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Gruppo:ZeroVolume

Dopo aver recensito il bellissimo "Squilibri", ho il piacere di scambiare quattro parole con i toscani Zerovolume.

- Ciao ragazzi, prima di iniziare, la solita formalità di rito: presentate la band ai nostri lettori.

La band è in vita da circa 11 anni, i membri storici siamo noi due Andre e Giò, Batteria e voce. L'attuale formazione è composta da tre elementi, aggiungendo il nostro AndreaV alle chitarre, che fa parte della band ormai da quasi 4 anni. Abbiamo origini musicali diverse ma ci accomuna la grande passione per ciò che facciamo, le linee guida sono la grande amicizia che ci lega e la spensieratezza con cui costruiamo e proponiamo musica.

- Di fatto, "Squilibri", è il primo full lenght, nonostante siate in giro da quasi 12 anni.
E' stata dura credere in questa band per un lasso di tempo così lungo?

Assolutamente no! Noi prima crediamo nella musica e nell'arte, dopo crediamo nella band, ma è un qualcosa che vien da se. Forse è stata più dura nei primi anni quando a tutto si sommava la poca esperienza e la scarsa tecnica. Oggi la mentalità all'interno della band è profondamente cambiata.
Quando sei a contatto con persone con cui stai bene, quando senti che oltre a una band musicale sembra di far parte di una famiglia, il tempo passa e neanche te ne accorgi. Certo, ci sono stati momenti positivi e negativi ma questo credo faccia parte del gioco, a cominciare dai primi tempi quando lo studio di registrazione per esempio era un sogno, adesso ce lo abbiamo personale! Che dire, concepiamo la musica come qualcosa che arricchisce il nostro bagaglio culturale, qualcosa che ci distende, ci rilassa ma, allo stesso tempo, ci incattivisce quel tanto da emozionarci ad ogni live.
E' importante credere in quello che uno vuol fare, come lo sono il rispetto e la serietà tra di noi all'interno della band. Quindi, la dimostrazione che la band è attiva da molti anni sta proprio in questo.

- Il sound degli esordi è cambiato rispetto alla forma che Zerovolume ha assunto con "Squilibri".
Naturale evoluzione, fisiologica direi, o un occhio di riguardo ai consensi della gente?

Il sound è cambiato molto dai tempi dei Siddharta (correvano gli anni '90). Potremmo definire tale cambiamento non come evoluzione ma come "bisogno", inteso come senso di evasione, voglia di sperimentare e di proporre qualcosa che per lo meno nella nostra zona nessuno faceva. Da qui il genere portato avanti con passione dalla band, primo giò che è anche l'attuale compositore. Se ascoltiamo in sequenza tutti i demo cd avvertiamo proprio il bisogno di approdare ad un genere come quello attuale. Possiamo con tutta franchezza dire che ne andiamo fieri. Nel corso degli anni abbiamo prodotto 5 demo cd ed ognuno era diverso dall'altro nello stile e nel genere. Siamo partiti con il classico rock italiano per poi passare al pop commerciale e poi ancora a sonorità più cupe, fino all'attuale stile rock-elettronico.
Per quanto riguarda la questione "consensi della gente" possiamo dirti che con il cd Acquamilk avevamo puntato al pop facile-commerciale, genere che può avvicinarti al grande mercato e al grande pubblico ma, dopo poco tempo, abbiamo capito che gli Zerovolume sono altro. Oggi abbiamo trovato la giusta dimensione e stabilità.

- Sò che scoccia, ma il paragone con i Subsonica ( la band più conosciuta dalla massa ) scatta in automatico.
Io stesso, ho dovuto usare questo metro di paragone per rendere al volo l'idea del sound che proponete...
Mi rendo conto che può comunque essere limitante...non è vero?

Eh si. Oggi la massa (come l'hai ben definita tu) pone etichette al primo ascolto, non gliene facciamo una colpa però, d'altra parte viene naturale e noi lo accettiamo. Ci teniamo a dire però che... il nostro sound si discosta un po' dal genere subsonichiano, per esempio basta sentire le nostre chitarre, in nessun disco dei Subsonica si sentono così "sparate ed aperte in faccia"; oppure alle ritmiche delle song tendenzialmente più lineari, od anche alle linee vocali seguite da Giò che, credo siano ormai amalgamate nel genere.

- I vari intermezzi strumentali tra un brano e l'altro, hanno un senso vero?
Di fatto dividono il disco in cinque tronconi.

