EDERA (Valerio Valentini, vocals)

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Gruppo:Edera

Prima due demo... quindi "Settings for a Drama", il loro debutto discografico, eccomi ora a parlare nuovamente degli Edera. Anzi, con gli Edera, dato che ho coinvolto il cantante del gruppo milanese, Valerio Valentini, nell'intervista che segue. Adesso manca all'appello solo un live report, ma vedremo di colmare anche questa lacuna, andando ad assistere a qualche loro concerto, che a sentire Valerio devono essere piuttosto intensi.

Come si conviene per un gruppo all'esordio, credo si debba iniziare dal riassumere la storia del gruppo...
Innanzi tutto permettimi di salutare tutti i lettori di eutk.net, e di ringraziare te e tutto lo staff per lo spazio che ci concedete...
Brevemente, il progetto Edera nasce nel 1994, da un'idea mia e di Matteo C. (il tastierista). In realtà Edera rimane in fase embrionale fino al 1997, quando il raggiungimento di una line-up stabile rende concreta la forma del progetto iniziale. Da qui un susseguirsi di concerti, lavori e cambiamenti di formazione... Oggi Edera è un progetto ormai radicato in ciascuno dei suoi componenti: la stabilità raggiunta e la creatività incessante ci hanno portato alla produzione di 2 demo ("Edera" - 2000, e "Apart" - 2002) ed al primo contratto con un'etichetta discografica, con la conseguente realizzazione del primo cd, "Settings for a Drama", che contiene 13 delle oltre 40 canzoni che fanno parte del repertorio del gruppo.

Avete un monicker semplice come Edera, al quale però contrapponete una musica che è tutt'altro che semplice, è solo un caso?
Mettiamola così: nella sua semplicità, nella sua musicalità, nel significato simbolico di cui si veste, Edera riassume perfettamente tutto quel complesso mondo di musica e concetti che costituisce il nostro progetto artistico-musicale... Vuoi sapere cos'è per noi Edera? E' un continuo intrecciarsi di stati d'animo... pensieri come parassiti che si arrampicano su muri-anima, ricoprendone le superfici con nuove forme estetiche...

Siete arrivati al vostro album di debutto dopo avere rilasciato due ottimi demo, di quali avete ripreso parecchi dei brani che sono finiti su "Settings for a Drama", li avete modificati per l'occasione?
Nessuna delle tracce presenti in "Settings for a Drama" ha subito delle modificazioni... quando queste canzoni erano state presentate in forma di demo, avevano già subito tutte le "correzioni espressive" che ci sembravano necessarie. A dire la verità, perfino i due demo, sia nella loro forma estetica che nel contenuto, vale a dire nella scelta e nell'ordine dei brani in essi presenti, ai nostri occhi apparivano perfettamente coerenti ... a parte la qualità delle registrazioni, ovviamente!

Riguardo alle due canzoni inedite, sono state incise appositamente per l'album oppure facevano già parte del vostro repertorio?
Tutte le canzoni che hanno trovato spazio su "Settings...", ed altre che non sono ancora state pubblicate, sono state composte, e nella maggior parte dei casi arrangiate, ancora prima che decidessimo di dare alla luce i demo "Edera" e "Apart". La scelta di inserirne alcune piuttosto che altre è stata puramente formale: credo infatti che ogni produzione, per essere perfetta, debba sempre rispettare una certa coerenza di fondo, sia musicale che lirica. Questo è l'unico motivo per cui brani come "Lain on Wet Grass" e "A Revolution Coming" non hanno trovato posto nei demo, pur essendo già stati composti e arrangiati all'epoca della pubblicazione di questi...

Indicate la vostra proposta musicale come "Art Rock". Come siete arrivati a questa definizione e sopratutto che cosa intendete?
Crediamo in una musica che sia arte ancor prima che intrattenimento. Arte come processo di esteriorizzazione, come profondo bisogno di comunicazione dell'intimo. Abbiamo cercato di concepire uno strumento che fosse in grado di raggiungere l'intimo dell'interlocutore in modo preciso e dirompente, sfuggendo agli schemi ed ai percorsi obbligati ed equivoci della comunicazione convenzionale. Ecco, Edera è lo strumento attraverso il quale soddisfiamo le nostre esigenze comunicative, traducendole in una forma d'arte.

Pensate in futuro di apportare qualche variazione al vostro sound?
A dire la verità non so di quali forme musicali si vestirà il progetto Edera in futuro... penso che dei cambiamenti siano quasi inevitabili, perché noi stessi, che gli abbiamo dato vita, siamo soggetti ad evoluzioni più o meno accentuate nel corso del tempo. In questo senso l'unica cosa di cui sono fortemente convinto è che qualunque sia la strada che ci troveremo davanti, sarà percorsa con la coerenza e la scrupolosità che ci hanno sempre caratterizzato...

