Novembre: musica che emoziona

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Gruppo:Novembre

Anniversario e nuovo album per il gruppo romano che pubblica questo nuovo lavoro per Peaceville e quest'anno celebra i trentacinque anni di esistenza quando allora si chiamavano Catacomb, ne è passata di acqua sotto i ponti e abbiamo fatto due chiacchiere con il leader Carmelo Orlando su questo e altri temi

Benvenuto su Metal.it, Carmelo, devo farti i complimenti per questo ritorno, la cosa che mi ha colpito è che ci sono molte vibrazioni diverse in questo album, è metal tra virgolette perché ho notato diverse influenze che si integrano perfettamente rendendo il vostro stile riconoscibile e personale, mi sbaglio?
Ciao e grazie per averci ospitati.
Non ti sbagli, le nostre influenze al di fuori del Metal hanno sempre fatto sì che la nostra musica fosse un po’ un outsider e credo che quest’album non sia un’eccezione. C’è molta influenza proveniene da ambienti come Dead Can Dance, Pink Floyd, Radiohead, primi The Cure, ecc, tutto integrato nella nostra area di provenienza che è quella del Death Doom dei primi anni 90.

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Durante l’ascolto ho avuto la sensazione di un’ariosità nelle melodie, come a voler dare emotivamente a chi ascolti l’album una sorta di messaggio positivo, è una cosa voluta
No, non è una cosa voluta anche perché i messaggi razionali abbiamo sempre preferito lasciarli un po’ fuori dal gioco, e concentrarci su ciò che la musica trasmette senza interferire troppo.
Perciò a questo punto tutto dipende da come l’ascoltatore percepisce la nostra musica.

Mi è piaciuto molto il brano “House of rain” che ha un ritornello perfetto, come avete coinvolto la cantante Ann – Mari Edvardsen che ha militato nei leggendari The 3rd And The Mortal?
Ti ringrazio e sì, sono molto d’accordo che quello è un tema abbastanza iconico, forse il più iconico che abbia mai scritto.
Ti accorgi subito quando hai fra le mani qualcosa di veramente particolare.
La linea vocale segue la linea armonica della chitarra e ho pensato che doppiarla con la voce di Ann-Mari fosse una buona idea.
Io sono stato un loro grande fan sin da subito, da quando esordirono nel ‘93.
Ho adorato entrambe le loro formazioni, sia quella con Kari che quella con Ann-Mari, ma albums come "Painting Glass" e "In This Room" hanno un posto particolare dentro di me.
Ho sempre pensato che fosse una band a livello dei Dead Can Dance.
Con lei, negli anni ci siamo tenuti in contatto attraverso i social. Oggi vive a Catania, incredibile ma vero, è li per approfondire i suoi studi sul cantato lirico con un professore del teatro Massimo Bellini.
Ci siamo scambiati un po’ di demo e finalmente siamo andati a registrare e credo che sia uno dei pezzi più riusciti che abbia realizzato.

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Il singolo “Your holocene” mi ha portato con i ricordi e sensazioni ai R.E.M. di Michael Stipe con quel riff di apertura, ho avuto un abbaglio?
Beh, direi nessun abbaglio, perché l’area più o meno è quella. Io magari sento piu una struttura alla vecchi U2, o Duran Duran, ma i R.E.M. fanno parte del mio bagaglio culturale.
Li ascolto da prima che diventassero famosi.
Il riff principale di questo pezzo è venuto fuori così, come risultato di qualcuna di queste influenze e devo dire che è stato un pezzo di facile composizione, al contrario di altri in quest’album che sono state delle bestie difficili da domare. Haha

Questo nuovo lavoro presenta una formazione rinnovata che vede due nuovi ingressi, ce li potresti presentare?
Beh, Fabio Fraschini (basso) effettivamente suona con noi da tantissimo tempo, ha registrato "Dreams d’Azur", "Materia" e "URSA", mentre Alessio Erriu suona con noi ormai da quattro anni (credo), per cui sono stati da poco ufficializzati.
Gli elementi veramente nuovi sono Federico Albanese (chitarra) e Yuri Croscenko (batteria).
Sono tutti i musicisti straordinari che riescono a dare quel tocco professionale quasi Prog all’album.
Sento come se la band fosse insieme da trent’anni talmente l’alchimia è forte.
Ci potresti spiegare la motivazione dell’addio del vostro storico chitarrista Massimiliano Pagliuso?
È stato un duro colpo quando Massimiliano mi comunicò che voleva occuparsi di altro e lasciare la band.
Massimiliano è un artista straordinario e ha la capacità di entrare in immediata in sintonia musicale con chiunque suoni, e questo all’epoca per me fu fantastico.
In qualche maniera riusciva a completare i miei riff prima ancora che finissi di farglieli sentire.
Mi ha insegnato tantissimo dal punto di vista armonico.
Ma ognuno ha una propria strada nella vita e lui ha deciso così e io non mi sono sentito di oppormi.
Però ci sentiamo spessissimo e ci diamo consigli a vicenda su varie cose, insomma siamo in ottimi rapporti.