Hai fatto centro. Hanno un senso. L'album è stato concepito come un miniconcept proponendo, se vogliamo, un cammino da percorrere lungo quanto le 16 tracks compresi gli intermezzi e la cover. In realtà si è voluto dar spazio anche un po' all'immaginazione ed ovviamente allo "squilibrio". Nasce "cattivo" proponendo temi e sound portanti, di tutti i giorni (Silenzi Radio), giungendo anche alla pura ironia quotidiana che pulsa in Club Rockstar. Qui il primo interlude (trough the fields of memory) che spezza l'atmosfera conducendoci nella memoria attraverso una toccante Fotografia... Da lì subito il secondo interlude "a dream of falling" che , paradossalmente, ci fa ricadere nello stile grintoso di "in volo" per poi dedicare una bella terna di song all'emozionale. L'ultimo tema è in un certo senso la fantascienza, così come noi la concepiamo... la ciliegina sulla torta è la track 16 Effetti Collaterali... ovvero quelli che si avvertono dopo il primo ascolto di questo disco. Li hai avvertiti anche te? Ecco quindi il perché di "squilibri", un disco altalenante sul piano delle emozioni e dei temi senza escludere la profondità ed arrivando anche all'ironico da molti non ancora compreso. Noi questo volevamo.

- Credo di non sbagliare nell'affermare che tu Giò sia il leader della band.
Come vi regolate in fase di songwriting? Democrazia o regime totalitario?

No alt. Non esiste nessun leader all'interno della band, non è mai esistito e mai esisterà. Il numero dei componenti poi ci aiuta. Il tre. La maggioranza vince. Più che un regime... c'è un sistema: il maggioritario nella più serena democrazia. All'interno ognuno si occupa di qualcosa. In fase di composizione il lavoro viene svolto generalmente così: Andre e AndreaV si occupano dei testi. Quando un testo è terminato inizia la fase della composizione che avviene con la chitarra, con un sinth o un piano. Puo capitare che la musica nasca anche da un suono particolare o da un riff. Avviene la stesura della musica, della linea vocale e dopo inizia la fase della programmazione, cioè l'inserimento dei vari loop, sinth, suoni vari, groove ecc. Di solito in fase di programmazione Giò e talvolta anche noi due lavoriamo anche sull'arrangiamento del pezzo. Successivamente è la parte "suonata" a prendere vita: AndreV inserisce tutti gli arrangiamenti di chitarra, ed a seconda del ritmo e della cadenza richiesti, in genere, in base al testo ed alle nostre idee di partenza, vengono definite le linee di basso e di batteria. Altra particolarità è che molti pezzi sono arrivati a compimento senza nemmeno una prova di tutti e 3 insieme, ma passandoci le idee tramite registrazioni che vengono arricchite passo passo da ognuno di noi. Ci rendiamo conto del fatto che sia un modo abbastanza atipico di lavorare e di creare, ma questo ci permette di realizzare insieme in maniera tranquilla senza utilizzare un metodo "stratificato", dove ognuno fa un livello e l'altro lavora sul livello successivo sulla base di quello che è stato già fatto.
Infine, al termine di questo processo avviene l'ascolto finale, che può portare all'approvazione del pezzo, alla decisione di fare modifiche (spesso per quanto riguarda l'arrangiamento), oppure a volte all'esclusione di questo, qualora il risultato finale non sia ritenuto convincente da tutti e 3. A dire il vero, negli ultimi anni i pezzi "cestinati" sono stati molti, specie quando era necessario trovare il giusto affiatamento anche musicale con il nuovo entrato AndreV... nonostante questo secondo noi non sia un male a prescindere, adesso c'è molta più intesa ed il songwriting negli ultimi tempi è risultato più snello ed agevole.

- Come mai la scelta della lingua madre per il cantato?
Anche questa è sempre stata una nostra prerogativa. In repertorio non abbiamo pezzi in inglese se non un paio di cover arrangiate tempo fa o qualche frase nei nostri testi. Amiamo la nostra lingua e come italiani ci teniamo a proporla in musica. Crediamo che, per noi, l'italiano sia la lingua che ci permette di esprimerci nella maniera migliore.

- Quali sono le vostre influenze?
Influenze.... mah... io direi di rimandarvi alla lettura delle nostre biografie personali su sito... forse l'influenza vera della band è proprio un miscuglio delle nostre. Comunque ci possiamo collocare senza problemi tra coloro che amano qualsiasi genere musicale e stile.

- Vi siete autoprodotti, ottimamente, il disco di debutto.
Scelta coraggiosa, dettata da...?

Dettata dalla pressante voglia di farlo. Per noi è una immensa soddisfazione aver autoprodotto un disco del genere. Giusto un paio d'anni fa sembrava impossibile, adesso invece (con un po' di sacrificio) ce l'abbiamo fatta. Tutto grazie anche al nostro studio costruito pian piano negli anni... con tanto sudore e molti sacrifici (specie per giò che è il maggior "azionista"...). Quando registri in studi esterni sei costretto a correre con i tempi, sei sotto pressione e non lavori tranquillamente. Registrando questo disco ci siamo divertiti, messi a confronto ed abbiamo sperimentato. Ci potevamo permettere la gioia di ripartire totalmente da zero con un brano per rifarlo interamente, e di curare quanto ci interessava ogni singolo suono e dettaglio. Questa è una bella cosa.

