi anche misconosciuti, e ci siamo resi conto che le bands che imitano o cercano di emulare le più famose formazioni del genere finiscono per essere ripetitive, banali e bruciano come fuoco di paglia. La tattica vincente a parer nostro é quella di rendere il più personale e inimitabile possibile il nostro sound, cercando di essere noi d'ispirazione per gli altri e non viceversa.
La voce di Andrea Racco è piuttosto distante da quelle, diciamo, tipiche del genere... credete possa aiutare a distinguervi?
Assolutamente si, dato che il genere impone un certo cliché nella scelta delle voci, quella di Andrea si distingue tra tutte le altre ed è il punto di forza che ci distingue; anzi un ascoltatore qualsiasi non si aspetterebbe mai una voce simile. E' proprio per questo che la timbrica di Andrea Racco rappresenta un vero caposaldo su cui fa perno la nostra musica, e ci permette di avere più ascoltatori accomunati l'uno dal tipo di sound, l'altro dal tipo di voce.
Il resto invece c'è tutto, tuttavia, come ho ribadito nella mia recensione, ho la forte impressione che potreste ottenere i migliori risultati puntando maggiormente su un songwriting più snello e diretto.
Siamo d'accordo con la tua affermazione. Di certo un songwriting più snello e diretto ha una presa maggiore sul pubblico. Per questo motivo cercheremo di lavorare in questo modo in futuro, dando comunque sempre spazio agli intermezzi strumentali; sezioni che formano insieme alle linee vocali ed alla musica tutto "l'ensemble" di cui é fatta la nostra musica proprio come ordito e trama si intrecciano fra loro formando un tessuto forte, ricco e compatto.
Avete già un'idea di quali saranno le vostre mosse future a riguardo?
Le nostre mosse future saranno quelle di crescere come gruppo a livello musicale e nel trovare il sound più adatto a noi e farlo il più personale possibile. Il punto di partenza é sempre rappresentato da "Mystic Alchemy" dove sono presenti tutti gli elementi che ci servono per smussare e definire il nostro "carattere" musicale.
Cosa dobbiamo invece aspettarci nel futuro più immediato?
Riguardo al futuro più immediato stiamo cercando di suonare il più possibile per farci conoscere, e speriamo di avere buoni contatti in futuro per fare anche degli eventi grossi tipo festival e support band per qualche nome blasonato. Molti altri progetti sono in cantiere e li stiamo valutando insieme al nostro management tuttavia ci saranno tutte le informazioni disponibili sul nostro sito, quindi seguite il nostro sito www.openingscenery.com e i nostri profili su Facebook (https://www.facebook.com/openingscenery) e Twitter!
Vi ringrazio per la vostra disponibilità e mi sembra giusto lasciarvi la parola finale...
Ringraziamo tutti Voi, la Vostra redazione e Sergio in particolare per aver concesso questa intervista che ha permesso di raccontarci, di descrivere come sono gli Opening Scenery e come siano arrivati a siglare quello che é il primo lavoro.
La nostra musica continuerà ad andare avanti miscelando sempre più le capacità, la creatività e la voglia di farsi apprezzare come musicisti... insomma continuando la nostra alchimia musicale!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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