FM: raised on the radio!

Info

Gruppo:FM

Quando si ha la possibilità d’intervistare un personaggio come Steve Overland, autentico protagonista dell’AOR britannico, il rischio di diventare eccessivamente “nostalgici” è davvero concreto.
Un atteggiamento che non renderebbe per nulla giustizia al nuovo disco dei suoi FM, quel “Heroes and Villains” che da ormai qualche tempo delizia gli apparati cardio-uditivi degli chic-rockers, con la sua miscela imbattibile di suoni “classici” e spiccata freschezza espressiva.
E allora, seppur con molta difficoltà, poco spazio all’amarcord e il tentativo di approfondire un po’ meglio l’essenza dei “nuovi” FM, simili in consistenza artistica a quelli “vecchi” e al tempo stesso ben lontani dall’essere una parodia o una sterile rievocazione di loro stessi.

Ciao Steve! Innanzi tutto grazie per averci concesso un po’ del tuo tempo e benvenuto! La seconda cosa da dire è: complimenti per il vostro nuovo album … “Heroes and Villains” è davvero splendido!! Tanto per iniziare a parlarne, tu come lo descriveresti?
Ciao Marco … in primo luogo, grazie molte per i tuoi complimenti, sono felice che il nostro nuovo album ti piaccia. Siamo molto orgogliosi del disco, e credo che sia semplicemente un ulteriore passo nello sviluppo del sound degli FM. Ha elementi che provengono dal nostro passato, ma con un suono più moderno … siamo molto soddisfatti della maniera con cui è stato accolto da pubblico e critica.
Cosa ci puoi dire su un titolo particolare come “Heroes and Villains”?
Non c'è nessuna storia particolare da raccontare … guardando l'immagine scelta per la copertina, Merv se n’è venuto fuori con questo titolo, e a tutti è piaciuto e sembrato adatto.
Quanto tempo avete dedicato alla realizzazione del disco?
Ultimamente abbiamo adottato un nuovo modo di registrare i nostri lavori. Andiamo in studio per un paio di giorni e incidiamo alcune tracce di base. Poi le lasciamo lì senza ulteriori elaborazioni, per tornare a riprenderle in un secondo tempo. In questo modo si può individuare più facilmente ciò di cui le canzoni hanno bisogno. Crediamo sia un’ottima strategia per rendere il risultato finale fresco ed efficace, sicuramente migliore che stare chiusi in uno studio per otto settimane, come eravamo soliti fare in passato. In tutto, per la realizzazione dell'album sono stati necessari circa nove mesi.
Rispetto ai suoi predecessori, come giudichi il nuovo albo? Per esempio, paragonandolo con “Tough It Out”, probabilmente il vostro disco più amato?
A giudicare dalla reazione del pubblico, credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro, realizzando un Cd assai “popolare”. Normalmente tendo a non fare confronti tra i nostri dischi, penso che tutti abbiano un’identità propria, e credo che tutti gli album abbiano una “ragione di esistere” nella nostra discografia … poi, è naturale che gli appassionati abbiano il loro preferito.
Come del resto hai poc’anzi rilevato, credo che “Heroes and Villains” riunisca delle po’ tutte le peculiarità delle vostre produzioni precedenti, condensate e restituite con approccio vitale, ma sono curioso di sapere se quando scrivete del nuovo materiale, lo fate pensando al vostro passato e a cosa vi ha garantito le maggiori soddisfazioni professionali …
Quando scriviamo, le canzoni sgorgano naturalmente senza filtri o paranoie varie e le registriamo tutte, in media circa venti tracce per ogni album. Ti assicuro che non pensiamo mai al nostro passato e non ci facciamo mai guidare da valutazioni di tipo “opportunistico”. E’ ovvio che, avendo gli FM maturato uno stile e un suono propri, alcuni aspetti tipici della nostra “storia” caratterizzino la nostra scrittura.
Tra i brani di “Heroes and Villains” ce n’è qualcuno di cui sei particolarmente orgoglioso?
In realtà non ho alcuna particolare predilezione … le mie preferenze cambiano di giorno in giorno. Penso che siano tutte canzoni di valore, e anche qui lascio che siano i nostri sostenitori a eventualmente operare delle classifiche di merito.
Cosa ci puoi dire sui testi?
Ho la tendenza a scrivere testi basandomi su circostanze che possono accadere a tutti, in modo che la gente possa facilmente relazionarsi con esse. Non sono uno di quelli che tramite le canzoni vuole divulgare le sue idee politiche o cose simili, anche se ci sono un paio di brani di questo album che toccano argomenti particolari e meno consueti.