- In alcuni frangenti, spuntano rimandi alle vecchie produzioni dei Litfiba.
So che avete un particolare aneddotto riguardo a questa storica band, giusto?
Eh si, diciamo una bellissima giornata insieme a Ghigo Renzulli per il casting della nuova sezione ritmica dei Litfiba rimasti orfani di Piero. Al tempo seguivamo molto il loro sound e dobbiamo dire che questo ci ha condizionato abbastanza negli anni (positivamente). Per noi Litfiba (ma quelli rudi e genuini) significa rock all'italiana ed ancora oggi se in studio mettiamo un pezzo di Terremoto o di Desaparecido ci emozioniamo! Quindi è normale che un po' di rimandi spuntino. Crediamo molto sottili comunque.

- Mi parli delle vostre liriche?
Sono molto toccanti, soprattutto "In Volo" e "Fotografia".
Le liriche, naturalmente, sono di fondamentale importanza. Come è immediato notare passano da argomenti piuttosto complessi e maturi (ad esempio Autouomo), a tematiche molto più frivole ed immediate (Club Rockstar), passando dalla malinconia del vivere dei nostri giorni (Fotografia ed Astronauti, pezzo dedicato all'equipaggio dello shuttle Columbia esploso in volo nel rientro sulla Terra nel 2003), alla rabbia di Silenzi Radio ed Effetti Collaterali.
In Volo è un viaggio onirico verso la materializzazione delle nostre aspirazioni, spesso irraggiungibili. La coscienza della nostra, talvolta, inadeguatezza è ferma durante la veglia, ma durante il sonno le regole perdono di significato ed efficacia e quello che ci ci si trova di fronte è un nuovo mondo, pieno di possibilità...
Fotografia è nata dal ricordo di una splendida realtà vissuta ma che non potrà mai tornare, riportato alla luce da una di quelle tante fotografie che ognuno di noi ha scattato negli anni e che, senza particolare cura, ha gettato frettolosamente in un cassetto per poi dimenticarsene. Il tempo passa e ci plasma, noi cambiamo mentre ciò che è impresso sulla pellicola rimane lo stesso per sempre, come i ricordi e le emozioni che continuiamo a portare, latenti, dentro di noi finchè qualcosa non le risveglia. Allo sguardo di una persona più matura, appare evidente il contrasto di quello che si è sentito al tempo con quello che si coglie tanti anni dopo, che porta con sè tanti nuovi interrogativi e un senso di irrequietezza...

- Nonostante siate distanti dal monto metal tout court, avete nel vostro sound un sacco di particolari che possono attirare l'attenzione.
Facciamo un giochino, fai una bella reclame per il vostro disco.

Beh si... ma non troppo. Abbiamo chitarre volutamente potenti e ritmiche ben portanti che sprigionano energia ed emozioni nei momenti giusti. Le pubblicità più belle per il nostro disco sono tutte le recensioni che ha ottenuto, compresa la tua e questa bella chiacchierata.

- Possibilità di vedervi on stage?
Sicuramente. La stagione estiva sta arrivando e presto presenteremo on stage il nostro "squilibri". Tra l'altro la set list live è qualcosa di veramente eccezionale, però non vi anticipiamo nulla... venite a vederci!

- Se guardo all'orizzonte, c'è la speranza di un nuovo disco?
Attualmente no. Sarebbe prematuro e sminuirebbe l'attuale lavoro. Comunque il cantiere è sempre in funzione... e stiamo già lavorando a qualche song nuova nuova. Tutto può nascere con calma in studio, nessuno ci corre dietro.

- Al concerto del 1° maggio ho assistito ad una carrellata di nomi inutili...mi chiedo perchè non dare la possibilità a bands emergenti, valide come voi, di esibirsi davanti a 400.000 persone.
Siamo sempre un paese da quattro soldi, musicalmente parlando.

Che dire.... ce lo chiediamo anche noi. Semplicemente ti dico che sarebbe molto giusto ma... non è solo il Concerto de Primo Maggio che propone volti inutili... ciò accade anche nei programmi dei locali che sono colmi e straripanti di Tribute Band; su questo non vogliamo dilungarci perché occorrerebbe un'intera intervista dedicata... esprimiamo solo in nostro disappunto unito al nostro rammarico ed accettando a malumore il fatto che in Italia la cultura della musica originale si stia limando eccessivamente

- Ok, vi ringrazio per la vostra disponibilità, chiudete come meglio credete.
Vogliamo ringraziare te ed EUTK per questa piacevole intervista, quella che si prospetta è una stagione estiva interessante in cui abbiamo previste diverse date, a cui siete tutti invitati a partecipare... potete trovare tutte le news e le date sul nostro sito, www.zerovolume.it
Ciao ed a presto!

Intervista a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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