SOUL SIRKUS: Jeff Scott Soto (cantante)

Info

I Soul SirkUS sono una strepitosa band di hard rock e questo è, per quanto mi riguarda, un incontrovertibile dato di fatto.
Il loro disco d’esordio “World play” ha richiesto ed ottenuto la residenza in pianta stabile del mio lettore cd senza alcuna difficoltà, in virtù di una qualità veramente non ordinaria, superando brillantemente lo scetticismo che la presenza di così tante “stelle”, con relativo pericolo di mero esercizio di stile, aveva suscitato nel sottoscritto.
I Soul SirkUS non sono l’ennesimo esempio di formazione assemblata a tavolino, dall’indiscutibile valore singolo, ma più “specchietto per le allodole” indirizzato al fan del genere, che non un vero e proprio gruppo di musicisti che decide di collaborare spinto dalla voglia di fare musica insieme.
E’ proprio il genuino impulso artistico, assieme alle doti straordinarie dei suoi componenti e all’affiatamento che si è “magicamente” instaurato, a fare in modo che “World play” sia un disco così convincente e non a caso questi sono anche gli aspetti che sono ribaditi con maggiore forza in questa breve intervista che ci ha rilasciato il favoloso Jeff Scott Soto, un cantante assolutamente entusiasmante, capace di emozionare e di essere sempre credibile ed ispirato sia quando intona “I am a viking” (ed è singolare per un singer dalle origini portoricane!) sia nelle sue molteplici sfaccettature interpretative, che passando dal soul e dal funky, approdano a questo formidabile, straripante e policromo rock ‘n’ roll.

Direi d’iniziare con una domanda ovvia ma “necessaria”: che n’è stato del progetto Planet US e del coinvolgimento di Sammy Hagar, Michael Anthony e Deen Castronovo? Come siete arrivati all’attuale line-up e a quest’incredibile band chiamata Soul SirkUS?
Quando Sammy & Mike decisero di tornare con i Van Halen, Neal non ha abbandonato l’idea di continuare l’attività con questa band ed è venuto a conoscenza del mio lavoro grazie al sito melodicrock.com, il quale si è sempre interessato alla mia carriera solista e a tutto ciò che stavo facendo. Basandosi sulle eccellenti recensioni che aveva letto, mi ha contattato e devo dire che si è instaurata immediatamente un’incredibile alchimia tra noi.

Non ho ascoltato la versione originale di “World play”. A parte le bonus incluse nella versione europea del disco, quali sono le differenze principali tra le due edizioni?
La versione europea è stata rimixata e rimasterizzata, come hai già detto, in quella originale non c’erano bonus tracks e visto che il drummer era diverso anche il suono di batteria era differente.

Siete quattro grandissimi artisti, con una carriera individuale piuttosto importante ed, in generale, siete tutti dotati di un grande “carisma” musicale. Come siete riusciti a combinare, apparentemente senza nessuna difficoltà, queste “personalità” così forti?
In effetti, non c’è stato nessun attrito tra noi, prima di tutto perché esiste un livello altissimo di rispetto reciproco e poi perché sappiamo perfettamente che la musica e le canzoni sono assolutamente prioritarie rispetto alle singole opinioni. Bisogna comportarsi in modo da fare quello che è meglio per il gruppo e per la riuscita delle canzoni, senza individualismi. Devo ammettere che tutto è stato straordinariamente facile e che il processo compositivo si è svolto senza intoppi fin dal primo giorno e ti assicuro che non è una cosa così comune.

Come si svolge questo processo compositivo? Utilizzate una sorta di “schema” prestabilito per questa fase?
In realtà no, Neal sviluppa la musica, io le melodie vocali e i testi ed ognuno di noi mette qualcosa di suo in ogni brano per completarlo. E’ una questione di “sensazioni” istintive dall’inizio alla fine e se queste sono buone, ci lavoriamo insieme finché non siamo convinti della sua validità.