“Heroes and Villains” è il vostro primo frutto della collaborazione con la Frontiers Records … come vi trovate con loro e quali sono le vostre aspettative in merito a tale partnership?
La Frontiers è in assoluto la migliore etichetta per il nostro tipo di musica e sono veri fans della nostra band. Dopo aver riconquistato una notevole popolarità, gli FM avevano bisogno di una label di caratura internazionale, competente e appassionata. Credo proprio che faremo una grande squadra, e siamo molto elettrizzati di lavorare con loro.
Ora parliamo un po’ di te … quali sono le tue principali influenze?
Oh, ce ne sono moltissime, ma diciamo che le principali sono Paul Rodgers e Stevie Wonder, due artisti fondamentali per la mia formazione di cantante.
Ho apprezzato enormemente sia la tua carriera solista (“Epic” è fantastico …) e sia quanto da te realizzato con The Ladder e Shadowman … la tua voce è perfetta in ogni situazione! Qual è il “segreto” di prestazioni vocali costantemente a livelli elevatissimi? Quali sono le differenze tra queste situazioni “estemporanee” e il lavoro con gli FM?
Beh, ovviamente sono molto contento che abbia apprezzato la mia attività da solista e le altre situazioni artistiche a cui ho preso parte. Non ci sono “segreti” o “pozioni miracolose” per mantenere in forma la mia voce … mi sa che sono stato solo fortunato, non ho fatto studi particolari e non ho bisogno di specifici allenamenti, quello che senti “accade” in maniera naturale.
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, mi piace lavorare in vari progetti, mettendomi alla prova attraverso differenti modalità di scrittura. Penso sia molto importante e utile collaborare con persone diverse, ognuno ha il proprio modo di fare le cose, e si può sempre imparare.
Recentemente vi siete esibiti al Frontiers Rock Festival … cosa ci racconti di quell’esperienza?
Siamo completamente sbalorditi dalla reazione dei nostri supporter italiani. E’ stato fantastico incontrarli, scambiare qualche parola con loro e godere del calore con cui ci hanno accolto. Il Festival è stato contraddistinto da una grande atmosfera, e avere la possibilità di suonare per la prima volta in Italia in tale contesto è stata un’esperienza davvero appagante. Ci torneremo presto.
Ora cosa attende gli FM?
Ci aspetta un periodo veramente intenso e frenetico … festival per tutta l'estate e poi un tour europeo alla fine dell'anno. Abbiamo anche iniziato a buttare giù qualche idea per le canzoni del prossimo album, quindi credo che cercheremo di ritagliarci un po’ di tempo per andare in studio.
Gli anni novanta sono stati “difficili” per un suono come il vostro, mentre se osserviamo la scena contemporanea, il revival ottantiano è diventato un trend alquanto diffuso. Qual è il tuo pensiero su questi “ricorsi storici”?
Gli anni '90 hanno effettivamente rappresentato un periodo molto difficile per noi, ed è per questo che a un certo punto abbiamo deciso di “prenderci una pausa”. Il nostro tipo di musica era diventato marginale e non si vedevano più sbocchi concreti … avremmo anche potuto continuare, ma senza gli stimoli adeguati non saremmo andati da nessuna parte. D’altro canto ho sempre pensato che le grandi canzoni e le belle melodie non moriranno mai e che i fans del rock siano, nonostante tutto, i più fedeli. Quello che sta succedendo in questi ultimi tempi è dunque assolutamente “naturale” ed è molto eccitante per il nostro gruppo, che ha riconquistato un sacco di passaggi sulle principali emittenti radiofoniche, un aspetto fondamentale per far ritrovare la meritata visibilità a una musica immarcescibile.
Grazie di tutto Steve! E’ giunto il momento di lasciare un messaggio per tutti i fans italiani degli FM!
Vorrei solo ringraziarli di cuore per essere stati così calorosi al Festival della Frontiers … non avevamo idea di avere così tanti affezionati sostenitori in Italia … avremmo dovuto venire a suonare da voi molto prima, mi sa … e chissà che non ci si possa rivedere tutti più avanti nel corso dell'anno.
E poi grazie a te per l'intervista ...
Intervista a cura di Marco Aimasso

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?