Towers of London: fra punk, rock e pop frizzante!

Gli inglesi Towers Of London, diventati celebri nel 2006 col loro irriverente debutto “Blood, Sweat And Towers”, sono tornati con un nuovo album, “Fizzy Pop” e con uno stile rinnovato rispetto all’energico punk rock degli esordi. Riusciranno a conquistare nuovi fans? Lo abbiamo chiesto a Donny e Dirk Tourette e Tommy Brunette, rispettivamente voce, chitarra e basso dei Towers.

Come vanno le cose per la line-up? Sappiamo che ci sono stati alcuni cambiamenti in proposito.
Tommy Brunette: “Molto bene, i due precedenti musicisti (il chitarrista Paul “The Rev” James e il batterista Neil “Snell” Eldridge, Nda) hanno lasciato la band all’incirca un anno fa. Oggi abbiamo due nuovi ragazzi con noi, molto più vicini al rock n’roll di quanto non lo fossero gli altri, che tendevano più verso l’heavy metal, quindi direi che la nuova line-up funziona meglio. Con il chitarrista e il batterista attuali stiamo bene, sono buoni amici, grandi musicisti e ci divertiamo insieme.”
(da notare che i nuovi elementi non vengono mai nominati; secondo alcuni siti internet, il chitarrista dovrebbe essere James Phillips, mentre sul batterista aleggia ancora un velo di mistero… Nda).
Cosa mi dite del titolo “Fizzy Pop”, certamente un po’ inusuale?
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Donny Tourette: “Eravamo in studio a registrare l’album e la nostra casa discografica giapponese ci aveva mandato un sacco di queste bevande energetiche chiamate Fizzy Pop. Non sono niente di paragonabile a cose tipo la Red Bull, sono molto più potenti e credo siano addirittura illegali in Europa perché contengono sostanze abbastanza pesanti. Siccome abbiamo registrato il disco in brevissimo tempo, praticamente non abbiamo quasi mai dormito, quella bevanda ci ha aiutato a stare svegli e così abbiamo deciso di chiamare il disco come il drink!”
Quanto vi ci è voluto a registrare l’album?
DoT: ”Una settimana!”
Dirk Tourette: “Bisogna dire che avevamo già pronti dei demo con gli arrangiamenti definitivi, quindi sapevamo benissimo cosa avremmo dovuto fare in studio e ci siamo occupati solo delle registrazioni. Per assurdo, la produzione del primo album ci portò via un anno, fra New York, Los Angeles, Londra e la Spagna, in studi diversi con produttori diversi… un disastro insomma!”
È sorprendente ciò che state dicendo, soprattutto se consideriamo che il primo album era molto più grezzo e diretto di questo…
DiT: “È vero, stavolta abbiamo fatto l’esatto opposto. Certo, sarebbe più facile pensare al primo come un disco registrato in una settimana, anzi, avremmo potuto realizzarlo in un giorno!”
In quanto a “Fizzy Pop”, invece, direi che è un disco con due facce: la prima più sperimentale e la seconda, dalla 6° traccia in poi, più simile a un album di party rock. È stata una vostra scelta precisa o si tratta di un caso?
DiT: “Concordo sulla diversità fra la prima e la seconda parte del disco. In effetti, quando abbiamo deciso la track list, abbiamo anche scelto di proposito questa disposizione dei brani.”
TB: “Sì, abbiamo pensato che sarebbe stato meglio piazzare i brani più vari all’inizio, per fare crescere l’interesse in chi ascolta l’album e poi, una volta “conquistato” l’ascoltatore, proseguire con canzoni più semplici.”
Devo ammettere che i brani che preferisco sono proprio i più particolari, come “1984”, “Time Is Running Out” e “Go Sister Go”…
DiT: “Mi fa piacere, perché sono anche i miei preferiti!”
TB: “Il sound di questi brani è merito anche dei nuovi membri della band: noi volevamo cambiare e soprattutto, non volevamo per forza seguire le regole del primo disco. Loro ci hanno aiutato in questo.”
DoT: “Tutte le canzoni erano già composte prima del loro arrivo ma hanno comunque contribuito a creare il sound che senti sull’album, perché hanno aggiunto il loro stile personale al nostro.”
DiT: “Ciò che non volevamo assolutamente fare era riciclare “Blood Sweat And Towers”. Chiaramente per noi è un rischio proporre qualcosa di diverso, perché alcuni nostri fans potrebbero essere delusi ma alla fine, l’importante è fare quello che piace a noi prima di tutto.”
Quando “Blood Sweat And Towers” è uscito, sono stati in molti a definirvi come i nuovi Sex Pistols: vi riconoscete in questa definizione?
DoT: “No!”
DiT: “Ce lo dicevano in tanti all’epoca. In effetti il primo album poteva ricordare vagamente “Nevermind The Bollocks” ma siamo sempre stati convinti che ci fosse molto di più nella nostra musica, anche all’inizio: i Sex Pistols potevano essere una nostra chiara influenza ma non certo l’unica.”
C’è anche una canzone, “New Skin”, in cui mi sembra di riconoscere l’influenza dei Beatles. Che ne pensate?
TB: “In effetti le armonie di quel brano potrebbero ricordare quelle dei Beatles…”
DiT: “Beh sì, d’altra parte tutti noi amiamo i Beatles, vero? (rivolto agli altri due che approvano, Nda)”
