(02 dicembre 2019) Alter Bridge + Shinedown + The Raven Age @ Mediolanum Forum Assago, Milano

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Provincia:MI
Costo:non disponibile
Devo ammetterlo. È la prima volta che vedo gli Alter Bridge dal vivo. E prima di prendermi l’incarico di recensire il loro show milanese, al quale sono stato “costretto” ad andarci da alcuni amici, ho deciso di studiarmeli un po’. Da subito mi ha colpito l’aurea di leggenda gravante attorno ad essi: il passato comune con la storica band americana Creed; le innegabili doti tecniche dei musicisti ma soprattutto la presenza di una enorme numero di fans idolatranti (il live di Milano ne è stata la conferma. Quasi sold out!).

Decido di ascoltare l’ultima release della band americana, Walk the Sky. Un onesto disco rock, più che dignitosamente suonato, con armonie ben costruite, ma decisamente con non molte parti hard (ad eccezione delle notevoli e memorabili Clear Horizon e Native Son), di quelle che sconvolgono il sottoscritto emotivamente. Un prodotto ben confezionato, sicuramente, e con un occhio rivolto verso le masse.

Un po’ afflitto seguo il consiglio dei miei amici, fans sfegatati del quartetto americano, di scavare nel loro passato, ascoltando i lavori precedenti. The Last Hero, del 2016, suona in maniera simile all’ultimo lavoro (e questo, si noti bene, non è un commento negativo). È nei lavori precedenti il 2013 che inizio a trovare delle vere e proprie chicche, tra cui la stupenda Blackbird, con il giustissimamente osannato assolo di chitarra di Mark Tremonti e le incredibili skills vocali di Myles Kennedy, il tutto supportate da una poderosa sezione ritmica (Brian Marshall e Scott Phillips) precisa e trascinante.

Speriamo che ripeschino nel passato anche nello show milanese…
Proseguite nella lettura per vedere se così è stato.

L’apertura ai cancelli avviene puntuale alle ore 17, davanti ad una fila davvero lunga di fan in attesa spasmodica di assistere i loro beniamini a due anni di distanza, noncurante del freddo.
L’apertura delle danze è affidata agli inglesi The Raven Age, band melodic metal core inglese avente tra le sue fila il chitarrista George Harris, figlio del grandissimo Steve Harris, e capitanata dal biondo vocalist Matt James.
In un forum riempito quasi di un terzo, l’esibizione del quintetto inglese scivola via senza infamia e senza lode, attanagliata da qualche problema di audio e di equalizzazione dei suoni (voce un po’ bassa rispetto agli strumenti e basso quasi non udibile). La presenza di molti metlaheads indossanti le loro magliette e che cantavano a squarcia gola i loro brani deve aver dato ai ragazzi sicuramente non poche soddisfazioni.

Secondi nella scaletta della serata dicembrina dedicata all’alternative/hard rock sono gli americani Shinedown, guidati dall’energico e carismatico Brend Smith, i quali mettono su uno spettacolare circo hard rock declinato in salsa pop, in modo da essere fruibile ai più. Dopo un paio di canzoni il Forum, ormai riempito più della metà, si è trasformato in una sorta di disco club ove in molti ballano e saltano felici (anche le magliette dei loro fan non si contavano).
Da bravo showman, Smith interagisce molto (troppo?) con la folla, tanto da fermare l’esecuzione di un brano, nel bel mezzo della scaletta, per scendere dal palco per soccorrere una spettatrice colta da un lieve malore. A detta di molti fan presenti, la band ha sacrificato molte hit del loro passato a favore di soluzioni più radiofoniche e popolari del periodo più recente. Da sottolineare la scenografia, semplice, funzionale ma spettacolare, con grandi punti interrogativi luminosi e intermittenti.

Ed è il momento degli Alter Bridge. I fan attendono con impazienza il loro show, in un Forum ormai quasi gremito all’inverosimile. La scenografia colpisce subito l’occhio, con sette grandi schermi triangolari che accompagneranno con una varia serie di artworks tutto lo show. Macchine del fumo e giochi di luce ben congegnati completano il quadro. Dopo l’intro (registrata) i quattro americani partono con uno show ben suonato, preciso e pulito, durante il quale anche i brani meno “pompati” dell’ultimo album, acquisiscono una nuova luce dal vivo. A brani tratti dall’ultimo lavoro, come Wouldn’t you rather, Pay no Mind, Native son, Dying light, tratti dall’ultimo lavoro, si aggiungono altri Come to life, Ghost of days gone by, tratte dai lavori precedenti, oltre alle ben note Metalingus e Blackbird.
Quest’ultimo pezzo, dal vivo, vale l’intero show. Il solo di chitarra di Tremonti è davvero da brivido!

Il tutto fila liscio, in maniera perfettamente concatenata. I quattro si muovono sul palco con sicurezza, non sbagliano una nota. Myles Kennedy si lascia andare, notando l’affetto mostrato dalla fan base italiana, arrivando a definire la serata milanese come la migliore del tour fino ad allora. Dopo circa un’ora e mezza di musica i nostri lasciano il palco, per rientrare subito dopo con i bis, suonando due classici della loro discografia, Goodspeed e Addicted to pain.

I fan sono in visibilio. Hanno ricevuto quello che volevano: passare una serata all’insegna dell’alternative rock, più o meno pesante, con il loro gruppo preferito. Tirando le somme, è stato un bel concerto, sicuramente non memorabile per il sottoscritto, ma, in fin dei conti, fa sempre piacere vedere dei bravi musicisti suonare, anche se non sono il tuo gruppo preferito, e la musica, quando è suonata bene, non può che piacere.

Scaletta:

One Life (Intro)
Wouldn't You Rather
Isolation
Come to Life
Pay No Mind
Ghost of Days Gone By
My Champion
Native Son
Rise Today
Dying Light
Cry of Achilles
Waters Rising
Watch Over You
Blackbird
Open Your Eyes
Metalingus


Bis:
Godspeed
Addicted to Pain


Immagine
Report a cura di Caveman

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