Purtroppo non ho mai avuto l'occasione di assistere ad un vostro concerto, cosa mi sono perso?
Senz'altro una maggiore aggressività nella presentazione delle nostre canzoni: penso che il pathos, la drammaticità che cerchiamo di evocare con la nostra musica siano esaltate dalla dimensione live. Del resto l'esibizione dal vivo rappresenta il momento culminante del nostro progetto comunicazionale; avere un pubblico di fronte vuol dire far di tutto per entrare in sintonia con esso.
Ci piacerebbe in futuro proporci con soluzioni che possano far risaltare il lato visivo della nostra musica... in realtà nulla di troppo complicato: luci e scenografie che creino il giusto sfondo, sottolineando senza coprire. Fino ad ora però nulla di tutto questo è stato fatto: credo che altri aspetti ora siano prioritari, ad esempio la capacità comunicativa di ogni singolo gesto che viene compiuto sul palco. Essere sul palco come se fossimo una persona sola, e comunicare agli spettatori tutta la passione e l'energia che abbiamo quando suoniamo le nostre canzoni...

Avete un repertorio già consistente, dal vivo lo integrate con qualche cover? Se si, quali e perché? Sono questi i gruppi che sono alla base della vostra formazione musicale?
In effetti ci piace integrare i nostri live show con delle cover "azzeccate"... con questo intendo dire che stiamo molto attenti a selezionare ed inserire nel nostro repertorio soltanto quelle canzoni che presentano le giuste caratteristiche per essere coverizzate da noi, ovvero brani che mostrano una certa coerenza con le nostre scelte musicali e concettuali... In realtà non sempre band che sono state importanti per la nostra formazione musicale hanno le caratteristiche per essere inserite in un live show degli Edera: come esempio potrei citarti "The Cure"... Invece, altri gruppi si prestano benissimo: ad esempio apriamo spesso i nostri live con "Death on Two Legs" (Queen); eseguiamo altrettanto spesso "When the Crowds are Gone" (Savatage), o "Hey You" (Pink Floyd), o ancora diversi brani tratti da quel capolavoro dei Marillion che si intitola "Misplaced Childhood"...

Ho notato tra i ringraziamenti presenti sul vostro album citati anche alcuni gruppi metal italiani, peraltro più vicini al più classico Heavy Metal di quanto siate voi Edera, come vi rapportate quindi alla scena metal, sopratutto a quella italiana?
Penso che l'heavy metal faccia parte integrante della nostra formazione musicale... Iron Maiden, Queensryche, Savatage, per citarne alcune, sono band con le quali noi siamo cresciuti, band che hanno composto la colonna sonora della nostra adolescenza... Se mi permetti, vorrei aggiungere questo: credo nella musica come forma d'arte, ma anche come moto liberatorio dell'anima... in questo senso, ho sempre cercato per me ascolti che fossero contemporaneamente contemplativi e viscerali, spesso drammatici, quasi mai scontati: ecco, credo che l'heavy metal, per lo meno quello che io ho ascoltato, abbia rappresentato questo nella mia vita. Preciso che questo discorso potrei estenderlo anche ad altri generi musicali, per me ugualmente importanti e formativi. Non sono un profondo conoscitore della scena metal italiana; penso in generale che oggi sia molto più facile imitare che essere originali, e questo mi sembra che capiti un po' ovunque... però mi farebbe piacere parlare di una band di amici che compongono e suonano della musica straordinaria, fine, elegante, ricca di pathos e di energia: si chiamano Soul Takers, li conosci?

Ne ho sentito parlare bene, ma non ho ancora avuto l'occasione di ascoltarli... provvederò al più presto, magari facendo un salto sulla loro homepage. A proposito di Internet, avete recentemente rinnovato la vostra di homepage, che ne pensate di Internet e tutto quello che ne consegue, sia sul piano musicale (mp3... download) sia su quello sociale?
Quello che posso dire è che abbiamo sempre creduto nelle potenzialità di questo strumento di comunicazione, ed in questo senso ad esso ci siamo sempre appoggiati per la promozione dei nostri lavori e la diffusione di notizie che ci riguardano. Il nostro sito è in rete ormai da qualche anno, e come giustamente hai notato ne abbiamo da poco cambiato la veste grafica. Quello che vorremmo fare è realizzare un portale completamente interattivo, che sia in grado di fornire informazioni di ogni tipo riguardo alla band ed agli spazi in cui si muove. La promozione dei nostri lavori via internet è stata sempre molto gratificante, e ci ha consentito di creare una vera e propria rete di contatti che si fa sempre più stretta e affidabile. Di questo bisogna ovviamente ringraziare quelle persone che, come voi, operano seriamente e correttamente, riservando spazi importanti soprattutto a band emergenti come la nostra. Forse, però, internet non è ancora uno strumento di promozione essenziale per le bands... probabilmente, perché lo diventi, e le potenzialità ci sono tutte, è necessario che ci sia un cambiamento di mentalità delle persone che si occupano, a tutti i livelli, del music business.
Penso che alle case discografiche la diffusione e la promozione della musica su internet faccia un po' paura...

Vi lascio spazio per un vostro pensiero conclusivo...
Solo poche righe per ringraziarvi ancora per lo spazio che avete concesso a noi e in generale alle band come la nostra che hanno bisogno di farsi conoscere.
Infine, vorrei ricordare il nostro sito: www.ederaweb.com, e il nostro indirizzo di posta elettronica: ederaweb@libero.it, spero che questa intervista sia riuscita ad incuriosire i lettori e ad avvicinarli al nostro progetto.
Ciao, e alla prossima...

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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