Two Fires: il ritorno in grande stile di Kevin Chalfant

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Fresco di pubblicazione del nuovo album Burning Bright con i suoi ritrovati Two Fires, il grande singer Kevin Chalfant ci racconta la storia di questo ultimo disco e i suoi progetti futuri.

Ciao Kevin, benvenuto sulle pagine di metal.it! Parliamo del nuovo album Burning Bright, che ha ricevuto ottime recensioni in tutto il mondo. Immagino sia una grande soddisfazione! Cosa ci puoi dire di particolare riguardo le registrazioni e i tuoi compagni di viaggio?
Sono elettrizzato riguardo questo nuovo progetto, davvero. Le canzoni stanno benissimo l’una accanto all’altra e sono suonate benissimo. Sono davvero grato a tutti per il duro lavoro e la concentrazione che hanno messo in questo disco. I songwrtiter, i musicisti, i cantanti, gli ingegneri del suono, i ragazzi che si sono occupati della promozione, della grafica, le nostre famiglie e i nostri fan sono stati fantastici. E anche Serafino, Mario, Elio e tutti gli altri amici italiani il cui nome finisce per “o”…
Di cosa parlano i testi dei nuovi brani?
Per riassumertelo in breve…quando ero più giovane, alcuni dei musicisti più vecchi che incontravo mi dicevano che se volevo avere successo avrei dovuto far ridere, piangere e pensare la gente. Questi musicisti, che ormai se ne sono tutti andati, non sono mai stati conosciuti a livello internazionale, ma hanno influenzato parecchio il mio modo di scrivere. Avevano davvero ragione e i loro consigli sono gli stessi che ora cerco di dare ai giovani artisti che produco
La line-up dell’album è largamente nuova. Il mondo AOR è probabilmente quello dove vediamo la maggiore collaborazione e amicizia tra musicisti provenienti da diverse band. Puoi confermarci questa impressione?
Ho sempre cercato di far collimare la forza dei musicisti coinvolti con le caratteristiche delle canzoni che richiedevano un particolare trattamento. La mia band attuale è davvero grande e comunque ho anche aggiunto diversi ospiti esterni, proprio per il motivo che ti ho appena detto. Ho chiamato Rex Carroll per un solo su Is It Any Wonder e Jim Widlowski e Shawn Fichter per altri pezzi
Mi hanno colpito in particolare due canzoni: Lost In The Song e All For One. Puoi dirci qualcosa di particolare su questi pezzi? Ci sono altre canzoni alle quali sei particolarmente legato che fanno parte di questo nuovo disco?
Lost In The Song l’ho scritta pensando agli ultimi momenti di Brad Delp. Non posso ancora credere a quanto in fretta la sua vita sia finita e a quanto la cosa mi abbia toccato nel profondo. Brad è stato uno dei miei musicisti preferiti di sempre e una delle persone più gentili che io abbia mai conosciuto. Anzi, è sicuramente la persona migliore che io abbia mai incontrato nel mondo della musica. La canzone è il mio inno, parla di come vivo la mia vita. All For One, invece, è stata ispirata dal cambio di direzione della mia amata America. Guardo sempre un sacco di notiziari in TV: subito prima di mettermi a scrivere questa canzone stavo guardando uno show del controverso opinionista Glenn Beck. Ho fatto una telefonata al mio tastierista e co-autore Chuck Giacinto per scrivere una canzone che potesse fare la differenza. E’ frustrante a volte…viene da pensare che non c’è nulla che una persona comune possa fare per riuscire a cambiare le cose. Ma invece non è vero: tutti noi possiamo fare una grande differenza!
Dopo questo album, possiamo definitivamente pensare ai Two Fires come una realtà o dobbiamo considerarlo l’ennesimo tuo side project?
I Two Fires sono un progetto solista per me. Mi sono accordato con la Frontiers per un nuovo album solo nel caso in cui avessi potuto firmarlo con il nome di una band piuttosto che col mio. Non ho intenzione di fare del mio nome un’esclusiva con alcuna etichetta. Il mio nome è mio. Devo poter essere in grado di utilizzare il mio nome senza alcuna interferenza da parte delle case discografiche.
Negli ultimi mesi abbiamo goduto di parecchi album AOR di ottima qualità. Penso sia un ottimo momento per il melodic rock. La pensi anche tu così? C’è qualcosa tra le novità che ti ha particolarmente colpito?
Mi dispiace, ma non posso dire di essere un collezionista di nuovi CD. Impegno troppo del mio tempo a fare la mia musica e non me ne rimane abbastanza per ascoltarne di nuova. In un certo senso è meglio così, perché odio l’idea di poter copiare qualcuno anche solo involontariamente. Cerco semplicemente di dare alla mia musica la priorità.
I diversi musicisti dei Two Fires sono coinvolti in un sacco di altri progetti. Ci puoi dire qualcosa di particolare a riguardo? Come avete trovato il tempo per lavorare insieme a Burning Bright o preparare i live tutti insieme?
Per un certo periodo, la nuova band è stata per tutti la priorità. Anche durante le registrazioni, ho cercato di incastrare le session in modo da renderle agevoli per tutti. Per il resto, tutti hanno continuato con il proprio lavoro o i propri progetti artistici. Pensa che il mio tastierista è addirittura un pastore regolarmente ordinato.
Cosa puoi dirci del rapporto con la Frontiers? Ho letto che Serafino Perugino ha avuto un ruolo fondamentale nel convincerti a realizzare questo nuovo lavoro marchiato Two Fires.
Serafino è il mio braccio sinistro. Lavoriamo insieme da tanto. Molti musicisti, e anche io la penso così, non vogliono interferenze da parte di nessuno. Ma io apro me stesso alle critiche e ai consigli, soprattutto riguardo la scelta delle canzoni. Ho offerto a Serafino la possibilità di aiutarmi: lui è in grado di giudicare alla perfezione le canzoni solo da pochi sample. Certo, quando non eravamo d’accordo, comunque lui finiva per accettare le mie decisioni. Insieme abbiamo scelto tra 22-23 pezzi gli 11 che meglio stavano insieme e che sono finiti sul disco
Sarete presto in tour per l’Europa? Ci sarà la possibilità di vedervi in Italia?
Abbiamo da poco un nuovo promoter e spero fortemente di poter venire presto in Italia
Ok Kevin, grazie mille per l’intervista! Saluta come preferisci i fan italiani!
I metal fan sono sempre i migliori. La mia famiglia è venuta in America dall’Italia e, sapendo questo, da voi mi sento come in famiglia. La band ha davvero voglia di esibirsi da voi e siamo sicuri che sarebbe una splendida esperienza, come una grande riunione di famiglia, tra amici e in mezzo a buona musica, buon cibo e buon vino!
Intervista a cura di Alessandro Quero

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