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L’artwork di copertina ad opera di Travis Smith è bellissimo, com’è nato questo lavoro grafico? Ci potresti svelare qualcosa?
Sono d’accordo con te, Travis è un artista fuori dal comune e ha lavorato con noi da tanti anni.
Fece le copertine di "Novembrine Waltz", "Materia", "URSA" e "The Blue", e come saprete, è anche copertinista di Opeth, Katatonia e altri.
Qualcuno mi ha detto “ma perché non provate qualcosa di nuovo”.
Ho visto tanta roba mediocre di stampo post-rock che non mi ha entusiasmato, mentre con Travis la magia è immediata. Gli basta poco, il demo dell’album, completo o incompleto che sia, i titoli, i testi, e tempo qualche giorno è in grado di fornirti alcune opzioni, e quasi sempre una di questa ti stende e le altre non le guardi neanche.
Questo è quello che è successo con questa meravigliosa copertina che materializza il titolo dell’album
Di cosa parlano le liriche del nuovo album?
Come dico spesso, per uno come me i testi sono secondari, non peraltro, ma perché concentro il 99% delle mie energie nella scrittura dell’album e poi sono esausto.
Quando si tratta di scrivere i testi, vado di istinto e sostituisco i fonemi che ho usato per il demo, con le prime parole che mi passano per la testa, sperando che abbiano un senso compiuto in Inglese.
In questo senso mi ha aiutato tantissimo Jesse Haff dei Daylight Dies che è di lingua madre ed è pratico di testi.
A noi italiani manca un po’ la pratica, i modi di dire, il vocabolario, la logica.
Fortunatamente abbiamo amici oltreoceano.

Quest’anno cade il vostro trentacinquesimo anniversario quando vi chiamavate ancora in origine Catacomb, che ricordi hai di quel periodo? C’è ancora qualcosa di quello spirito originario nei Novembre?
Beh, credo che sia rimasto praticamente tutto uguale dal punto di vista di attitudine, perché siamo una band con la testa ancora saldamente ancorata all’underground così come lo eravamo nel 91.
Certo, sono cambiate le cose, non c’è più la corrispondenza cartacea, non ci sono più le fanzines di carta, ma alla fine non è cambiato molto.
Ciò che ascoltiamo, l’approccio alla musica, rimane bene o male simile.
Magari a quel tempo eravamo un po’ più ortodossi, un po’ più duri, avevamo una minor conoscenza della musica, le influenze extra metal erano piu nascoste.
Ma ho un bel ricordo di quel periodo, dell’entusiasmo che avevamo nel voler far ascoltare la nostra musica a quanta piu gente possibile
Dal vostro esordio a oggi il mondo musicale è cambiato radicalmente, soprattutto con l’entrata in gioco dei social e adesso dell’AI, cosa ne pensi al riguardo?
Dipende per come la usi, se pensi di poter sostituire un copertinista con l’intelligenza artificiale, buona fortuna!
Perché i risultati che ho visto finora sono delle pacchianate assurde.
Se invece parliamo di un aiuto dal punto di vista lirico, allora uno strumento come ChatGPT è perfetto.
Può aiutarti a trovare parole che altrimenti non troveresti, soprattutto per noi di lingua latina.
E’ importante anche per risolvere problemi con la home-recording.
Può darti informazioni che Google fatica a darti.
L’ AI analizza tutto lo scibile umano e ti fornisce delle risposte sue.
Usa la deduzione, cosa che Google non riesce a fare, perciò è una grande svolta.
Ci semplifica molto le cose.
Se poi ti riferisci a quelli che creano musica con l’intelligenza artificiale, beh, non credo che ci sia molto futuro per una roba del genere.
Non credo che potrà mai attecchire.

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Io penso che sareste perfetti per una colonna sonora di un ipotetico film, se fosse possibile, per quale regista ti piacerebbe scriverne la musica?
Devo dirti la verità, in questi giorni che sto rispondendo a delle interviste, mi è stato già detto che quest’album è molto cinematografico, e mi trovo d’accordo.
Siamo riusciti a creare degli spazi atmosferici e cinematici che avevano lo scopo di fare respirare l’album e di permettere all’ascoltatore di godersi l’album senza stancarsi.
Ma allo stesso tempo si sono create delle atmosfere da film.
Devo dire che sono molto contento del risultato di quest’album.
Se mi chiamasse Nolan come minimo ci proverei, haha, farei soldi a palate
Bene, l’intervista è finita, a te la conclusione, grazie mille per tutto e supporto sempre!
Beh, io ti ringrazio tantissimo e per lo sforzo che fate per il Metal, vi seguo nei social, e saluto tutti i nostri ascoltatori e spero di vedervi presto sotto il palco.
Ciao a tutti.

Foto crediti di Giacomo Mearelli ad uso libero e gratuito per scopo promozionale per gentile concessione di Kizmaiaz
Intervista a cura di Matteo Mapelli

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