Non ho potuto ancora approfondire i testi del disco … Quali sono le tue fonti ispirative da questo punto di vista? Quanta importanza ritieni assumano le liriche nell’economia di una canzone “di successo”?
Per me i testi sono oggi più importanti che mai. Uno dei miei autori e cantanti preferiti è Terence Trent D’Arby, la sua voce e le sue liriche riescono ad essere contemporaneamente molto melodiche ed estremamente poetiche. Credo sia importante cercare un approccio maggiormente “in prosa” per le parole che scrivo attualmente, anche se riguardano un fatto semplice come l’incontro tra un ragazzo e una ragazza. Mi piacciono le storie con le quali le persone si possano relazionare e che possano essere immaginate anche come una sorta di sceneggiatura.

Ora direi di parlare più in dettaglio delle vostre canzoni. Personalmente le ho trovate tutte praticamente perfette, tanto che è stato impossibile stilarne una “graduatoria di merito”. C’è un brano al quale ti senti particolarmente legato e perché?
“Soul goes on” è la mia preferita, è molto intensa ed i testi parlano della mia idea di fede nel mondo in cui viviamo ai nostri giorni. Comunque, le amo tutte esattamente come farebbe un papà estremamente orgoglioso dei propri figli!

Continuando a parlare di canzoni, “Peephole” evidenzia un’attitudine maggiormente “moderna” e sembra essere stata influenzata dallo stile di “classic modern hard rock” tipico di bands come Audioslave o Alter Bridge. La ritieni un’analisi corretta? Qual è la tua opinione in merito a questo stile musicale?
Di sicuro ha un certo gusto “contemporaneo” e personalmente mi piace quel suono di metal tradizionale che riesce ad avere caratteristiche tali da essere interessante per la società musicale del giorno d’oggi.

Che cosa ci puoi dire a proposito di tracce un po’ singolari come “Abailar to' mundo” o il groove funky di “James Brown”?
Si tratta di semplici jam sessions che abbiamo buttato giù in studio mentre stavamo ri-registrando le parti di batteria. In questo gruppo tutti amiamo la musica latina, il funky, il r&b, il soul, il blues e il jazz e quelle “piccole cose” non sono altro che un “riflesso” di puro divertimento delle nostre influenze.

La produzione del disco è stata curata da te e da Neal, senza un qualche supporto esterno alla band. Quali sono le ragioni di questa scelta?
Avevamo entrambi le idee molto chiare sul gruppo e sul suono da conferire a questo disco, era quindi importante per noi avere un prodotto che esprimesse questa consapevolezza senza alcuna influenza esterna.

Se analizziamo l’attuale scena rock è possibile notare un elevato numero di progetti paralleli o “super-gruppi” che non sempre mantengono quanto promettono con le loro eminenti line-up; ecco perché, nonostante abbia apprezzato moltissimo le vostre varie performances passate, ero un po’ scettico su questa nuova collaborazione. Fortunatamente, il vostro Cd è semplicemente eccezionale, ma come valuti questa “moda” che sta diventando sempre più diffusa?
In realtà non seguo molto quello che succede al di fuori del mio lavoro personale, sono talmente assorbito in così tante attività da non sapere davvero molto a proposito di quello di cui stai parlando. Una cosa che so è che siamo una band vera e propria e non un progetto estemporaneo o un esperimento da valutare in base alla sua efficacia commerciale. Stiamo impegnando moltissimo “sangue, sudore & lacrime” in questo gruppo con l’intento di essere una formazione durevole nel tempo.

Siamo arrivati alla fine … c’è qualcosa che vorresti dire, per congedarti dai nostri lettori e dai vostri fans italiani?
“Mi mancate già” (in italiano N.d.A.), nell’attesa d’incontrarci nuovamente, “un grazie grandissimo!!” (ancora in italiano N.d.A.)

Intervista a cura di Marco Aimasso

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?