DoT: “Quando “New Skin” è nata, non stavo ascoltando nulla di particolare a dire il vero, avevo solo questo semplice fraseggio di chitarra acustica, molto facile da suonare ma che mi piaceva parecchio. La canzone è stata praticamente composta al volo in studio e siccome non avevamo tempo di registrarla come si deve, abbiamo deciso di fare un demo acustico, registrandolo una sola volta. Poi l’abbiamo ascoltata e ci è parsa buona così com’era, quindi abbiamo deciso di includerla nell’album senza ulteriori sovraincisioni.”
Il testo ha un significato particolare?
DoT: “Si può interpretare in due maniere: come una semplice canzone d’amore oppure come il simbolo di un nuovo inizio per la band. Il testo parla di ricominciare tutto da capo, che è un po’ quello che abbiamo fatto noi con questo disco.”
Ci sarebbe anche “Avaline” di cui dite testualmente “makes me wanna vomit”…
DoT: “Quello è un altro brano con un doppio significato: può riferirsi sia ad una donna che alla droga. È un modo per far capire alla gente che la droga è qualcosa di negativo, che ti fa letteralmente stare di merda.”
Altro argomento interessante è quello di “1984 (Nanny Nation)”: è per caso ispirata al libro di Orwell?
DoT: “In parte sì ma principalmente si riferisce al governo inglese e al modo in cui cerca di controllare qualunque cosa la gente faccia, con telecamere ovunque e cose del genere. La politica del governo è fin troppo restrittiva, non puoi fumare nei bar, non puoi bere sui treni, non puoi fare questo, non puoi fare quello… Insomma, si arriva ad un punto in cui uno si sente controllato ad ogni passo. Non credo che cambiare le persone a capo del governo possa migliorare le cose, alla fine chiunque vada al potere finisce per applicare le stesse politiche di chi lo ha preceduto. Finché non ci sarà qualcuno che ne avrà abbastanza e manifesterà seriamente il proprio dissenso, la situazione rimarrà questa.”
Pensate che il vostro successo sia dipeso, almeno in parte, dal desiderio di tornare alle radici del sound inglese? Negli anni ’90, per esempio, l’Inghilterra spesso tendeva a seguire i trend alternativi e ad un certo punto sembrava non esserci più spazio per il rock tradizionale...
TB: “È vero quello che dici, da noi c’era la tendenza a cercare insistentemente una nuova moda musicale e quando arrivava una band che aveva un minimo di successo, tutte le altre smettevano di suonare ciò che avevano sempre suonato e cominciavano a copiare quella di successo! Noi, per fortuna, non lo abbiamo mai fatto ma abbiamo sempre suonato quello che volevamo. All’inizio non abbiamo avuto spinte di nessun genere e ogni fan che ci ha voluto seguire, ce lo siamo guadagnato con la nostra musica.”
Come vi comporterete per il tour di supporto a “Fizzy Pop”? Farete da spalla ad altri gruppi o sarete headliner?
DoT: “Ancora dobbiamo decidere, attualmente stiamo facendo un po’ di concerti in piccoli club per prepararci al tour vero e proprio. Ciò che vorremmo fare, sarebbe contattare delle bands locali in ogni paese: in questo modo, possiamo dare maggiore visibilità ad altri gruppi e ascoltare noi stessi degli artisti che magari non avremmo modo di conoscere altrimenti. Ci vuole un po’ di tempo per organizzare tutto in maniera corretta ma abbiamo già diversi contatti tramite MySpace e saremmo contenti di poter suonare con gruppi di ogni nazionalità. Per esempio, conosciamo un gruppo italiano, gli Addicted, che ci piacerebbe avere con noi quando verremo dalle vostre parti.”
DiT: “Per noi è un ottimo modo per conoscere nuova gente, ascoltare nuova musica e magari stringere nuove amicizie.”
Diteci due parole sulla copertina, che ritengo semplice ma molto efficace.
DoT: “Ogni simbolo sulla copertina rappresenta una delle canzoni. Quando l’abbiamo concepita, abbiamo cercato di ispirarci allo stile di Andy Warhol, facendo un po’ quello che avrebbe fatto lui.”
TB: “Pubblicheremo “Fizzy Pop” anche in vinile, seppure in edizione limitata: a noi questa cover piace molto e in quel formato potrà rendere ancora di più!”
Cosa pensate di internet? Secondo voi, in che modo può influenzare il mondo musicale?
DiT: “Internet è un mezzo straordinario per i gruppi emergenti ma anche per gli artisti più noti. Sono le bands di medio livello che potrebbero soffrire eccessivamente dei download illegali di musica: infatti, un gruppo emergente può solo guadagnarci perché con la rete può diffondere meglio il proprio prodotto, mentre un gruppo famoso mantiene comunque sempre un buon livello di vendite. Per quanto mi riguarda, comunque, non scarico musica da internet, a me piace avere il prodotto originale fra le mani, mi piace leggere i testi e avere i booklet dei dischi. Al di là di tutto, internet ha sia lati positivi che negativi.”
Intervista a cura di Michele 'Freeagle' Marando

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